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N. 2.892 - ore 17:00 - Lunedì 4 Maggio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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“Non ci sono ancora cifre precise, ma possiamo stimare che il calo delle vendite per lo Champagne, in marzo ed aprile 2020, abbia raggiunto il -80%. Tutti i luoghi in cui solitamente si consuma Champagne sono chiusi, e la situazione attuale è per noi particolarmente impattante. La crisi sanitaria ha segnato uno stop improvviso a tutta la nostra filiera, ed i produttori, i négociants e le cooperative si ritrovano tutti in difficoltà”. A dirlo Maxime Toubart, presidente del Syndicat général des Vignerons dello Champagne. Un dato che arriva dopo un 2019 da record, con il fatturato della denominazione che ha superato, per la prima volta, i 5 miliardi di euro. |
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Quella che stiamo vivendo è un’emergenza sanitaria mondiale, che ha colpito milioni di persone, e che sta mettendo in seria difficoltà le economie di tutto il globo. Ad essere colpita in modo particolare, è la ristorazione, e la filiera alimentare: “per questo, da adesso può nascere un’occasione per riorganizzare e ripensare la struttura economica che vede la maggioranza dell’allevamento e dell’agricoltura impegnati in pratiche poco sostenibili, dal punto di vista ambientale e sociale. Bisogna puntare su un concetto che l’alta economia considera poco: la comunità”. Con queste parole, Carlin Petrini racchiude la sua analisi, pratica quanto dettagliata, come sempre, nei giorni scorsi in diretta sulla pagina Facebook di Slow Food Italia, inaugurando una serie di incontri settimanali, in cui attivisti della rete di Slow Food, di cui Petrini è fondatore, lanceranno spunti e iniziative per il post Covid-19. “Da più di 16 anni - spiega Petrini - il nostro Movimento sta sperimentando nel vivo quanto sia valida ed importante questo tipo di realtà associativa. Io ho sempre detto che questo tipo di organizzazione sociale è vincente, perché regolata dall’intelligenza affettiva: dentro una comunità c’è un modo di essere, nel senso di esistere, un sistema di condivisione che non è comparabile con nessun altra forma organizzativa”. Concetto che, tra l’altro, è perfettamente sovrapponibile al sistema agricolo potenziale d’Italia, caratterizzata nella sua eccellenza dalla frammentarietà dei territori, della loro diversità produttiva, di tradizioni, di cultura, traducibile con una semplice parola: biodiversità. “In Italia, come in tutto il mondo, il futuro dell’agricoltura non sarà più l’organizzazione attuale: c’è bisogno - sottolinea Petrini - di dare importanza alle piccole realtà produttive, alle economie locali, creando una rete, che sia anche tessuto primario di un’economia più grande e forte. E si torna sempre lì: c’è bisogno di fare comunità, attraverso la condivisione, l’inclusività, l’apertura, la sostenibilità, togliendo di mezzo il pensare all’agricoltura come un qualcosa di finanziario, che tenga presente solo l’aspetto del profitto”. Concetti, questi, non certo nuovi a Carlo Petrini, a Slow Food ed a Terra Madre: proprio quest’ultima è nata con l’obiettivo di essere “la comunità delle comunità””. |
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Inizia la “Fase 2” della lotta contro la pandemia da Coronavirus. Per il settore del vino, nello specifico, non cambia nulla rispetto a prima. La novità più rilevante del Dpcm del 26 aprile, in vigore da oggi al 17 maggio, ricorda l’avvocato Marco Giuri dello Studio Giuri di Firenze, è il via libera all’asporto per tutte le attività di bar e ristorazione (compresi gli agriturismi, come ha voluto specificare la Regione Toscana, ndr). Una piccola boccata di ossigeno per un settore in ginocchio, che stima 34 miliardi di euro di perdite a fine anno, con molte imprese che rischiano di non riaprire se lo stop sarà, come previsto ad oggi, fino al 1 giugno (anche se in molti premono per una riapertura dal 18 maggio). E intanto, i sostegni economici non funzionano: “siamo traditi dallo Stato e dalle banche” ha sottolineato nei giorni scorsi il vice presidente Fipe/Confcommercio, Aldo Cursano. |
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“La maggior parte delle piccole e medie imprese vitivinicole italiane non serve la grande distribuzione, ma ha come principali canali di riferimento ristorazione e bar, e vendita diretta, anche negli agriturismi, di fatto bloccati dalle restrizioni dei Dpcm. Il tracollo del settore vino avrebbe conseguenze nefaste per l’economia del Paese, con gravi perdite occupazionali e anche per l’ambiente, con alcune aree vitate che potrebbero essere abbandonate senza alternative sostenibili”. A rilanciare l’allarme è il presidente della Federazione Vino di Confagricoltura, Federico Castellucci (ex direttore dell’Oiv, ndr). Una crisi, quella del vino, che, con lo stop della ristorazione, ha visto chiudersi un canale che vale il 35% dei consumi in volume, ed il 55% in valore. Tra le proposte per superare il guado (oltre a quelle strettamente vinicole come stoccaggio, distillazione, riduzione delle rese e così via), anche la rinegoziazione del debito, la sospensione delle rate di mutui e prestiti per 12 mesi, la concessione dei contributi in conto interessi, l’attivazione del pegno rotativo anche per il vino e lo sviluppo di garanzie sui crediti. “Senza una forte e immediata iniezione di liquidità, senza troppa burocrazia - conclude Castellucci - molte aziende rischiano realmente di non poter arrivare al termine dell’emergenza”. |
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Operazione rilancio. Nel momento più duro da affrontare sui mercati internazionali, con gli sbocchi “storici” bloccati dall’epidemia di Covid-19, il Consorzio Chianti elabora un progetto da 6 milioni di euro (di cui è capofila, ed in partnership con i consorzi dell’Asti, del Pinot Grigio delle Venezie, del Formaggio Asiago e del Pecorino Sardo) da destinare alla promozione in Canada e Usa. Una “scommessa” da vincere ma anche un messaggio di ottimismo da lanciare al settore, per un progetto che sarà presentato nei prossimi giorni alla Commissione Ue. |
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In quasi due mesi in casa, a cambiare per gli italiani è stato anche il modo di fare la spesa: ad indagare sul carrello della spesa durante il lockdown è Coop Italia, leader della gdo italiana, che ha monitorato gli acquisti in queste 8 settimane di emergenza sanitaria. Intanto, da sottolineare come introduzione, è la fondamentale differenza tra le prime settimane, caratterizzate dalla “spesa bunker”, durante il quale sono schizzate le vendite di conserve di verdure, pasta, riso e olio. Placata l’ansia, è iniziata la discesa a precipizio di pasta, riso, latte uht, biscotti e la cucina è divenuta uno dei molti modi per passare il tempo, con uova, burro, farina ancora in testa al gradimento degli italiani. A doppia cifra, poi, crescono, grazie agli happy hour virtuali, aperitivi (+17%), birra (15,5%), e di vino da tavola (+28,5%). |
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A WineNews la visione di Carlos Veloso dos Santos, alla guida di Amorim Cork Italia. “Sono tematiche che erano già importantissime, e lo saranno ancora di più dopo la pandemia. In ogni aspetto della vita e del lavoro le persone vano messe al centro. I consumi di vino? Fino a marzo hanno tenuto, la botta vera sarà da aprile in poi. Ma ripartiranno in tutto il mondo, finita l’emergenza, perché la gente ha voglia di tornare alla normalità e ad apprezzare le cose semplici”. |
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