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N. 2.591 - ore 17:00 - Lunedì 11 Febbraio 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Nell’era in cui anche la comunicazione del vino passa per social e web, la Toscana del vino vola: oltre 41.000 i contenuti dedicati a vini e denominazioni (+57% in un anno, con il record del +1.200% per la Vernaccia di San Gimignano), con 857.000 interazioni in un anno. A dirlo, una ricerca di Travel Appeal e Fondazione Sistema Toscana. Di questi, il 61% è rappresentato da recensioni appartenenti al settore della ristorazione (80%) che in gran numero provengono da TripAdvisor (prima fonte del genere in assoluto, mentre tra i siti specializzati al top c’è WineNews). Per numero di contenuti, tra le denominazioni primeggia di gran lunga il Chianti (27%).
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Un buono e un bello diffusi, che dai tanti territori che compongono il mosaico del vino di Toscana continuano a conquistare il mondo, nei calici e nella comunicazione, e che genera un valore economico importantissimo: 743 milioni di euro “ex fabrica” con i soli vini Dop, a cui si aggiungono 183 milioni degli Igp, per un totale di 926 milioni di euro, ovvero, secondo i dati Ismea, l’11% del totale nazionale, stimato in 8,3 miliardi di euro. Un risultato eccellente, “ma possiamo migliorare ancora - ha detto l’Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Marco Remaschi, nel debutto di PrimAnteprima a Firenze, l’evento firmato da Regione Toscana e PromoFirenze, che ha aperto la Settimana delle Anteprime di Toscana - e anche per questo annuncio che metteremo a disposizioni delle nostre imprese nuovi fondi per la promozione grazie a bandi su Psr e Pif. E, dal prossimo anno, faremo di tutto per far crescere ancora, nelle dimensioni, BuyWine (che, stando ad una ricerca dell’Università di Pisa, funziona, con il 52% delle aziende partecipanti che ha visto aumentare fatturato ed export, ndr)”. Una Toscana del vino in salute, dunque, “anche se, almeno nei volumi esportati, ci sono piccoli segnali di stanchezza che non vanno sottovalutati, mentre continua la crescita in valore”, ha detto Tiziana Sarnari di Ismea. Da cui emerge la forte propensione all’export dei vini toscani: 800.000 ettolitri di vini a Denominazione trovano spazio sui mercati internazionali, in un rapporto fino ad oggi piuttosto stabile tra Paesi extra Ue (57%) e Paesi Ue (43%), con Usa e Germania che si confermano mercati top, mentre cresce il ruolo dell’estremo Oriente, a partire dalla Cina. Una Toscana, dunque, che, come nel Rinascimento, si conferma uno dei centri del commercio enoico. E cosmopolita. “Da noi gli stranieri vengono per assaggiare i grandi vini italiani, mentre la clientela italiana viene per assaggiare i migliori vini del mondo”, ha raccontato la “testimonial” della settimana delle Anteprime di Toscana, Annie Féolde, da oltre 40 anni alla guida, insieme a Giorgio Pinchiorri, dell’Enoteca Pinchiorri, tre stelle Michelin e “tempio” del buon bere e della grande cucina italiana, meta di pellegrinaggio per i gourmand di tutto il pianeta. |
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Aver armonizzato le date delle Anteprime dei grandi vini di Toscana, a suo tempo, rappresentò un traguardo importante, ma lo step successivo, quello di una grande ed unica anteprima è un’ambizione finita un po’ in disparte. Eppure, oggi, con la competizione sui mercati internazionali sempre più forte, fare sistema avrebbe ancora più senso, come ricorda a WineNews il direttore del Consorzio del Morellino, Alessio Durazzi. “Va riconosciuto che all’interno del circuito delle Anteprime ci sono delle storicità che non possono essere banalizzate , ma quello di un’anteprima unica con tutti i vini di Toscana resta un traguardo cui ambire, un bel segnale da dare all’esterno, senza paura dei nostri vicini, perché le sfide sono altrove, nel mondo, nel confronto con sistemi Paese ben più solidi”. |
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Continua a squillare forte e chiaro il canto del Gallo Nero del Chianti Classico: se il 2018 appena chiuso ha registrato, in quantità, una piccola flessione delle vendite, dopo 8 anni ininterrotti di crescita, anche a causa della scarsità della vendemmia 2017 (-27% sulla media), i valori sono cresciuti in maniera sensibile, soprattutto grazie a Riserva e la Gran Selezione, che insieme hanno messo insieme, nel 2018, il 37% della produzione, ed il 52% del fatturato (fonte Maxidata) del vino imbottigliato. Mentre lo sfuso ha viaggiato in media tra i 280 ed i 310 euro ad ettolitro (+35% sul 2017). Numeri al centro della Chianti Classico Collection, evento firmato dal Consorzio guidato da Giovanni Manetti, anteprima delle annate 2018, 2017 e della Riserva 2016, oltre alla “Gran Selezione”, di scena l’11 e il 12 febbraio alla Stazione Leopolda di Firenze. Gli Usa si confermano primo mercato assoluto (34% delle vendite), seguito da Italia (23%) e Canada (+11%). E ora il Chianti Classico, presente in 130 Paesi del mondo, e osannato dalla critica italiana ed internazionale, può contare su un alleato in più: niente mento che il decano della cultura enoica in Uk, Steven Spurrier, oggi contributor di “Decanter”, e già nel 1976 ideatore del celeberrimo “Judgement of Paris”, che è il nuovo “Chianti Classico Ambassador” in Uk. |
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Pastori sardi sul piede di guerra, con l’Isola messa ko da manifestazioni e blocchi stradali: sul tavolo degli imputati, un’industria del pecorino che offre un prezzo per il latte di pecora di appena 60 centesimi per litro, un valore insufficiente a garantire la sopravvivenza di 12.000 allevamenti della Sardegna. Filiera fragile, in cui a pagare è come sempre il settore primario, mentre il Ministro delle Politiche Agricole Centinaio punta il dito contro il Consorzio del Pecorino Sardo, “che non fa gli interessi dei pastori”. |
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Carmignano, Colline Lucchesi, Maremma Toscana, Montecarlo di Lucca, Montecucco, Orcia, Pitigliano e Sovana, Terre di Pisa, Val di Cornia e Valdarno di Sopra: sono le espressioni vinicole dell’“altra Toscana”, denominazioni che, più giovani o storiche, arricchiscono la diversità e la già ricca offerta dei vini della Regione. Che si sono mostrate a PrimaAnteprima a Firenze, portando nel calice molti buoni vini capaci di stare sui mercati internazionali per fattura ineccepibile e per doti, in alcuni casi, di originalità e carattere ben definite e che raccontano l’altra faccia della Toscana del vino (nell’approfondimento tutti i nostri migliori assaggi). |
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La capacità di parlare ad un pubblico sempre più ampio è il vero punto di forza della più popolare, nel senso più alto del termine, delle grandi denominazioni di Toscana, anche grazie ai social network, dove il Chianti è trend topic nel mondo del vino, ed i produttori ci puntano per crescere, come raccontano il presidente del Chianti Giovanni Busi, Giorgio Cavalloni (Fattoria Montereggi), Elisabetta Perasole (Castello del Trebbio), Gianmarco Diddi (Terre del Bruno) e Guido Conforti (Fattoria di Montemorli). |
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