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WineNews
N. 3.192 - ore 17:00 - Lunedì 5 Luglio 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti,
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La News
La “Milano Wine Week” 2021
In presenza e in digitale, come ormai siamo abituati a vedere; a Milano ed in collegamento con il mondo, con i “Wine District” dedicati ai Consorzi (dal Franciacorta all’Asti, dal Prosecco Docg ai Vini d’Abruzzo, dalla Valpolicella all’Oltrepò pavese, dal Lugana ai vini e oli di Liguria), con il focus nell’incontro tra appassionati, produttori e ristorazione, ma sempre più attenzione anche al b2b, con la “Wine Business City”: inizia a definire la sua cornice la “Milano Wine Week” 2021, edizione n. 4 dell’evento del vino milanese, in calendario dal 2 al 10 ottobre 2021 (i dettagli nell’approfondimento).
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
Champagne, si accendono i toni tra Francia e Russia. Il Comitè Champagne: “scandalo”
“La Champagne è scandalizzata per la nuova legislazione russa sull’etichettatura dei vini”. Non lascia spazio all’interpretazione la reazione, attesa, del Comitè Champagne, l’organizzazione interprofessionale che riunisce tutti i viticoltori e le maison del grande territorio francese, alla decisione del Governo della Russia che ha cambiato repentinamente e senza preavviso le regole per la commercializzazione delle celeberrime bollicine. Decisione che, come già riportato da WineNews, ha fatto in poche ore il giro del mondo come la nuova “guerra dello Champagne”. La nuova legge russa, spiega il Comitè, prevede che i vini di Champagne possano “conservare il diritto esclusivo di utilizzare il nome “Champagne” in caratteri latini sull’etichetta principale”, ma con la nuova legge che, ora, “li obbliga a rinunciare al termine “Shampanskoe” - traduzione della parola Champagne in russo - ed a riportare il termine “vino spumante” in caratteri cirillici sulla contro etichetta. Solo i vini effervescenti russi avranno adesso il diritto di utilizzare il nome “Shampanskoe””. Secondo Maxime Toubart e Jean-Marie Barillère, co-presidenti del Comité Champagne, “privare gli Champenois del diritto di usare il nome “Champagne” (in cirillico) è scandaloso; è il nostro patrimonio comune e la cosa per noi più preziosa”. E dal Comitè, arriva la richiesta alle aziende di fermare tutte le spedizioni verso la Russia fino a nuovo ordine. Una vicenda che, in ogni caso, riporta al centro la fragilità del sistema della tutela delle Dop e Igp europee, riconosciute automaticamente solo entro in confini Ue, mentre nei Paesi terzi si procede, solitamente, con trattative ed accordi bilaterali. Secondo i dati del Center for Research on Federal & Regional Alcohol Markets, la Russia importa 50 milioni di litri di spumanti e Champagne all’anno, di cui il 13% Champagne francese. Un caso diplomatico e commerciale, dunque, di cui potrebbe approfittare l’Italia, sottolinea la Coldiretti: “con un aumento record del 37% nel primo trimestre 2021 sul 2020 delle importazioni, la Russia si classifica al quarto posto tra i principali consumatori delle bollicine italiane, dopo Germania, Usa e Uk”. Nel 2020, sottolinea la Coldiretti, sono stati stappati 25 milioni di bottiglie di spumante nel Paese di Putin dove particolarmente apprezzati sono il Prosecco e l’Asti.
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SMS
WineNews, 120.000 follower sui social
In tempi in cui tutto viaggia sempre di più sui social, non può farci che piacere la crescita di WineNews, anche su questi canali: raggiunta la quota di 120.070 follower, con un boom tra Facebook, Instagram, Twitter & YouTube. Un traguardo bellissimo a 21 anni dalla messa online del sito web, con 2.930.000 utenti nel 2020, +151% sul 2019. “Ventun’anni di lavoro online, che si è evoluto nel tempo con mezzi diversi e, aspetto diventato ormai parte integrante del nostro “ecosistema” digitale di informazione quotidiana, entrando nel mondo dei social network. Sui quali ora e sempre di più in futuro, saranno declinati - spiega il direttore Alessandro Regoli - i contenuti che produciamo. Con l’obiettivo che resta quello di raccontare un mondo che è cambiato, ma che si conferma bellissimo e capace di raccontare il meglio del nostro Paese”. 
