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N. 3.090 - ore 17:00 - Martedì 9 Febbraio 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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L’aiuto arriva dallo spazio, ed è ancora una volta quello dell’Agenzia Spaziale Europea. Che, con l’azienda Ticinum Aerospace, spin-off accademica dell’Università degli Studi di Pavia, si mette al servizio del wine lover. In particolar modo dell’appassionato che vive lontano dai migliori cru del mondo, quelli di Bordeaux, Burgundy, Bolgheri, Barolo, Barbaresco e Brunello di Montalcino. Mappati, in 3D, dal progetto Saturnalia che, attraverso la tecnologia dell’Agenzia Spaziale Europea, ha mappato 260 vigneti (ma ne arriveranno altri), rendendoli visitabili anche da casa, per scoprire da dove arriva il vino che stiamo bevendo, e che legame c’è con la terra da cui nasce. |
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Il ritorno in zona gialla di una buona parte d’Italia corrisponde alla riapertura delle cantine ai wine lovers in tanti territori del vino. Febbraio non è un periodo fondamentale in ottica enoturismo, ma c’è voglia di ripartire. Con due obiettivi: tornare a poter lavorare con continuità da Pasqua e accogliere i turisti stranieri nella seconda parte dell’anno. Con la consapevolezza che, per ora, regna l’incertezza, tifando per il vaccino. Così, a WineNews, alcuni dei produttori più rappresentativi del Belpaese enoico. Tra i filari di Sangiovese del Brunello di Montalcino, a Castello Banfi “per il ritorno del turismo internazionale è ancora difficile fare previsioni”, dice l’ad Enrico Viglierchio. A Castello di Ama, nel cuore del Chianti Classico “siamo fiduciosi, ma per ora non c’è grande movimento”, racconta Marco Pallanti. Diverso l’approccio di Rocca delle Macìe, dove “stiamo predisponendo tutto come se fosse una stagione normale: meglio partire con ottimismo”, rivela Sergio Zingarelli. In Umbria, una cattedrale dell’enoturismo come “il Museo della Cultura del Vino di Torgiano aspetta di riaprire”, fa notare Teresa Lungarotti, alla guida della Fondazione Lungarotti. A Montefalco, Marco Caprai, il produttore più iconico del Sagrantino, coltiva la speranza di “ripartire a Pasqua con il turismo interno”. In Sicilia, tra le tenute di Donnafugata, è aperto solo “il negozio”, racconta Antonio Rallo, mentre Alessio Planeta si aspetta un boom “come quello della scorsa estate”. Proprio come fa, dalla galassia Mondodelvino, Enrico Gobino, “perché il turismo rurale uscirà rivitalizzato da questo periodo”. In Franciacorta Cristina Ziliani, a capo della Berlucchi, punta “ad un mese di eventi per i 60 anni dalla prima bottiglia, a giugno”. Poco lontano, a Bellavista, Francesca Moretti (Gruppo Terra Moretti), spera “nei vaccini per una nuova normalità”. Marcello Lunelli, vice presidente del Gruppo Lunelli, rammenta il quasi azzeramento del turismo stagionale, “legato allo sci”. Da Ceretto, il mood è quello di una lenta ripartenza, come racconta Roberta Ceretto, “ma c’è voglia di tornare ad incontrarsi”. Chi è ormai ripartito da tempo, dalle vacanze di Natale, è Feudi di San Gregorio, dove “abbiamo pensato a formule nuove per un wine lover consapevole e scafato”, dice Antonio Capaldo (interviste complete nell’approfondimento). |
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Nasce “Studio Marche”, uno studio televisivo per il wine & food della regione. A supporto del “made in Marche” agroalimentare: è lo strumento pensato dall’Istituto Marchigiano di Enogastronomia (Ime), voluto per mantenere vivo il rapporto tra consumatori, trade, esperti ed i campioni regionali di vino, gastronomia, prodotti a marchio. L’11 febbraio la presentazione dell’ennesima innovazione dell’unica Regione “al plurale” d’Italia, le Marche, che, in verità, sono state anche una delle prime realtà italiane a pensare ad una promozione integrata e collettiva del proprio patrimonio enogastronomico, con la nascita, già nel 1999, dell’Istituto Marchigiano Tutela Vini, diretto da Alberto Mazzoni, e che oggi raccoglie 14 delle 19 denominazioni della Regione, Verdicchio e Rosso Conero in testa. |
