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N. 4.309 - ore 17:00 - Lunedì 22 Settembre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Si chiama “MetodoContemporaneo” ed è il primo osservatorio permanente in Italia sul dialogo tra arte contemporanea e vino, risultato della prima ricerca scientifica nazionale dedicata al rapporto tra arti visive e paesaggio vitivinicolo. Il progetto prevede la mappatura, in una piattaforma online, delle cantine che uniscono tradizione viticola e mecenatismo artistico, costruendo una rete di realtà virtuose, protagoniste di un grande evento diffuso su diversi territori, in programma il 17 e 18 ottobre 2025. A novembre, a Verona, il convegno conclusivo aprirà il dialogo sul futuro di nuove pratiche di turismo lento e consapevole. | |
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| | Se è ormai certo che una delle esperienze più gratificanti per i turisti internazionali che visitano l’Italia è quella della scoperta delle eccellenze gastronomiche dello Stivale negli stessi luoghi, che siano territori o aziende, dove il prodotto è identificativo della zona o della realtà che lo produce, è altresì vero che, stando alle anticipazioni del “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano” 2025, diffuse, nei giorni scorsi, dalla sua autrice, Roberta Garibaldi, presidente Aite-Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, i visitatori stranieri sarebbero attratti, a loro volta, ancor di più dalle visite alle aziende più piccole, a conduzione familiare, poiché avrebbero il pregio di assicurare più autenticità e vicinanza da parte del proprietario che, quotidianamente, lavora in azienda, garantendo con il suo stesso nome la qualità che poi viene offerta al cliente finale. Una tendenza che, peraltro, ben si sposerebbe proprio con il mondo del vino, caratterizzato da un’ampia diffusione sul territorio italiano, con 240.000 aziende agricole dedicate alla coltivazione dei vigneti e 30.000 aziende vinificatrici, dove, però, quelle realtà che sono a dimensione industriale rappresentano una quota minoritaria (1.883), secondo i dati pubblicati da Ismea nel report “L’Italia del Vino” 2025. L’Italia del vino è, infatti, dominata da piccole e medie realtà fortemente legate al concetto di impresa familiare. E sono proprio queste le cantine che, nel corso dei prossimi viaggi in Italia, i turisti provenienti da Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania vorrebbero visitare. Analizzando, infatti, le risposte degli intervistati provenienti da tre dei Paesi più importanti per il nostro turismo (per presenze e potere di spesa), emerge che le visite alle cantine continuano a rappresentare l’esperienza più gettonata tra quelle provate nei precedenti viaggi in Italia, con una percentuale più elevata nel caso dei visitatori provenienti dagli Usa (22%, soprattutto GenZ), seguiti da Regno Unito (18%, principalmente Millennials) e Germania (17%, picco di GenX). I luoghi di produzione del vino sono indicati, infatti, come obiettivo per i prossimi viaggi dal 30% dei tedeschi, dal 36% dei britannici e dal 42% degli americani e si piazzano in vetta davanti ai frantoi e alle aziende olivicole, con i caseifici in terza posizione. | |
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| | Dalla Premier Giorgia Meloni al Colosseo a Roma con lo chef Heinz Beck, a Gianna Nannini all’Arena di Verona, da Piero Chiambretti e lo chef Enrico Crippa al Castello di Grinzane Cavour nelle Langhe, ad Antonella Clerici al Porto Antico di Genova, da Carlo Conti dalla Terrazza Mascagni a Livorno, a Bruno Vespa a L’Aquila con lo chef Niko Romito, da Gigi d’Alessio e lo chef Alessandro Borghese a Napoli, a “Peppone” Calabrese a Matera, da “Domenica In”, con Mara Venier e lo chef Massimo Bottura su Rai 1, a tante città, “Il pranzo della domenica degli italiani”, ieri, ha unito simbolicamente l’Italia per la candidatura della cucina italiana all’Unesco, ricordando anche il ruolo dell’accoglienza - e della sala al ristorante - eccellenza italiana che amplifica il valore della nostra cucina, così come il vino - grazie alla professionalità dei sommelier - esalta ogni piatto. | |
