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WineNews
N. 3.941 - ore 17:00 - Lunedì 15 Aprile 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti,
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La News
WineNews intervista la Premier Meloni
Il vino per l’Italia, non ha solo un valore economico, ma “è storia e cultura” ed “è una parte fondamentale della nostra identità di italiani”. Lo ha ribadito la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervistata, nella sua visita ufficiale a Vinitaly 2024, da WineNews, che ha incrociato la Premier nel suo breve “viaggio” nell’Italia del vino, tra i produttori di tutte le regioni italiane presenti nell’evento di riferimento mondiale del settore. Ed alla quale abbiamo chiesto anche se oggi il vino italiano abbia più bisogno di tutela oppure di promozione. E la risposta della Presidente Meloni è stata pleonastica: “di entrambe”.
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“Agricoltura e vino sono priorità”: Giorgia Meloni a Vinitaly, nella Giornata del Made in Italy
Ribadire la centralità dell’agricoltura italiana per il Governo, e quella del vino nell’agricoltura; rinnovare l’investimento sui giovani e sulla formazione tecnica della scuole agrarie e alberghiere, per dare futuro al made in Italy; celebrare, sul palcoscenico più illuminato del vino italiano, quello di Vinitaly, la prima Giornata Nazionale del Made in Italy, nel giorno della nascita del genio per eccellenza, Leonardo Da Vinci. Sono questi i tre motivi “per i quali nonostante la difficoltà di questi giorni particolari ho voluto a tutti i costi essere qui”: parole della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, tornata a Vinitaly 2024, a Verona, per testimoniare il sostegno a quel settore del vino “che è una parte fondamentale della nostra identità di italiani”. Sul palco, la Meloni era con l’anchorman n. 1 d’Italia Bruno Vespa, “che ringrazio non tanto per il suo lavoro di giornalista, ma per quello di produttore di vino”, ha scherzato la Premier, con i Ministri dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, dell’Istruzione Giuseppe Valditara, e gli studenti di tanti Istituti Alberghieri ed Agrari, premiati dal concorso del Crea dedicato ai loro migliori vini. “Siamo qui per ribadire il valore e la centralità che questo Governo dà all’agricoltura - ha detto Meloni - per tutelare la possibilità e la capacità dei nostri agricoltori di produrre eccellenze da vendere al giusto prezzo che premi il lavoro che fanno ogni giorno. Sono un pezzo del made in Italy”. Come gli studenti, a cui la Meloni si è rivolta. “Abbiamo istituito il Liceo del Made in Italy. Sappiamo che c’è un problema di competenze da formare, di aziende che non trovano giovani. Ma c’è soprattutto un problema culturale: per troppo tempo abbiamo considerato l’istruzione tecnica come se fosse di “serie B”, ma non è vero. Perché il made in Italy, quello fatto con testa, mani e cuore, è un pezzo fondamentale della nostra storia. Pensate al vino, che è nelle poesie, nella letteratura, nei quadri, nelle sculture. Ma se non riusciamo a trasmettere tutto questo ai ragazzi, tutte le norme che noi facciamo non faranno la differenza. Nell’agricoltura e nel vino di devono credere i giovani per primi. Il nostro futuro siete voi”.
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Riflettori puntati sui "Super Tuscans"
I “Super Tuscans” hanno segnato indelebilmente il “rinascimento enoico” della Toscana, proiettando i vini della regione nell’olimpo mondiale (e oggi più legati alla tipicità). A raccontarlo, la degustazione firmata, a Vinitaly 2024, dal “Comitato Historical Super Tuscans”, fondato nel 2021, che riunisce le cantine che hanno fatto nascere i Super Tuscans nel Chianti Classico, con Paolo Panerai (Domini di Castellare) alla presidenza e 16 soci fondatori (San Felice, Antinori, Montevertine, Castello di Monsanto, Castellare di Castellina, Isole e Olena, Badia a Coltibuono, Querciabella, Castello di Fonterutoli, Ambrogio & Giovanni Folonari, Riecine, Felsina, Castello di Volpaia, Castello di Ama, Castello di Albola e Brancaia). Una degustazione guidata dal Master of Wine Andrea Lonardi (al tavolo con i colleghi Gabriele Gorelli e Pietro Russo).
