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WineNews
N. 3.266 - ore 17:00 - Mercoledì 13 Ottobre 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti,
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La News
In Valpolicella l’uva del Neolitico
Le origini della vite, e quindi dell’uva, risalgono a qualcosa come 200 milioni di anni fa, ma la domesticazione della vite, e quindi la viticoltura, è decisamente più recente, e si situa intorno al intorno al 4.000 a. C. in Mesopotamia. Tracce di uva si trovano anche prima di queste date, tanto che l’uva più antica della Valpolicella ha 6.300 anni, e proviene dal sito preistorico delle Colombare di Villa, a Negrar di Valpolicella, abitato già tra il Neolitico e l’età del bronzo, come raccontano i risultati delle campagne di scavo condotte dall’Università degli Studi di Milano. Che, adesso, dovrà stabilire se fosse già usata per produrre vino o meno.
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Primo Piano
Gdo, ancora in crescita il vino, soprattutto in valore. Ricerca Iri per “Vinitaly Special Edition
La grande distribuzione, come noto, è stata la vera scialuppa di salvataggio dei consumi di vino in Italia nella tempesta della pandemia, con tanti italiani che, nei mesi più duri del lock down, hanno spostato i loro consumi enoici dai ristoranti chiuse alle proprie case, facendo registrare crescite a doppia cifra negli acquisti di vino allo scaffale. Ma ora che le acque stanno tornando calme e la ristorazione ha ripreso a navigare a buona velocità, le cose stanno tornando alla normalità. Anche se le vendite di vino vino continuano a crescere nei supermercati, seppur molto più lentamente: nei primi 9 mesi 2021, +2% a volume e +9,7% a valore (sullo stesso periodo del 2020). A dirlo i dati della ricerca Iri per Vinitaly, che sarà presentata nella sua interezza a “Vinitaly Special Edition” 2021 (a Veronafiere, dal 17 al 19 ottobre). Dati che, al contempo, confermano sia il ritorno al consumo fuori casa, sia, però, il fatto che gli acquisti nei supermercati si rivolgono sempre più spesso a vini di fascia più alta, visto che le vendite di vino Doc crescono del 4,8% e quelle di bollicine del 27%, ma soprattutto che i valori crescono molto più dei volumi. Nella classifica dei vini più venduti in assoluto, sottolinea la ricerca, si segnalano i cali delle vendite a volume del Lambrusco (-6,7%, e -6,3% in volume, con il vino emiliano che rimane comunque il più venduto in Gdo, davanti al Chianti, in crescita del +8,7 a valore, e del Montepulciano d’Abruzzo, a +3,2%), della Barbera (-10,6%) e della Bonarda (-4,9%) e gli aumenti del Vermentino (+25,7%) e del Valpolicella (+23,9%). Crescono i vini blasonati nella classifica dei “Vini Best”, cioè quelli con maggior tasso di crescita: in terza e quarta posizione, ci sono Barolo (+42,8%) e Brunello di Montalcino (+41,5%), che, però, nel 2020 avevano risentito molto dei lockdown. Le prime posizioni del podio di questa particolare classifica, utile per individuare i trend, sono occupate dal Lugana (+46,4%) e dal Sagrantino di Montefalco (+43,7%). Per i prezzi, prosegue la tendenza degli ultimi anni di una progressiva rivalutazione del valore del vino nella gdo: 3,9 euro a bottiglia il prezzo medio complessivo del vino, 5,6 euro a bottiglia delle bollicine. Atout di un ricerca che sarà approfondita il 18 ottobre, a Vinitaly, con i vertici di Iri,  Conad, Coop, MD, Federvini e Unione Italiana Vini.
