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WineNews
N. 4.273 - ore 17:00 - Giovedì 31 Luglio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Dazi Usa, da domani al 15% per il vino Ue?
Da domani, 1 agosto, salvo clamorose sorprese dell’ultimo minuto, e fino a nuovo ordine, il vino europeo ed italiano pagherà il 15% di dazi per entrare in Usa. Lo ha lasciato intendere chiaramente il portavoce della Commissione europea Olof Gill, oggi. “La Commissione rimane determinata a raggiungere e garantire il numero massimo di esenzioni, ma non ci aspettiamo che vini e liquori siano inclusi nel primo gruppo che sarà annunciato domani dagli Stati Uniti. Pertanto questo settore, come tutti gli altri, sarà soggetto al 15%”, ha detto Gill. Che non chiude, in futuro, alla speranza di vedere il vino nella lista dei prodotti “zero-per-zero”.
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Primo Piano
Dazi Usa, il vino italiano guarda a nuovi mercati. Ma il Mercosur vale lo 0,57% dell’export
In attesa di una svolta sulla questione dei dazi Usa, dalle organizzazioni di settore fino ai consorzi, in tanti spingono ulteriormente su un tema chiave, quello della diversificazione dei mercati. In particolare, sotto la lente di ingrandimento, c’è il Mercosur (i cui Paesi membri sono Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay; la Bolivia ha infatti aderito nel luglio 2024, ed è per il momento esclusa dall’accordo, e il Venezuela è sospeso), area economica data in grande sviluppo. Il mondo enoico chiede una veloce ratifica dell’accordo tra Mercosur-Ue che promette di eliminare i dazi sul vino, che in Brasile, per esempio, sono del 27%, di facilitare le procedure di importazione e di proteggere le Indicazioni Geografiche, aprendo, di fatto, a nuove prospettive. Ma quanto vale, ad oggi, il mercato del Mercosur per il vino italiano? Secondo i dati Istat, analizzati da WineNews, nel 2024 l’export verso i quattro Paesi membri dell’area rientranti nell’accordo ha raggiunto i 46,7 milioni di euro, ovvero lo 0,57% del totale (8,1 miliardi di euro). Il Brasile copre una grandissima quota, 41,3 milioni di euro (+12,6% sul 2023), davanti ad Uruguay (2,7 milioni di euro), Paraguay (1,9 milioni di euro) ed Argentina (669.946 euro). Nei primi quattro mesi del 2025 il Mercosur è andato in aumento sullo stesso periodo del 2024 (l’export ha generato 12,2 milioni di euro, +4,8%), ma con dei distinguo: Argentina, Uruguay e Paraguay sono in calo, il Brasile con 11,4 milioni (+7,4%) continua la sua marcia di crescita e di interesse per il vino italiano pur restando ancora lontano dai numeri di altri Paesi. Certo, trovare qualcosa che possa fungere da alternativa agli Stati Uniti, soprattutto se i dazi diventeranno realtà, sembra impossibile. Lo dicono i numeri: gli States, con 1,9 miliardi di euro, hanno acquistato quasi un quarto, in valore, del vino italiano venduto all’estero nel 2024. E anche in questo “strano” 2025 sono loro a importare più di tutti e ad incidere sull’andamento del comparto enoico italiano. Vero, allo stesso tempo, che non mancano i Paesi con ottime potenzialità e diversificare i mercati è qualcosa su cui insistere, soprattutto in questo momento storico e con un mercato italiano molto concentrato, con i primi 5 mercati (Usa, Germania, Regno Unito, Canada e Svizzera) che accumulano oltre il 60% dei valori.
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Prosecco, vittoria in Polonia
Il Prosecco, uno dei vini italiani più famosi e consumati al mondo, nonché imitati, vince in Polonia “su un caso di violazione di Ig in ambito non agroalimentare”. A comunicarlo è “Sistema Prosecco” (unione dei Consorzi Conegliano Valdobbiadene Docg, Prosecco Doc e Asolo), guidata da Giancarlo Moretti Polegato, nel sottolineare “un’importante vittoria nell’ambito delle proprie attività tese a garantire, in Italia e all’estero, il corretto utilizzo del termine Prosecco e delle denominazioni tutelate dai tre Consorzi membri”. Nello specifico, spiega la nota, “con una sentenza, emessa l’11 giugno, dalla Corte Regionale di Varsavia, è stata riconosciuta la violazione della denominazione Prosecco in Polonia su prodotti beauty di una nota multinazionale statunitense, attiva sul mercato locale tramite un distributore”.