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| | | Simbolo di eccellenza enologica, la barrique francese vacilla. Un tempo emblema dell’artigianato di alta gamma e alleata insostituibile dei grandi vini, oggi la piccola botte in rovere si trova al centro di una “tempesta perfetta”: prezzi del legno alle stelle, crisi climatica, viticoltori in affanno e mercati sempre più incerti. La filiera che la produce, “fiore all’occhiello” del savoir-faire francese, è costretta a rallentare. A denunciare la situazione è la Fédération des Tonneliers de France (Ftf), che raggruppa 57 aziende del settore, che mette in evidenza come dal 1 aprile 2024 al 31 marzo 2025 vi sia un calo del -9,5% sull’esercizio precedente, particolarmente significativo sul mercato francese (-16,8%), più contenuto nelle esportazioni (-5,9%). Le cause del rallentamento sono molteplici: malattie della vite, eventi climatici estremi come gelo, grandine e siccità, e l’aumento vertiginoso del prezzo del rovere francese, +50% negli ultimi due anni, spinto dalla domanda cinese e da altri settori . A ciò si aggiunge una correzione degli stock post-Covid che ha ridotto gli ordini. Anche il contesto commerciale resta incerto, soprattutto negli Usa, dove le minacce di dazi (inizialmente fino al 200%, poi fissati al 15%) hanno spinto i clienti a rimandare o ridurre gli ordini, mentre anche in Europa si naviga a vista. | |
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| | | Nel cuore della Basilicata, il Vulture è un mosaico di colline vulcaniche, vigneti antichi e borghi ricchi di storia, e racconta da secoli la cultura della vite e del vino, che, qui, è l’Aglianico del Vulture: ecco la nuova “Città Italiana del Vino” 2026, eletta dalle Città del Vino, grazie alla candidatura congiunta di 14 comuni lucani, che si sono distinti per la visione strategica e la capacità di fare rete “lanciando una sfida che può farsi bandiera delle aree interne, dove il vino può rappresentare un fattore di rigenerazione e rilancio”. | |
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| | Da Saracco (n. 3) a La Raia (n. 7), in “top 10”, e poi ancora Produttori di Manduria, Poggio Argentiera, Cantina Valle Isarco, Muralia, Stemmari (Mezzacorona), Gerardo Cesari (Caviro), Strasserhof, Cascina Galarin, Scacciadiavoli, Tenuta I Fauri, Rocca di Montemassi (Zonin1821), Tenuta Rapitalà, Pasqua, Fattoria di Magliano e Vite Colte: sono le 17 cantine italiane firma dei vini tricolore selezionate da nella “Top 100 Best Buys” 2025 by “Wine Enthusiast” (i cui wine writer per l’Italia sono Danielle Callegari e Jeff Porter), dedicata ai vini che arrivano allo scaffale americano sotto i 20 dollari, ma con un punteggio superiore a 90 su 100, ovvero quelli migliori per rapporto qualità-prezzo, aspetto quanto mai importante soprattutto in questa fase economica che vede contrarsi i consumi di vino in Usa, per la questione dazi, ma non solo. | |
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| | | Per WineNews il vino è il “medium” per raccontare al mondo la bellezza dei territori italiani, e questo è il vino per Menfi, la cui Doc nel 2025 compie 30 anni di storia, nel cuore delle Terre Sicane, dove, citando Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore de “Il Gattopardo”, “riappare l’aspetto della vera Sicilia”. E dove, tra la Valle dei Templi di Agrigento e Selinunte, si investe in vino e nella ristorazione, e si sostiene la cultura, come raccontano dai vigneti sul mare e la spiaggia di Porto Palo, Mandrarossa (Cantine Settesoli) e il ristorante Da Vittorio.
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