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N. 3.960 - ore 17:00 - Martedì 14 Maggio 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Non solo ristoranti, enoteche e wine bar: esiste un mondo esclusivo in cui il vino viene stappato a bordo di yacht e panfili di lusso, tra aperitivi e cene sul ponte. Un’esperienza certamente non alla portata di tutti, eppure il mercato del vino destinato al turismo nautico di lusso è in costante ascesa. Ed è la Costa Smeralda, in Sardegna, la più importante destinazione del Mediterraneo per super e mega yacht. Se ne è parlato al “Porto Cervo Wine & Food Festival” 2024, dedicato quest’anno proprio a nautica, commercio internazionale ed export, con oltre 80 espositori wine & food che hanno incontrato i responsabili dell’approvvigionamento delle barche. | |
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| | Il turismo nautico luxury riguarda un target di consumatori high spender che non conosce crisi: basti pensare che l’anno scorso in Costa Smeralda sono approdate imbarcazioni del valore complessivo di 15 miliardi e mezzo di dollari. E uno yacht può generare un indotto che, in base alla dimensione, va dai 6.000 ai 40.000 euro al giorno, inclusi i rifornimenti di cambuse da sogno, tra bottiglie pregiate e cibi ricercati. Secondo Elio Serra (fondatore di Blu Wander DMC, società di servizi per privati ed imprese, e Blue Wander Yacht Charter, charter nautico di lusso) “il legame tra il mondo della nautica di alto livello ed il vino è molto importante: chi si immagina una barca si vede con un bel bicchiere in mano. Negli ultimi 20 anni il mercato si è ampliato: a bordo dei nostri yacht c’è sempre una cambusa di base che è costituita dai vini del territorio e della Sardegna. Poi, in base alle specifiche richieste, forniamo altre tipologie di vini e di etichette, tutte di grande livello”. Ma quali sono le esperienze dei produttori? “Da molto tempo forniamo i vini a barche e yacht importanti - spiega Roberta Bianchi (Villa Franciacorta) - lavoriamo principalmente con il mercato svizzero. Spesso i clienti desiderano la personalizzazione dell’etichetta con il nome dello yacht, e addirittura c’è chi ci chiede di abbinarla ai colori e allo stile della barca”. Per Valentina Argiolas (Argiolas) “si tratta di segmento particolare, che cerca cose sempre diverse e fuori dal comune, come grandi formati e vecchie annate, quindi si possono fare proposte che in altre situazioni non sarebbero possibili”. Filippo Polegato (Astoria Vini): “per noi è importante impegnarsi per creare le bollicine perfette per questo tipo di consumatori: quest’anno per esempio abbiamo dedicato una bottiglia proprio al mare, con un suggestivo packaging turchese”. Interessanti anche le prospettive per gli autoctoni: “il mondo della nautica della Costa Smeralda è sicuramente un volano per il mercato dei vini bianchi galluresi, e naturalmente per posizionare il nostro marchio su una fascia alta” sostiene Mark Hartmann (Saraja). “E’ interessante come ci stiamo affacciando al mondo del lusso con la Ribolla Gialla, un vitigno che si può “vestire” sia in abito da sera che in bikini, sempre all’altezza delle aspettative” conclude Giorgia Polegato (La Viarte). | |
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| | Si chiude definitivamente la querelle Prosecco-Prosek, con una vittoria per le bollicine venete: “questo nome è nostro e nessuno potrà mai utilizzarlo in Europa come “menzione tradizionale” per indicare un vino che vuole evocare le nostre bollicine, ma non ha nulla di Veneto. Il nuovo Regolamento europeo sulle indicazioni geografiche Ig mette, quindi, la parola fine a una sgradevole vicenda e questo risultato è frutto di un lavoro di squadra tra istituzioni, associazioni e consorzi che in tutte le sedi hanno difeso non solo un brand, ma un vino che esprime la storia e l’identità del Veneto”: così il Presidente del Veneto, Luca Zaia, circa la pubblicazione del testo del Regolamento dell’Ue nella Gazzetta Ufficiale Europea, che limita definitivamente l’uso ingannevole del nome Prosek sulle etichette croate o di qualsiasi altro Stato membro. | |
