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WineNews
N. 3.381 - ore 17:00 - Giovedì 24 Marzo 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti,
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La News
Il Congresso Assoenologi n. 75 a Verona
La politica del vino, con, tra gli altri, i Ministri delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, del Turismo, Massimo Garavaglia, e della Pubblica Amministrazione (e produttore), Renato Brunetta, il grande tema della sostenibilità, i mercati, sempre più complessi da decifrare, interpretare e guidare, e le grandi degustazioni, con le perle del vino italiano, ed il “principe” del territorio, l’Amarone della Valpolicella. Sono gli ingredienti del Congresso n. 75 di Assoenologi,  anche per celebrare i 130 anni della più longeva associazione di categoria al mondo, oggi guidata da Riccardo Cotarella a Verona, dal 25 al 27 marzo (a Veronafiere).
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
Vino, il quadro difficile del 2022 rischia di cancellare il recupero del 2021. Allarme Federvini
Parafrasando il mitico Gino Bartali, non è tutto sbagliato, ma è tutto (o quasi) da rifare. Il recupero del vino italiano nel 2021, almeno nei numeri aggregati, è stato evidente, sia sul mercato interno che su quelli del mondo, con un export record, da più di 7 miliardi di euro. Ma il quadro dipinto in questi primi 3 mesi 2022, segnati da subito dal tema importante dell’aumento dei costi di produzione e della scarsità di alcune materie prime, poi aggravato dalla guerra da Russia e Ucraina con tutte le sue conseguenze, e con una pandemia ancora non del tutto superata sullo sfondo, non può lasciare tranquilli produttori e mercato. E così, la ripresa del 2021, registrata, tra gli altri, anche dall’Osservatorio Federvini, rischia di essere vanificata dalle nuove minacce, con il comparto alle prese con una sorta di “tempesta perfetta”, con costi di produzione in aumento fortissimo, così come le materie prime che, inoltre, scarseggiano mettendo in difficoltà le imprese anche ad evadere gli ordini che pure arrivano, spiega Federvini. “Il 2022 ha tutte le premesse per diventare l’anno della tempesta perfetta - dichiara la presidente Micaela Pallini - da molti mesi lamentiamo una situazione intollerabile rispetto ai costi dei trasporti, che ha danneggiato pesantemente il nostro export. A questo si sono aggiunti il progressivo aumento dei costi delle materie prime e dell’energia e la crisi internazionale che ha fatto esplodere la penuria di componenti essenziali per i nostri settore. È inutile accettare ordinativi quando non abbiamo le bottiglie per riempirle con i nostri prodotti, né disponiamo del cartone per imballarli. Il tema è principalmente il costo (cartone raddoppiato, vetro +25%, tappi +40%, trasporto su gomma +25%, noli marittimi +400% sul 2020), in continuo aumento, ma oggi parliamo anche di disponibilità”. “Dovremo informare i clienti che i listini, come quelli di tutti gli altri, dovranno essere ritoccati verso l’alto”, sottolinea Giancarlo Moretti Polegato, presidente Villa Sandi. “Facciamo fatica a fare previsioni sul 2022. Dobbiamo però cercare di essere ottimisti: abbiamo superato la sfida degli ultimi anni, troveremo una soluzione anche ora”, commenta Beniamino Garofalo, ad Santa Margherita Gruppo Vinicolo (i commenti in approfondimento).
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Agricoltura, 200.000 ettari in più
Dall’Unione Europea arriva il via libera alla semina in Italia di altri 200.000 ettari di terreno per una produzione aggiuntiva di circa 15 milioni di quintali di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione, necessari per ridurre la dipendenza dall’estero. Lo dice Coldiretti, al vertice con il Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, in riferimento alle misure europee adottate per fronteggiare la crisi per la guerra in Ucraina, con la messa a coltivazione di ulteriori 4 milioni di ettari in Unione Europea, per ridurre la dipendenza dalle importazioni dei principali prodotti agricoli. “Tra le regioni più interessate - sottolinea la Coldiretti - ci sono la Campania con 10.500 ettari, la Lombardia con 11.000, il Veneto con 12.300 ettari, il Piemonte con 17.544 e l’Emilia-Romagna con 20.200”.
