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N. 3.223 - ore 17:00 - Martedì 17 Agosto 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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In Cina i consumi di vino tornano a correre. Lo raccontano, ad esempio, i dati delle esportazioni italiane, che, nei primi 5 mesi 2021, sono cresciute del +80% sul 2020 (dati Istat), ma anche i nuovi investimenti nella distribuzione di vino. Che, in Cina, passa per un buon 30% per l’e-commerce. E così, fa notizia il finanziamento di 30 milioni di dollari ottenuto da 1919, il più grande retailer on line di wine & spirits del Paese, come riporta Vinojoy. A finanziare il portale, dopo un primo semestre 2021 di grande crescita (vendite a +50%, per 399 milioni di dollari), è stata la Tianjin Runze Wuye Company. L’obiettivo è fare scorte di prodotto in vista dell’autunno … |
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Tra una prima parte dell’anno caratterizzata da lockdown e restrizioni che hanno costretto gli appassionati a bere le bottiglie del cuore a casa, ed un’estate di ripartenza in cui si è tornati a brindare in compagnia, molti, probabilmente, staranno pensando a rimpinguare le scorte di cantina. E se tra enoteche, una gdo sempre più qualificata ed un e-commerce che cresce impetuoso, i canali e gli strumenti per farlo non mancano, il dubbio può venire su cosa comprare, davanti ad una scelta pressoché sconfinata. Un aiuto, in questo senso, può arrivare da una delle tante classifiche italiane ed internazionali legate al vino. Come quella dei “Must Buys” del portale Uk “Wine Lister”, che tramite il suo algoritmo prende in considerazione la qualità e il valore di un vino all’interno della sua annata e della sua denominazione, così come le ultime informazioni del settore da parte dei principali attori del commercio globale di vini pregiati. In una lista periodicamente aggiornata, ad oggi, al vertice assoluto, appaiati a 100 punti secondo il “Wine Lister Score” si trovano una gemma rara del vino francese, come il Domaine Armand Rousseau Gevrey-Chambertin Premier Cru Clos Saint-Jacques 1964, ed un classico del vino italiano come l’Alceo 2013 di Castello dei Rampolla, Igt Toscana che nasce in Chianti Classico, a Panzano in Chianti. Come il secondo vino italiano in lista, del resto, il Flaccianello della Pieve 2015 di Fontodi, a 99 punti. A seguire, con 98 punti ci sono perle come il Tignanello di Antinori, con le annate 2015 e 2016, ma anche il Barolo Cascina Francia 2016 di Giacomo Conterno, e ancora il Sammarco 2016 di Castello dei Rampolla, il Percarlo 2013 e 2015 di San Giusto a Rentennano, il Masseto 2007 della Tenuta Masseto del gruppo Frescobaldi, e ancora l’Apparita 2013 di Castello di Ama, il Cabernet Sauvignon Collezione de Marchi 2010 di Isole e Olena ed il Barolo Rocche di Castiglione 2014 di Vietti. Tanti anche i vini italiani con 97 punti di produttori come Romano dal Forno, Roberto Voerzio, Case Basse di Gianfranco Soldera, Domenico Clerico, Luciano Sandrone, Galardi, Gaja, Masseto, Isole e Olena, Bartolo Mascarello, Bruno Giacosa, Castello di Fonterutoli di Marchesi Mazzei, Giuseppe Rinaldi, Montevertine, Elio Grasso, Giuseppe Mascarello e Figlio, Le Macchiole, Roagna e La Cerbaiona (nell’approfondimento). |
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L’importanza crescente dell’uso delle denominazioni geografiche, elementi di un patrimonio nazionale, nella designazione dei vini e delle bevande spiritose di origine vitivinicola, nonché il diritto degli Stati membri a proteggere tali denominazioni conformemente agli accordi internazionali: sono i concetti guida che hanno portato alla nuova definizione delle Dop e Igp da parte dell’Oiv guidata dal professor Luigi Moio. Che ha aggiornato le sue definizioni armonizzandole con quelle presenti nei principali accordi internazionali sulla proprietà intellettuale, e a quelle dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale e dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (nell’approfondimento). Sottolineando che Do e Ig sono oggetti di proprietà industriale e hanno diritto alla stessa protezione internazionale. |