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Sul fronte istituzionale, l’enoturismo visto dai presidenti dei Consorzi di alcuni dei territori più in vista dell’Italia del vino, è un volano da riavviare al meglio. Da Montalcino, il presidente del Consorzio del Brunello, Fabrizio Bindocci, raffredda gli entusiasmi, perché “basta poco per stravolgere i piani, ma sarebbe bello ripartire a Pasqua”. Tra le vigne del Nobile di Montepulciano, “Comune, Strada vino Nobile e Consorzio - racconta il presidente Andrea Rossi - stanno lavorando, ma l’enoturismo ripartirà davvero solo nel 2022”. In Piemonte, Filippo Mobrici, alla guida del Consorzio della Barbera, ricorda come “nella filiera del valore la vendita diretta abbia un peso fondamentale per le cantine del territorio”. Dalle Langhe, Matteo Ascheri, presidente del Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, ricorda quanta “incertezza ci sia ancora nel mondo, dagli Usa alla Gran Bretagna”. Si concentra invece “sul programma dei prossimi eventi, dal vivo o online” Roberto Ghio, alla guida del Consorzio del Gavi. In Franciacorta, “le aziende stanno già ricevendo tante richieste”, rivela il presidente Silvano Brescianini. Infine, nel Soave, per Sandro Gini, “l’orizzonte è quello dell’estate per una vera ripartenza che coinvolga anche la ristorazione”. |
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La Valpolicella è sempre più green: nel 2020 la superficie certificata Rrr (Riduci, Risparmia, Rispetta), il protocollo di sostenibilità ambientale, economica e sociale dal vigneto alla cantina del Consorzio Vini Valpolicella, ha registrato un aumento del 12% sul 2019, arrivando così a totalizzare ad oggi 1.210 ettari sul territorio, e salgono anche gli ettari certificati bio (430, +14% sul 2019, mentre 436 sono in fase di conversione). Percorso che guarda anche al contrasto al cambiamento climatico, che sarà al centro della “Valpolicella Annual Conference” (26 e 27 febbraio). |
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Il magazine Uk “Decanter” incorona l’Italia dei vini bianchi e dolci, nella sua lista dei vini dell’anno. Tra i premiati, spicca il Balciana 2017 di Sartarelli, versione storica del Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore, da vendemmia tardiva, già premiato con l’“Italian Trophy” dall’International Wine Challenge (Iwc) 2020 di Londra. In classifica anche il San Sisto Castelli di Jesi Verdicchio Classico Riserva 2016 di Fazi Battaglia, del gruppo Bertani Domains, il Flors di Uis Friuli Isonzo 2018 della griffe Vie di Romans, e non manca la Toscana con uno dei suoi nomi più importanti, la Tenuta dell’Ornellaia della famiglia Frescobaldi, con il Poggio alle Gazze dell’Ornellaia 2018. Viene dalla Sardegna, invece, l’unico vino dolce italiano, il Nùali Moscato di Sardegna Passito, prodotto dalla storica cantina Siddùra, nel cuore della Gallura. |
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A WineNews Lorenzo Zanni, dell’Università di Siena: “nel 2020 l’impatto del Covid è stato forte, ma il settore ha retto, soprattutto grazie all’export. In molti hanno cercato di ristrutturare la propria situazione finanziaria, dove possibile ricorrendo a risorse proprie. I prossimi mesi saranno decisivi, soprattutto se la situazione di oggi si protrarrà a lungo. Processi di aggregazione e acquisizione che sembrano destinati ad intensificarsi. Saranno fondamentali le banche”. |
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