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| | | Il calo dei consumi di vino in Italia e nel mondo è un problema complesso, che dimostra come sia in atto una rivoluzione nel modo di berlo, ma anche che al vino non si rinuncia. Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Unione Italiana Vini su base Istat, che ha rilasciato le tabelle 2023 sui consumi di alcolici degli italiani, nel 2023 si confermano 29,4 milioni di consumatori di vino in Italia, stabili sul 2022, così come la quota generale di penetrazione della popolazione (55%), mentre scendono a 11,7 milioni i consumatori quotidiani, 400.000 in meno sul 2022, con un saldo di vino consumato in Italia che ammonta a 23 milioni di ettolitri. Negli ultimi 12 anni, in generale, dunque, gli italiani non hanno rinunciato al vino (+2% i fruitori sul 2011), con i nuovi consumatori rappresentati, oggi, al 58% da uomini e al 42% da donne, con un rapporto con il vino più responsabile e consapevole, ma meno esclusivo, fatto, cioè, di frequenti “tradimenti” con altre bevande. Una tendenza che non riguarda solo i giovani (tra i consumatori quotidiani la Gen X pesa solo il 4,4%), ma che si riflette anche sulle generazioni più adulte. Per il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi, “l’attuale approccio è, tuttavia, più maturo, legato a piacere, condivisione e moderazione, rispetto alle motivazioni di un tempo”. | |
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| | | Non conosce crisi l’innamoramento tra gli americani e la Toscana: lo dimostra la produzione milionaria che ha scelto una delle più belle cantine del territorio del Brunello di Montalcino. Ad Argiano, tenuta di proprietà dell’imprenditore brasiliano André Santos Esteves e guidata da Bernardino Sani, il cui Brunello è stato scelto dalla celebre rivista Usa “Wine Spectator” come migliore al mondo nel 2023, in questi giorni ci sono George Clooney e Adam Sandler, impegnati nelle riprese del film “Jay Kelly”, come anticipato nei giorni scorsi dal sito MontalcinoNews. | |
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| | Dallo sviluppo delle filiere alla ricerca e all’innovazione tecnologica, dall’economia circolare al benessere animale, dall’internazionalizzazione delle imprese nei mercati esteri al ricambio generazionale, dalle reti d’impresa alla digitalizzazione e all’e-commerce, dal supporto ai giovani all’accesso alle agevolazioni per il settore, in particolare del Pnrr e del Piano Nazionale per gli investimenti Complementari (Pnc). Sono tra i programmi di investimento che rappresentano l’obiettivo prioritario dell’accordo siglato dal Ministero dell’Agricoltura, Cassa Depositi e Prestiti e Intesa Sanpaolo per promuovere politiche creditizie per lo sviluppo del settore agricolo, per cui Intesa Sanpaolo metterà a disposizione 20 miliardi di euro, nel più ampio plafond di 410 miliardi a sostegno delle iniziative del Pnrr, anche utilizzando la provvista fornita da Cdp. | |
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| | | Oggi, nel mondo, 1 bottiglia di vino su 10 è rosé, tipologia che, negli ultimi 10 anni, è cresciuta costantemente, per l’Observatoire Mondial du Rosé, e di cui l’Italia rappresenta il 9% della produzione e il 5% dei consumi mondiali, dominati dalla Francia (rispettivamente con il 35% e il 34%). Ma nel Belpaese il vino rosato ha un luogo e una data di nascita scolpiti nella storia: Salice Salentino, terra della Leone de Castris, dove nel 1943 fu imbottigliato il primo rosé italiano dal nome americano, il Five Roses, come racconta, a WineNews, Piersalvatore Leone de Castris. | |
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