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N. 2.567 - ore 17:00 - Martedì 8 Gennaio 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Se il Paese che vanta i consumi medi pro capite di vino più alti è il Portogallo, in termini di spesa media le cose vanno in maniera decisamente diversa: in testa, con una distanza abissale su tutti gli altri, c’è l’Australia, con 408,6 dollari a persona, per un consumo di 27 litri pro capite. Quasi il doppio della Francia, a 209 dollari a persona l’anno, come rivelano i dati dell’American Association of Wine Economists, davanti alla Svizzera, con 184,9 dollari a persona di spesa enoica annua. Quindi proprio il Portogallo (175,3 dollari), seguito da Argentina (169,8 dollari) e Italia (155,6 dollari). Lontani gli Usa (92,6 dollari), dopo Canada (145,8 dollari ) e Uk (133,4 dollari). |
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Un piccolo passo avanti c’è stato ma la situazione non rimane immune da criticità. Secondo lo Studio Pagamenti Cribis, aggiornato a settembre 2018, analizzato da WineNews, tutti i comparti del settore Food & Beverage, nonostante un debole miglioramento, registrano performance di pagamento al di sotto del dato nazionale. La “pagella”, a livello generale, riguardo ai tempi di pagamento delle aziende italiane verso i loro fornitori, è ancora insufficiente, nonostante i timidi segnali di riscossa. La media nazionale, per quanto riguarda la performance di pagamento nei tempi previsti dalla legge, si attesta al 36,3%, quella del settore Food & Beverage si ferma al 19,18%. E quasi 2 aziende su 10 (il 18,18%, la media nazionale è dell’11,3%) pagano oltre i 30 giorni i fornitori. Un orizzonte ancora distante se consideriamo che è il “Commercio all’Ingrosso Food” a guidare il gruppo dei settori più virtuosi del comparto con il 25,2% “di puntualità” verso i fornitori ma in calo sia rispetto al 2010 (-8,7%) che allo stesso periodo del 2017 (-4,2%). La “maglia nera” è per il settore della Grande Distribuzione: qui solo solo il 14,5% delle imprese paga con regolarità i propri fornitori. Tempi lunghi anche per il settore Horeca dove sono il 17,5% le imprese che pagano alla scadenza i fornitori (dato stabile rispetto a settembre 2017), a fronte del 22,8% di aziende con ritardi oltre i 30 giorni (+130% rispetto al 2010). In calo pure il “Commercio al Dettaglio Food&Beverage” dove sono meno di un quinto (il 18,9%) le imprese puntuali nei pagamenti (-10,8% rispetto al 2010 e -4,4% nel confronto con settembre 2017), ma in questo caso le aziende con ritardi superiori ai 30 giorni (il 20,2%) sono diminuite del 3,8% guardando alle statistiche dello stesso periodo del 2017. Un cambio di tendenza lo troviamo nel settore “Commercio all’Ingrosso Beverage” che rappresenta comunque lo spicchio più piccolo della torta (0,8%): qui il 19,8% delle imprese registra pagamenti puntuali verso i fornitori con un aumento del 21,5% rispetto al 2010 e del 10,6% rispetto a marzo 2017. Un campanello d’allarme che continua a suonare: il ritardo dei pagamenti può infatti mettere a repentaglio l’intera catena commerciale coinvolgendo pure quelle aziende in salute che rischiano di finire, senza colpa, in una situazione difficile. |
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Sembrava ben avviato il percorso, iniziato nei mesi scorsi, e voluto all’unamità, che avrebbe portato la Doc del Valdarno di Sopra, giovane ma ricca di storia e di “testimonial” illustri (come Leonardo da Vinci che ritrasse il celebre Ponte a Buriano nella Gioconda), a diventare la prima d’Italia, forse d’Europa, “biologica certificata” per disciplinare. Un percorso nato per valorizzare quello che è già realtà, “perchè tutti i nostri vini sono già certificati bio”, spiega a WineNews il presidente della Doc, Luca Sanjust. Ma dopo un sostanziale via libera in fase istruttoria, ora, da parte di Ministero delle Politiche Agricole, ma anche di Regione Toscana, “non c’è ancora un rifiuto ufficiale ma, da quanto abbiamo appreso, c’è opposizione a questo percorso, e non capiamo perché, visto che si tratta di una scelta etica e condivisa”, spiega Sanjust ... |
