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N. 3.132 - ore 17:00 - Venerdì 9 Aprile 2021 - Tiratura: 31.109 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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“In riferimento a quanto falsamente riportato da alcuni organi di stampa in merito all’asserito acquisto da parte di Riello Elettronica “del 50% della Cantina Allegrini”, Allegrini Estates e Riello Elettronica smentiscono categoricamente l’avvenuta operazione così come l’esistenza di qualsiasi trattativa. È una notizia destituita di qualunque fondamento”. È la secca smentita sulla fake news circolata in ambienti veronesi in queste ore. “Una notizia falsissima”, ribadisce a WineNews Marilisa Allegrini, che guida con il fratello Franco e la nipote Silvia uno dei gruppi più importanti del vino italiano, tra Valpolicella, Lugana, Montalcino e Bolgheri.
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Da quando è nato, trenta anni fa, è stato motore di sviluppo dell’intero settore del turismo italiano, oggi e nel prossimo futuro il turismo del vino aiuterà l’Italia a ripartire dopo la pandemia, con un “piano strategico” atteso da tempo e che ora può contenere gli strumenti perché riesca a fare la sua parte nel difficile momento che stiamo vivendo. Lo hanno detto - tutti d’accordo - i Ministri Dario Franceschini (Cultura), Massimo Garavaglia (Turismo) e Stefano Patuanelli (Politiche Agricole), oggi in Senato, agli autori del volume “Turismo del Vino in Italia. Storia, normativa e buone pratiche”, il senatore Dario Stefàno, promotore della prima Legge dell’enoturismo in Italia (decreto 12 marzo 2019), e Donatella Cinelli Colombini, fondatrice del Movimento del Turismo del Vino. Un fenomeno capace di muovere, prima del Covid, 14 milioni di persone e un business di 2,5 miliardi di euro all’anno nel nostro Paese. Perché nel turismo del vino c’è il passato, il presente ed il futuro dell’Italia, e “averlo normato è stato un primo obbiettivo - ha spiegato Stefàno - la Legge necessita ancora del recepimento da parte di alcune Regioni, ma la politica sta acquisendo coscienza del ruolo che ha nella ripartenza del Paese”. Per sostenere la quale, secondo Cinelli Colombini, è tra i settori più pronti, ma bisogna tener conto che nell’immediato futuro potrà contare di un’utenza italiana e forse europea, ma risentirà ancora fortemente della mancanza dei turisti stranieri. Per tornare ad accoglierli, per Franceschini, dobbiamo investire soprattutto sul turismo esperienziale e nelle possibilità offerte anche dai piccoli borghi. “Ma con un piano strategico - ha detto Garavaglia - partendo dalle leggi esistenti, organizzando quello che già c’è e creando quello che non c’è, e in fretta”. Perché se “in passato - ha detto Patuanelli - il vino ha contribuito alla creazione del Paese come lo vediamo oggi, pensiamo a cosa sarebbero Montalcino senza il Brunello, o il Collio senza i vini delle mie terre, nel presente dobbiamo sostenere i produttori destinando al settore grossa parte delle risorse, e investire prima di tutto in digitalizzazione”. “Il vino necessita di questi sostegni. La presenza di tre Ministri - per il presidente Assoenologi Riccardo Cotarella - dimostra come il vino sia fondamentale nei loro settori, importanti per il nostro Paese”. |
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La zonazione in etichetta, un obiettivo condiviso da tanti grandi territori del vino italiano, che da anni lavorano in questa direzione, ma una scelta sposata, finora, da pochi. Primi tra tutti, Barolo e Barbaresco, con le Menzioni Geografiche Aggiuntive (Mga) introdotte da anni. Anche il Soave, terra di bianchi vulcanici, ha dato da tempo il via libera alle 33 Unità Geografiche Aggiuntive in etichetta. Gli studi, su cru e sottozone, consortili ed aziendali, si sono moltiplicati di anno in anno, ma poi serve una sintesi condivisa. Come accaduto per il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, che ha individuato 12 zone, definite nel disciplinare di produzione Uga (Unità Geografiche Aggiuntive), che saranno anteposte con la menzione “Pieve” in etichetta. Il debutto in etichetta (possibile con la vendemmia 2020) è atteso sul mercato nel 2024. |