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Focus
Agricoltura europea, crescita più lenta nel 2025 e 2026
Agricoltura europea tra luci ed ombre, con previsioni di crescita che rallentano, dopo un anno che ha visto alcuni settori crescere ed altri andare più a rilento. In un contesto di prospettive economiche globali caratterizzate dal sentiment dell’incertezza, per il 2025 (con rischi derivanti da conflitti geopolitici e crescenti tensioni commerciali) le prospettive per l’economia dell’Ue indicano una crescita inferiore rispetto alle previsioni precedenti: +1,1% nel 2025 e +1,5% nel 2026. A dirlo è il “Report: Eu agricultural markets short-term outlook - summer 2025”, edizione estiva del rapporto sulle prospettive a breve termine per i mercati agricoli dell’Ue, redatto dalla Direzione Agricoltura della Commissione europea, che presenta i fattori fondamentali che determinano le tendenze e le loro implicazioni per i settori delle colture arabili, specializzate e dei prodotti animali. Per il vino, la previsione, secondo il rapporto, è che le esportazioni diminuiranno del 6% nel 2024/25. Le importazioni, invece, vanno verso una stabilizzazione, mentre le scorte finali, nel 2024/25, dovrebbero rilevarsi inferiori alla media quinquennale (157 milioni di ettolitri). In vista della vendemmia, le condizioni meteorologiche più favorevoli nella primavera del 2025 potrebbero stimolare una ripresa della produzione interna.
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Cronaca
Vendemmia 2025, le prime previsioni
Fare previsioni su quantità e qualità della vendemmia italiana 2025, che è appena alle primissime battute, è un po’ come il calcio mercato estivo: tutto può cambiare da un momento all’altro, tutto può essere smentito. Ma ad azzardare i primi numeri è la Coldiretti, oggi in Sicilia, dall’azienda agricola Massimo Cassarà, a Salemi, che iniziato la raccolta. “Le avversità climatiche non fermano il vino italiano, con la produzione che dovrebbe aggirarsi quest’anno intorno ai 45 milioni di ettolitri, con una qualità tra il buono e l’ottimo”, dice Coldiretti.
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“Gourmand Awards” 2025, ecco i migliori libri al mondo che parlano di cibo e di vino
Da “I terroir dei vini italiani. Un viaggio attraverso le migliori zone viticole d’Italia e i loro vini” di Ian D’Agata & Michele Longo (“Best European Wine Book in the World”), a “Château d’Yquem” di Cinzia Benzi; dal “Rapporto di Sostenibilità del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg” curato dal Cirve per il Consorzio, a “Chianti Classico. L’atlante dei Vigneti e delle Uga” di Alessandro Masnaghetti e Paolo De Cristofaro; da “Bollizine. La guida all’analisi acustica del perlage. Una selezione dei migliori spumanti italiani” di Tommaso Caporale con le prefazioni di Riccardo Cotarella, Simone Rugiati e Tommaso Cascella, a “Terra in fermento. Il paesaggio culturale e antropico della Falanghina Doc come bene immateriale Unesco” a cura di Giuseppe Marotta, Elisabetta Moro, Concetta Nazzaro e Marino Niola: ecco i libri italiani premiati ai “Gourmand Awards” 2025, in Portogallo.
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WineNews.tv
Nicola Piovani: “il vino è un perno della nostra civiltà, legato ad un consumo saggio e poetico”
Tra musica e parole, le riflessioni di uno dei più grandi musicisti italiani dal “Jazz & Wine” 2025 by Banfi, il più longevo “festival aziendale” del vino italiano (con la famiglia Rubei dell’Alexanderplatz Jazz Club di Roma), che, nei giorni scorsi, lo ha visto protagonista del concerto “Note a Margine”, promosso in collaborazione con WineNews che ha fortemente voluto il maestro e Premio Oscar a Montalcino. “I poeti, da Omero a De Filippo, raccontando l’uomo con la loro arte, hanno cantato anche il vino. Mio padre era astemio, ma lo voleva sul tavolo per celebrare con noi gioia e bellezza”.
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