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WineNews
N. 3.080 - ore 17:00 - Martedì 26 Gennaio 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
American Airlines e il wine delivery
Il wine delivery è una delle grandi tendenze del mercato enoico in pandemia. Ed a provare a intercettarla, con tanti voli ancora a terra e tanti brindisi ad alta quota (e in aeroporto) in meno, c’è anche American Airlines, prima compagnia aerea a lanciare un servizio di consegna a domicilio per i propri clienti. L’iniziativa si chiama “Flagship Cellars” e consentirà a chiunque abbia compiuto almeno 21 anni, l’età minima per bere alcol in Usa, di scegliere tra la collezione di vini di tutto il mondo che la compagnia offre di solito a chi acquista un biglietto di prima classe, e farseli recapitare comodamente a casa ...
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Primo Piano
L’e-commerce del vino nel mondo muove 1 bottiglia su 10: i dati Nomisma Wine Monitor
Ancora una nicchia, ma protagonista di una crescita esponenziale negli ultimi 12 mesi, che, a detta di tutti, continuerà a crescere anche nel 2021: l’e-commerce del vino nel Belpaese, incentivato dal dramma economico e sociale della pandemia, sta vivendo la sua stagione d’oro. A confermarlo una ricerca di Nomisma Wine Monitor, secondo cui il giro d’affari del vino on line in Italia vale tra i 150 ed i 200 milioni di euro, e è destinato a crescere. “Per avere una visione d’insieme, basti pensare che se a livello globale nel 2009 l’online rappresentava appena l’1% delle vendite di vino del canale off-trade, nel 2019 si è arrivati al 7%, quasi 2 miliardi di bottiglie in valori assoluti”, spiega Emanuele Di Faustino, project manager di Nomisma e responsabile della ricerca. Nel 2020 si dovrebbe essere arrivati ad un peso del 10-12%. Prima della pandemia, l’Italia era “fanalino di coda” tra i principali mercati internazionali: l’e-commerce intercettava appena l’1% delle vendite nel retail, contro il 4% degli Usa, il 10% di Uk e addirittura il 29% della Cina, dove l’e-commerce è da diversi anni un canale fondamentale per le vendite di tale prodotto. Poi è arrivata la pandemia, e con i ristoranti chiusi per gran parte dell’anno e lockdown più o meno generalizzati, 8 milioni di consumatori di vino hanno puntato sui diversi servizi di e-commerce, da quelli storici a quelli che via via sono nati proprio in questo periodo. Si è trattato, evidenzia la ricerca, di ben il 27% dei consumatori totali di vino, dato ancor più significativo se confrontato al 17% del 2018. Parallelamente, si è assistito anche un aumento delle dimensioni dell’e-commerce: si stima che il peso sul totale delle vendite nel canale retail dovrebbe essere passato dall’1% del 2019 al 2-3% del 2020. In Italia, secondo l’Osservatorio Nomisma Wine Monitor-Nielsen, il mercato e-commerce del vino ha raggiunto, nel primo semestre del 2020, i 75,5 milioni di euro, un valore raddoppiato rispetto al 2019, e i protagonisti di questa crescita sono stati sia i cosidetti “pure player”, come Tannico, Vino.Com e Callmewine, sia i siti dei supermercati e Amazon. In particolare, sulla gdo emerge un dato significativo: 3 euro il prezzo medio al litro nei negozi fisici, 4,8 euro in quelli on line.
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“Nazionale” e “salutare”: la spesa degli italiani
Se “sostenibilità” ed “etica” della produzione sono ormai temi dominanti in ogni settore, nel carrello della spesa degli italiani il 2020 ha confermato altri trend di lungo corso, accelerati dalla pandemia. Su tutti, l’attenzione alla salute, con una ulteriore crescita tanto dei prodotti “senza”, ovvero senza tutte quelle componenti che si ritiene possano far male all’organismo, che dei prodotti “rich-in”, ossia ricchi di nutrienti e proprietà benefiche. Così come resta un baluardo dei consumi l’Italianità e la regionalità dei prodotti. Sono gli atout che emergono dell’Osservatorio Immagino GS1 Italy n. 8, realizzata monitorando le etichette di oltre 115.000 prodotti del largo consumo che, nel complesso, hanno sviluppato un sell-out di 37 miliardi di euro, pari all’82,1% di quanto venduto da ipermercati e supermercati in Italia.