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Focus
La Vernaccia di San Gimignano tra calice e mercato
La Vernaccia di San Gimignano, l’unica Docg bianchista regionale, alle “Anteprime di Toscana” 2022, mette in campo l’annata 2021, caratterizzata anche da fenomeni poco entusiasmanti per i produttori, dalle gelate alla siccità, pur evidenziando vini ben eseguiti anche se un po’ in debito di reattività; la 2020, in versione “selezione”, annata più regolare e con vini contraddistinti da una buona fragranza, e la Riserva 2019, quest’ultima a confermare il buon profilo dell’annata, con vini di sostanza e dalla intensità aromatica in parte inaspettata per la Vernaccia. Al di là dei verdetti nel calice (in approfondimento i nostri migliori assaggi) va evidenziato che San Gimignano, città di una bellezza unica, con le sue torri medievali che sono un’icona nel mondo, e la sua zona produttiva, già cantata da Dante nella Divina Commedia (unico vino citato dal “Sommo Poeta” è proprio la Vernaccia di San Gimignano, ndr) e immortalata dal Vasari, che oggi sfiora i 700 ettari vitati, in generale, hanno superato sostanzialmente bene le criticità causate dalla pandemia, chiudendo positivamente il 2021. Le quote di mercato sono aumentate del 12% sul 2019 ed il giro d’affari, secondo i dati del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano, guidato da Irina Guicciardini Strozzi, supera di poco i 13 milioni di euro con il 52% della produzione venduta all’estero.
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Cronaca
Sostenibilità: Toblino nel Progetto Impetus
Anche la lotta al climate change va affrontata con un ottica internazionale: Cantina Toblino, cooperativa della Valle dei Laghi, in Trentino, entra nel Progetto Impetus, il programma lanciato dall’Unione Europea che, per 4 anni, coinvolgerà sette aree bioclimatiche, dalla Catalogna alla Norvegia, passando per l’Italia. L’obiettivo è analizzare e proporre metodologie e tecniche adattabili in tutte le sette regioni selezionate, dando da un lato un contributo a viticoltori e agricoltori europei e fornendo dall’altro modelli di gestione del territorio agli enti e alle autorità locali. 
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Wine & Food
Distinguere in etichetta chi segue tutta la filiera del vino e chi no: proposta Fivi-Adiconsum
Tra le tantissime informazioni che già ci sono su un’etichetta di vino, almeno in Italia, ne manca ancora una che, però, da un certo punto di vista, soprattutto per un consumatore evoluto, è importante. Ovvero la distinzione tra chi cura tutta la filiera, dalla vigna alla bottiglia, e chi no. Ed ora c’è chi vuole che questo sia scritto in maniera chiara, ovvero la Fivi-Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, insieme all’Andiconsum - Associazione Difesa Consumatori, che hanno scritto insieme al Ministero delle Politiche Agricole, per chiedere la modifica del sistema di etichettatura dei vini, ritenendola ormai obsoleta (come a dire che il semplice “imbottigliato all’origine” non basta più, ndr). Secondo la proposta, l’etichetta di tutti vini, dovrebbe riportare una dicitura differenziata, indicando ogni volta l’autore delle diverse operazioni, dalla vigna alla commercializzazione.
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Consorzio Vini di Romagna
Monte Zovo
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Mbe Fieramente
WineNews.tv
“Alcol & salute, sostenibilità, mercati”: le priorità per le imprese del vino europeo
A WineNews Ettore Nicoletto (Angelini Wines & Estates e Federvini), neoeletto nel Board del Comité européen des entreprises vins (Ceev), il cui nuovo presidente è lo spagnolo Mauricio González-Gordon, mentre Domenico Zonin (Zonin 1821 e Unione Italiana Vini - Uiv) è stato riconfermato alla vicepresidenza.
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