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Focus
Piero Antinori, il tributo dal mondo del vino italiano 
Il Marchese del vino, uno degli artefici del “Rinascimento” del vino italiano, “Piero Il Magnifico”: sembrano non bastare mai le parole per descrivere Piero Antinori, presidente onorario di Marchesi Antinori, marchio del vino italiano più ammirato al mondo, figura di riferimento che fatto la storia dell’enologia mondiale, rivoluzionandola nel rispetto delle tradizioni e con lo sguardo sempre al futuro, con vini-icona come il Tignanello, che celebra 50 anni dalla prima annata e, per festeggiare il quale, il Marchese ha voluto contribuire al primo restauro della storia di Ponte Vecchio, simbolo di Firenze, a cui la sua famiglia è legata sin dal Trecento. Ieri sera al Teatro Ristori di Verona, tutti i produttori più rappresentativi dell’eccellenza vitivinicola italiana, riuniti nel Comitato Grandi Cru d’Italia, del quale è stato il primo presidente, gli hanno dedicato un tributo di lodi e riconoscenza per quanto realizzato per tutto il settore. “Ho cominciato ad occuparmi dell’azienda nel 1966 - ha dichiarato Piero Antinori - certamente è stata una responsabilità, ma non un peso: considerando la storia così lunga della famiglia (700 anni e 26 generazioni, ndr) non mi sono considerato un titolare, ma un custode, con la responsabilità di portare un contributo e di passare l’azienda alla generazione successiva, in condizioni migliori”.
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Cronaca
La sensibilità femminile di Bolgheri
Priscilla Incisa della Rocchetta (Tenuta San Guido), Albiera Antinori (Guado al Tasso), Cinzia Merli (Le Macchiole), Marilisa Allegrini (Poggio al Tesoro), Gaia Cinnirella (Tenuta Masseto) e Denise Cosentino (Tenuta dell’Ornellaia): produttrici e/o enologhe di cantine che hanno fatto e stanno facendo la storia di Bolgheri. La cui sensibilità femminile per il vino e per l’interpretazione del territorio è stata messa a confronto a Vinitaly 2024 nel tasting “Iconic Women in Italian Wine” dai Master of Wine Andrea Lonardi, Gabriele Gorelli e Pietro Russo.
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Wine & Food
Premi a Chianti Classico, Argiolas, Sanderson (Wine Spectator) e Sabellico (Gambero Rosso)
Il Premio “Cento anni di eccellenza” al Consorzio del Chianti Classico (ritirato dal presidente Giovanni Manetti), per celebrare il secolo dalla fondazione del Consorzio del vino più antico d’Italia; il Premio Vinitaly International “Italia” alla cantina Argiolas (ritirato da Valentina e Francesca Argiolas), uno dei brand di riferimento della Sardegna del vino; il Premio Vinitaly International “Estero” a Bruce Sanderson, senior editor della prestigiosa rivista Usa Wine Spectator, e il Premio “Vinitaly Wine Critics Award” a Marco Sabellico, storica firma del Gambero Rosso. Sono i riconoscimenti consegnati ieri, a Verona, nel corso della cerimonia inaugurale di Vinitaly. Quello conferito al Chianti Classico è un nuovo riconoscimento istituito quest’anno da Vinitaly, proprio per celebrare il centesimo anniversario dalla fondazione dell’istituto toscano, primo Consorzio di viticoltori.
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Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
Bosca
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Mercato del vino: segnali incoraggianti, ma le difficoltà non sono ancora finite
Da Vinitaly 2024, le riflessioni di cantine italiane leader, a chiusura di un primo trimestre 2024 che fa immaginare un anno difficile, ma da ripartenza, secondo produttori come Antinori, Nino Franco, Feudi di San Gregorio, Conte Vistarino, Umani Ronchi, Cusumano, Villa Sandi, Zenato, Masottina, Tommasi, Zonin, Berlucchi, Carpineto, Argiolas, Allegrini e Gruppo Italiano Vini - Giv.
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