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Focus
Tutto il vino da vedere sul piccolo schermo
L’Italia è ancora alle prese con costrizioni e divieti, e tale rimarrà almeno fino al 5 marzo, termine dell’attuale Dpcm che regola attività economiche e spostamenti. Pochi, per la verità, specie la sera, da passare, più o meno controvoglia, a casa, sul divano, magari sognando la normalità davanti a un bel film o a un documentario. Meglio se parla di vino, in un modo o nell’altro. E allora, WineNews vi porta dentro la programmazione delle maggiori piattaforme on demand - Amazon Prime, Netflix e Sky - consigliandovi i titoli più interessanti. Su Prime, da segnare in agenda, la commedia diretta da Sean Cisterna dal titolo assai evocativo, “In vino veritas”, ma anche “Chateau Meroux - Il vino della vita”, la storia di una giovane ragazza, Wendy, cui il padre lascia in eredità un’azienda in Napa Valley, il mitico “Barolo Boys”, diretto da Paolo Casalis e Tiziano Gaia, e “La Madeleine e lo Straniero”, il bellissimo cortometraggio firmato da Alessandra Cardone, tra cucina stellata e vino. Su Netflix, i film da non perdere per gli amanti del vino, tra dramma e commedia, sono “Wine Country” e “Il Sommelier”, ma anche un grande classico come “Un’ottima annata”. Sky, in carnet, offre “Le Grandi Famiglie del Vino”, la docuserie del Gambero Rosso, e la telenovela in salsa enoica “Sangre de mi Tierra”.
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Cronaca
A Torino un sindaco vignaiolo?
Paolo Damilano, molto probabilmente, sarà il candidato sindaco di Torino del centrodestra. La conferma è arrivata ieri, e chissà che Damilano, a capo della griffe di famiglia del Barolo, che controlla marchi identitari della storia della città come il Pastificio Defilippis e il Bar Zucca, non sappia ripercorrere le orme di due statisti-vigneron come Camillo Benso di Cavour, primo Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia, nel 1861, e Luigi Einaudi, secondo Presidente della Repubblica nel 1948. Entrambi, alla scrivania, alternavano con piacere la viticoltura.
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Wine & Food
Anche in Uk aumentano i consumi di vino a casa, ma la ristorazione sarà fondamentale
Anche in Uk, tra lockdown e limitazioni, i consumi di vino si sono spostati, almeno in parte, dai ristoranti alle mura domestiche, dove sono cresciuti del +8% nel 2020, secondo la Wine & Spirits Trade Association. Non di meno, il risvolto della medaglia è stato il calo del prezzo medio a bottiglia. Resta evidente come la ripartenza della ristorazione sarà fondamentale per il business del vino anche in Uk, che per l’Italia rappresenta il terzo mercato straniero in volume e valore dopo Usa e Germania. Importante, dunque, la presenza nei ristoranti, e in questo senso, il Belpaese è discretamente posizionato in un segmento specifico ma molto importante, quello dei ristoranti di pesce nell’area della “Greater London”, con i vini del Piemonte (in più di 8 carte dei vini su 10), e con quelli di Sicilia e Veneto (in 1 lista su 2).
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WineNews.tv
Di territori del vino, consorzi e futuro: le idee del sociologo Aldo Bonomi
Riflessioni intorno alle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Patrimonio Unesco, ma valide per tanti grandi distretti del vino d’Italia: dalla denominazione che perimetra una comunità, che però deve essere aperta ai flussi, ai consorzi attori centrale nella costruzione di una comunità operosa, che vive tra memoria del passato e visione del futuro, e che attraverso la green economy e la green society deve puntare all’obiettivo di fare di un territorio del vino una nuova “Smart Land”.
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