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Mentre il mondo è in subbuglio non solo per una pandemia, ma anche per le nuove tensioni internazionali, sorride l’export del wine & food made in Italy, che ha ripreso la sua corsa. E con un balzo del +11,2% nel primo semestre (dati Istat), punta dritto al suo record storico. “Con un aumento a due cifre senza precedenti, l’export agroalimentare italiano toccherà entro il 2021 l’obiettivo dei 50 miliardi previsto per il 2020 e bloccato dalla pandemia, di cui quasi 40 miliardi di industria alimentare e 11 miliardi di primario”, ha sottolineato il presidente Federalimentare, Ivano Vacondio, sottolineando come si tratti di “numeri che ci rendono fieri e soddisfatti, ma che non ci colgono di sorpresa. L’inizio dell’anno - aggiunge Vacondio - è stato funzionale a coprire il gap che ancora ci portavamo dietro dal 2020, ma ora si prospetta una seconda metà dell’anno tale da farci arrivare all’obiettivo dei 50 miliardi entro il 2021 e forse addirittura a superarli”. Numeri che danno fiducia e con i quali Federalimentare guarda a Cibus, una delle più importanti fiere del settore agroalimentare d’Europa, di scena a Fiere di Parma dal 31 agosto al 3 settembre, in un evento che segna la ripartenza delle grandi fiere internazionali dell’agroalimentare in presenza, seguendo tutte le norme di sicurezza previste. |
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Da Cristina Bowerman a Isa Mazzocchi, da Chloé Charles a Zahie Tellez, da Riccardo Monco a Carmelo Chiaramonte, da Fulvio Pierangelini ad Accursio Craparo, con special guest Corrado Assenza e “capitanati” da Viviana Varese: ecco i grandi nomi dell’alta cucina protagonisti con la chef stellata del Viva di Milano di “The Grand Gelinaz! Shuffle Stay in Tour” a Feudo Maccari (Noto, 29 agosto), con la griffe siciliana della famiglia Moretti Cuseri che abbinerà i suoi vini ai loro piatti nell’evento benefico per “Si Può Fare Onlus”. |
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I più prestigiosi musei del mondo accolgono delle “amiche speciali”. Ovvero le api, le sentinelle dell’ambiente e insetti preziosissimi per l’equilibrio del nostro ecosistema. Dopo il Louvre di Parigi, dove al Giardino delle Tuileries che si trova ai piedi del museo, si è raccolto il miele a coronamento di un progetto iniziato nel 2018 con l’insediamento di oltre 300.000 api, adesso è la volta di Firenze. Al Giardino di Boboli, gioiello paesaggistico ed architettonico che fa parte del sistema delle Gallerie degli Uffizi, si è insediato uno sciame di api mellifere. Come ha spiegato il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, “in un periodo in cui la moria delle api in Italia e nel mondo preoccupa gli specialisti per l’equilibrio e la sopravvivenza del nostro ecosistema, l’arrivo di questo sciame a Boboli è un dono inaspettato e generoso della natura”.
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Il sentiment di produttori top della spumantistica italiana, da molti dei più importanti territori del Belpaese, dalla Franciacorta al Trentodoc, dal Prosecco Doc e Docg al Lambrusco. Le testimonianze di realtà come Ferrari e Cà del Bosco, Villa Sandi e Mezzacorona, Maso Martis e Carpenè Malvolti, Terra Moretti, Nino Franco e Cleto Chiarli. Con la visione comune di un grande recupero per tutte le bollicine italiane, soprattutto grazie alla ripartenza della ristorazione in Italia e nel mondo. Ed un futuro tra classicità e sperimentazione. |
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