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Raccontare al mondo la ricchezza dei territori vitivinicoli, e, ovviamente, quella della Francia: lo farà “Wine Paris” (Parigi, 11-13 febbraio), prima grande novità nel calendario 2019 dei grandi eventi internazionali del vino segnalati da WineNews. Nel quale, se il primo appuntamento è Bellavita Expo Amsterdam (fino al 9 gennaio, con la società inglese che nell’anno farà tappa anche a Toronto, Varsavia, Amburgo, Parma, Chicago, Città del Messico, Bangkok e Mosca fino a Londra il 7-8 novembre), tra i big player fieristici è Vinitaly con Vinitaly International il primo a volare oltreconfine al Winter Fancy Food a San Francisco (13-15 gennaio), poi in Cina (Chengdu, 17-20 marzo, e con un Road Show dal 17 al 22 giugno), al Summer Fancy Food a New York (23-25 giugno), all’International Wine & Spirits Fair ad Hong Kong e in Russia (Mosca e San Pietroburgo, tutto a novembre), accanto all’evento di Verona (7-10 aprile). Restando tra i big player, Vinexpo torna a New York (4-5 marzo), aspettando il ritorno biennale a Bordeaux (13-16 maggio), e il debutto a Shanghai (23-25 ottobre). È quindi la volta di ProWein (Düsseldorf, 17-19 marzo) che celebra i primi 25 anni, per poi volare ad Hong Kong (7-10 maggio) e Shanghai (12-14 novembre). Impossibile non segnalare, infine, l’En Primeur di Bordeaux (1-4 aprile). Ma non solo. |
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44,1 milioni di ettolitri di vino, di cui 29 milioni di vini Dop, e 14,9 di vini Igp, a cui si sommano 14,3 milioni di ettolitri di vini comuni e varietali, per un totale di 58,5 milioni di ettolitri di vino: tanto riposa nelle cantine del Belpaese al 31 dicembre 2018, secondo il “Bollettino Cantina Italia n. 22” dell’Icqrf, su dati del Registro Telematico. Con un litro di vino su quattro che si trova in Veneto, di gran lunga la Regione più ricca, con 15,3 milioni di ettolitri di vino in cantina, ed il Prosecco Doc al vertice tra le denominazioni, con 4,5 milioni di ettolitri. |
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Una campagna olearia scarsissima, sui 200 milioni di chili, da minimo storico per l’Italia, e i danni della Xylella in Puglia, stimati in 1,2 miliardi: l’olivicoltura del Belpaese in ginocchio, diventa terreno di scontro politico. Da un lato la Coldiretti, che oggi, con migliaia di agricoltori a Roma, ha chiesto al Governo tempi certi sul decreto per stanziare i fondi a supporto dei produttori e per un nuovo piano olivicolo nazionale, con il Ministro Centinaio che lo ha annunciato “ad ore, al massimo a giorni”. Dall’altro, mentre in Puglia il Governatore Emiliano ha respinto le dimissioni dell’Assessore all’Agricoltura Di Gioia, i “gilet arancioni” si sono scagliati contro i vertici locali e nazionali di Coldiretti chiedendo, tra le altre cose, le dimissioni del segretario generale della Coldiretti, Vincenzo Gesmundo. |
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La case history, tra investimenti pubblici e privati, spiegata a WineNews da Natalia Maramotti, presidente Destinazione Turistica Emilia: “nel 2019 prima un evento a Reggio Emilia, poi la presentazione della guida a Piacenza, e nel 2020 un grande appuntamento di caratura internazionale a Parma, Città Creativa della Gastronomia Unesco. Con il supporto pubblico, ma anche dell’impresa, e non solo enogastronomica, che guarda ben oltre gli interessi di campanile, per valorizzare tutte le anime del territorio”. |
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