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N. 3.864 - ore 17:00 - Martedì 2 Gennaio 2024 - Tiratura: 31.224 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | “L’uomo Vinumiano” dell’italiano Diego Russo, n. 1 nella sezione under 35, seguito da “Decanter Odette - Il Lago dei Vini” dell’italiano Mattia De Luca e da “Another round!” dell’iraniana Mojtaba Heidarpanah; “Heart Cure” del rumeno Alexandrescu Aurel Stefa, n. 1 nella sezione over 35, seguito da “Percorso di Vite” dell’italiano Sergio Azzini e “Nebbiolo” dell’italiana Samanta Bartolucci: ecco i vincitori di “Spirito di Vino” 2023, svelati, nei giorni scorsi, a Gorizia dall’edizione n. 24 dello storico Concorso internazionale, unico nel suo genere, del Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia e dedicato alle più graffianti vignette satiriche sul vino. | |
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| | Nonostante un quadro economico tutt’altro che brillante, il trend della premiumisation continuerà a consolidarsi, nel 2024, nel mercato, strategico del Regno Unito. Da sempre uno dei più importanti al mondo, e tra i tre mercati fondamentali per l’Italia del vino (insieme ad Usa e alla Germania), che ha esportato vini, Oltremanica, per oltre 602 milioni di euro nei primi 9 mesi 2023, in crescita del +3,5% sullo stesso periodo 2022 (ed in controtendenza all’export enoico tricolore, a -1,9%, secondo i dati Istat, analizzati da WineNews). La sostenibilità, inoltre, sarà un fattore chiave, sempre più importante. E, guardando al Belpaese, occhi puntati su territori come Alto Adige e Piemonte, ma andando oltre, soprattutto in quest’ultimo caso, i soliti noti. Senza dimenticare, più in generale, le potenzialità dei vari Metodo Classico italiani, Franciacorta in testa. Ecco i “10 Wine Trends to Watch in 2024”, secondo Bibendum, uno dei distributori di wine & spirits leader sul mercato Uk, che muove il 15% degli acquisti del settore dell’on trade nel Paese.Sul fronte della premiusation, sottolinea Bibendum, da un’analisi di Proof, emerge come gli operatori che si sono concentrati su vini di maggior valore hanno protetto i profitti nonostante i volumi in calo. Ed inoltre, il vino di qualità emerge come elemento selettivo quando si tratta di scegliere in quale locale andare, visto che il 92% dei consumatori ne raccomanderebbe uno in cui l’offerta di vino è considerata buona o eccellente. Sul tema della sostenibilità, invece, emerge come il tema si sempre più importante, ma man mano che le conseguenze del climate change si fanno evidenti, ai consumatori non bastano più promesse, marchi e certificazioni: vogliono il racconto veritiero degli obiettivi che le aziende “sostenibili” stanno raggiungendo. Sotto i riflettori il Piemonte, ma andando ben oltre il Barolo ed il Barbaresco, intramontabili. Vini a base di vitigni come Barbera, Arneis, Freisa e Grignolino sono ormai presenti in 4 carte dei vini su 5, e sembrano esprimere tutto il loro potenziale di mercato soprattutto nell’offerta a bicchiere nei ristoranti di medio alto livello. Ma gli inglesi stanno scoprendo sempre più volentieri anche i vini dell’Alto Adige, soprattutto il Pinot Grigio, il Teroldego, ma anche varietà meno conosciute come Kerner e Schiava. | |
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| | In testa c’è la categoria degli alimentari (+231 euro), seguita da energia e trasporti, ma l’elenco non si ferma qui. Il “cin cin” al 2024 potrebbe avere presto un retrogusto amaro. Il nuovo anno, infatti, porterà brutte sorprese per le tasche dei consumatori, con un conto che potrebbe raggiungere i +974 euro a famiglia. Lo afferma il Codacons, il Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell’Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori, che ha stimato la maggiore spesa che attende i consumatori nel 2024. Dagli alimentari all’Rc auto, passando per banche e telefonia, le famiglie dovranno mettere mano al portafogli. Si parte da cibi e bevande, prodotti che registrano da due anni un trend in forte rialzo e che proseguirà, seppur in attenuamento, nel corso del 2024, determinando una maggiore spesa per le famiglie. | |