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Alla fine, sull’utilizzo del termine “naturale” applicato al vino (e al cibo più in generale), ogni Paese Ue fa e farà storia a sé. Nei mesi scorsi la Direzione Agricoltura della Commissione Ue, stimolata in materia anche dall’Unione Italiana Vini (Uiv), aveva dato un parere piuttosto tranchant in materia, sottolineando che “l’indicazione “vino naturale” può suggerire l’idea di un vino di qualità più alta, inducendo in errore il consumatore. C’è, quindi, il rischio che l’uso del termine “naturale” induca il consumatore in errore”. Ora, riporta la Federvini, arriva una nuova presa di posizione dal Commissario Europeo per la Salute e Sicurezza Alimentare Stella Kyriakides. Secondo cui la Commissione non considera il termine “naturale” né un’indicazione nutrizionale, né un’indicazione sulla salute. Il termine naturale, secondo la Commissione, rientra nel campo delle informazioni volontarie al consumatore: come tale deve essere veritiera, documentabile e non ingannevole per il consumatore. Per questo motivo, la Commissione non ritiene al momento necessario adottare una definizione europea del termine “naturale”, essendo più che sufficiente il quadro normativo sulle informazioni ai consumatori. A valutare di caso in caso, dunque, dovranno essere le autorità nazionali. |
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Societé Jacques Bollinger, la holding company della famiglia Bollinger, che controlla l’omonima griffe dello Champagne, ma anche Ayala, Chanson Père & Fils in Borgogna, Delamain in Cognac e Langlois-Château nella Valle della Loira, amplia il suo raggio d’azione fuori dalla Francia, acquisendo Ponzi Vineyards, pioniere dell’Oregon viticolo. L’accordo comprende la cantina, tutte le strutture destinate all’ospitalità nella Willamette Valley, e 14 ettari vitati, con gli altri 40 che restano in mano alla famiglia Ponzi, che venderà le uve a Bollinger. |
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Ci sarà anche il più famoso e ascoltato dei grandi chef italiani, Massimo Bottura, tristellato Michelin con la sua Osteria Francescana, nell’assemblea in piazza della Fipe-Confcommercio (Piazza San Silvestro, a Roma, e in streaming), il 13 aprile. Insieme a tanti piccoli imprenditori d'Italia, “che avranno modo di raccontare le loro storie di quotidiana disperazione”. Dopo gli scontri dei giorni scorsi, quella del 13 aprile, però, sottolinea la Fipe, “sarà un’assemblea, ordinata, pacifica e allo stesso tempo determinata. Con titolari di bar e ristoranti, ovviamente, ma anche di catering, banqueting, ristorazione commerciale e collettiva, discoteche, imprese balneari e non solo. Tutti insieme per chiedere al Governo un programma per la riapertura definitiva delle loro attività, alcune delle quali sistematicamente chiuse da 14 mesi, e una data certa per avviarlo”. |
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“Vorrei un ristorante in ogni Regione d’Italia. Solo vini italiani. Voglio spingere il made in Italy”. La sua storia (e le ricette) nel libro “My Way”, già tra i “best seller” di cucina in questi giorni. “Alla ristorazione mi sono avvicinato per necessità, poi è diventata passione. Gli chef che oggi sono famosi e vanno in tv possono farlo perchè si sono fatti il mazzo prima, c’è un lavoro vero dietro, e questo va raccontato di più. Il vino per me è molto simile alla cucina: con passione e creatività non ci sono limiti. I territori del cuore? I colli della Romagna e la Toscana”. |
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