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Green pass tra campi e ristoranti
Il 15 ottobre scatta il green pass obbligatorio per accedere i luoghi di lavoro, e le filiere del cibo reagiscono in maniera diversa. Se c’è allarme generale per la logistica, sul fronte agricolo ad alzare i livelli di guardia sono Coldiretti e Confagricoltura, secondo le cui stime 1 lavoratore su 4 (e 1 su 3 tra gli stranieri) non hanno ancora il green pass, con il rischio di fermare le operazioni di raccolta in corso in questi giorni, dalla fine della vendemmia alla raccolta delle olive, ma non solo. Arrivano segnali di relativa tranquillità, invece, dal mondo della ristorazione: secondo l’Ufficio Studi di Fipe/Confcommercio “meno del 10% dei lavoratori del settore è senza green pass, perchè dopo lo shock del primo e secondo lockdown è stata corsa al vaccino per la voglia di lavorare senza doversi fermare più” …
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Focus
I più grandi vini al mondo per la “Gerard Basset Foundation”
Domaine de la Romanée Conti “The Rolls-Royce Motor Cars Golden Vines World’s Best Fine Wine Producer”, Aubert de Villaine “The Macallan Golden Vines Hall of Fame”; Egon Müller “The Sgc Golden Vines Best Fine Wine Producer in Europe”, Ridge Vineyard “The Gucci Golden Vines Best Fine Wine Producer in the Americas”, Penfolds “The VistaJet Golden Vines Best Fine Wine Producer in the Rest of the World”; Domaine Arnoux-Lachaux “The Virgin Galactic Golden Vines World’s Best Rising Star”, Coravin “The Julius Baer Golden Vines Innovation”; “The Oeno Golden Vines Honorary Award” assegnato a Steven Spurrier, la vip-vigneron Kylie Minogue “The Liquid Icons Special Award for Wine Entrepreneurialism”. Ecco i “The 2021 Golden Vines Awards”, svelati a Londra da Liquid Icons, con una charity dinner per la Gerard Basset Foundation del tristellato chef Mauro Colagreco con vini-icona tra cui il Brunello di Montalcino Vigna del Suolo Docg 2016 di Argiano. E dal Brunello al Sassicaia, dal Barolo (con il Monfortino) al Barbaresco, i fine wine italiani sono stati anche tra i lotti dell’asta charity che, grazie a griffe come Giacomo Conterno, Tenuta San Guido, Biondi-Santi, Chiara Boschis, Castiglion del Bosco, Gaja, Bruno Giacosa, Giuseppe Rinaldi e Roagna, ha raccolto oltre 1,2 milioni di sterline. 
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Cronaca
Roberta Garibaldi ad dell’Enit
Tra le massime esperte di enoturismo, curatrice del Rapporto Annuale sul Turismo Enogastronomico Italiano e membro dell’Agenzia per il Turismo delle Nazioni Unite, Roberta Garibaldi ora è anche alla guida dell’Enit-Agenzia Nazionale del Turismo, su incarico diretto del Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. Una nomina importante, per la Garibaldi (spesso ospite ai microfoni di WineNews), che è Professoressa di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo, e che, da più di 20 anni, si occupa professionalmente di turismo, in ambito accademico e istituzionale.
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Wine & Food
Prosek, la Croazia: “è un vino prodotto sotto questo nome da centinaia di anni”
Il Prosecco ha tempo fino alla fine di novembre per disinnescare la grana Prosek, il vino croato che ha visto pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale Ue la domanda di protezione della menzione tradizionale “Prosek”. E se le bollicine italiane hanno tutto il supporto della politica nazionale, a ricordare i motivi della richiesta croata è la Ministra dell’Agricoltura di Zagabria, Marija Vuĉković: “esiste un profondo radicamento sia della denominazione, che del tipo e della tecnologia di produzione del Prosek nella Croazia meridionale. Non possiamo dunque accettare la posizione che si tratti di una copia del nome Prosecco, sapendo che questo vino viene prodotto sotto questo nome nei nostri territori da centinaia di anni. La Croazia ritiene di aver soddisfatto tutte le condizioni per l’approvazione della domanda, e credo che lo dimostreremo”.
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La zonazione, un patrimonio del passato valorizzato dalle Langhe dei giorni nostri
Espressioni diverse di un unico grande territorio, valorizzate dalla zonazione, la prima e l'unica davvero compiuta nell'Italia del vino: dal Barolo al Barbaresco, le Langhe (ma non solo), ancora alle prese con una vendemmia 2021 sorprendente (parola di Deditus) puntano su vigne e cru, per distinguersi e conquistare i mercati. A WineNews, la parola ai produttori: Stefano Chiarlo (Michele Chiarlo), Federica Boffa (Pio Cesare), Ernesto Abbona (Marchesi di Barolo) e Guido Damilano (Damilano).
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