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| | | N. 1 assoluto è lo Champagne, il Grand Siècle Grande Cuvée n. 26 di Laurent-Perrier, con l’Italia rappresentata, in top 10, dal Brunello di Montalcino Giovanni Neri 2019 di Casanova di Neri (7), e dal Barbaresco Rabaja 2020 di Falletto di Bruno Giacosa (9). Ovvero i primi due italiani nella “Top 100 Wines of the World” by James Suckling, tra i critici più seguiti al mondo, specie in Asia, dove vive e lavora. Terzo italiano è il Barolo Cannubi Riserva 1752 2016 di Damilano, n. 20 e n. 1 assoluto della “Top 100 Wines of Italy” del critico che firma anche la guida “I 100 migliori vini e vignaioli d’Italia” del “Corriere della Sera” con Luciano Ferraro (dove il Barolo Damilano e il Barbaresco di Giacosa hanno ottenuto 100/100). E nella quale grandi protagonisti sono le Langhe, con 17 vini tra Barolo e Barbaresco, e Montalcino, tra i territori nel cuore del critico (che è anche cittadino onorario, ndr), con 13 Brunello, 5 tra i primi 10 vini, ma anche 17 Supertuscans, con i Brunello 2019 Vigna Montosoli di Valdicava e Giovanni Neri di Casanova di Neri sul podio con Damiliano, seguiti da Barbaresco Rabaja 2020 di Falletto di Bruno Giacosa, Brunello Vecchie Vigne 2019 di Siro Pacenti, Brunello 2019 di Giodo, Brunello 2019 di Cerbaia, Testamatta 2021 di Bibi Graetz, Barolo Brunate 2019 di Roberto Voerzio e Maremma Toscana Saffredi 2021 di Fattoria Le Pupille. | |
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| | | Il Prosecco continua a raccogliere successi. E se le bollicine, Doc e Docg, che nascono dalla Glera, insieme tengono in valore nelle esportazioni, almeno nei primi 9 mesi 2023 (1,18 miliardi di euro) sul 2022 (1,13 miliardi di euro), secondo i dati Istat, il Consorzio del Prosecco Doc, costantemente impegnato sul fronte della tutela internazionale e della promozione, guarda già con ottimismo al 2024. Dopo che l’indicazione geografica è stata riconosciuta in Nuova Zelanda, in Cina è stato registrato il marchio in ideogrammi cinesi. | |
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| | Capodanno, tempo di bilanci: è roseo quello dello spumante made in Italy, che ha ufficialmente battuto lo Champagne. Sono 936 milioni le bottiglie di bollicine tricolori stappate nel mondo nel 2023, più del triplo di quelle francesi, che scendono a 300 milioni. Emerge da un’analisi Coldiretti, dalla quale si evidenzia che, a fine anno, è stato raggiunto, per la prima volta, un valore dell’export di più di 2,2 miliardi (+3%). E le feste di fine anno fanno registrare il picco della domanda nazionale, con 95 milioni di bottiglie stappate. In complesso, per il cenone di fine anno, gli italiani hanno speso 2,5 miliardi, che quasi 9 su 10 (87%) hanno consumato nelle case, proprie o di parenti e amici. Ma, ormai quasi archiviate le feste, gli italiani sono ora alle prese con gli avanzi: secondo Coldiretti, sulle tavole di oltre 4 famiglie italiane su 5 (82%) si riciclano i cibi non consumati. | |
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| | | A WineNews le riflessioni di Denis Pantini, alla guida dell’osservatorio sul mercato del vino di Nomisma. “Tanti i fattori che pesano sulle performance del settore nell’anno, dall’economia al costo del denaro, dall’inflazione agli stock. Ci aspettiamo una ripresa a partire da dopo i primi 4 mesi del 2024. Attenzione all’Asia, che oggi pesa ancora poco ma che diventa sempre più interessante per il segmento dei fine wines”. | |
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