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Focus
La nuova missione di Slow Food: salvarci dall’estinzione
Non più “solo” le tre parole chiave che definiscono l’approccio di Slow Food al cibo, che deve essere “buono, pulito e giusto”. Ma è un obiettivo ben più ampio e ambizioso quello del futuro prossimo dell’associazione che ha conquistato il mondo e forse più di ogni altro attore influito sui temi che ruotano intorno al cibo. Ovvero far diventare tutti attivisti, portando la filosofia Slow nelle scuole, per “scongiurare l’estinzione dell’uomo”, lavorando su concetti come la “Rigenerazione”, la “Transizione ecologica”, la “Comunità” e l’“Educazione”. E’ il messaggio di Carlo Petrini, fondatore e presidente internazionale di Slow Food, nel Congresso n. 10 della “Chiocciola”, andato in scena a Genova e che ha eletto il nuovo Direttivo di Slow Food Italia, che, per la prima volta, sarà guidato da una donna, Barbara Nappini dalla Toscana. “C’è un termine, un concetto, che è destinato a ritornare frequentemente nei prossimi tempi. È il verbo rigenerare. Viviamo un periodo di passaggio verso un’altra epoca storica, cioè la transizione ecologica. Forse, in Italia, non abbiamo ancora le idee sufficientemente chiare su che cosa sia. Serve chiarezza sul fatto che significhi cambiare un modello che, a partire dalla rivoluzione industriale, ci sta portando verso l’estinzione dell’homo sapiens sapiens”, ha detto Petrini.
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Cronaca
Tenuta del Buonamico accende la vigna
Coloratissima, sofisticata e leggera, pensata per stare all’aperto come negli spazi chiusi, dall’alto di quasi 2 metri ed orientabile anche a 90 gradi proietta una luce circolare fino a 10 metri di diametro di notte e di giorno. Ed è, forse, la prima lampada ad essere posizionata in un vigneto italiano. Dall’incontro tra vino e, questa volta, il design, arriva l’idea di Halo Giga, installazione luminosa del progetto Origin dello Studio Mandalaki di Milano che illumina i filari della Tenuta del Buonamico, nella Doc Montecarlo in Toscana, dedicata al legame tra l’uomo e la natura. 
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Wine & Food
Concours Mondial de Bruxelles, 7 Gran Medaglie d’Oro per l’Italia del vino
Il Carmignano Ghiaie della Furba 2017 di Tenuta Capezzana (Revelation Organic), il Biferno Gironia Rosso Riserva 2013 di Cantine Borgo di Colloredo (Revelation Italy), il Cerasuolo d’Abruzzo 2020 di Terzini (Italian Rosé Revelation), il Lugana Doc Gigi Rizzi Collection n° 01 Bianco 2018, il Doc delle Venezie Il Casato Pinot Grigio Rosato 2020 di Schenk Italia, l’Aglianico del Taburno Cariavis Riserva 2010 di Terre Caudium, il Sicilia Igt Duca di Montalbo 2007 dell’Azienda Agricola Milazzo, il Toscana Igt Casal Duro non filtrato Rosso 2018 di Fattoria La Vialla, il Taurasi Riserva Vigna Cinque Querce 2013 di Salvatore Molettieri. Ecco le 7 Gran Medaglie d’Oro, conquistate dal vino italiano al Concours Mondial di Bruxelles, cui si aggiungono 103 medaglie d’Oro e 279 medaglie d’Argento. In testa per medaglie complessive la Francia (672), seguita dalla Spagna (507), dall’Italia (389) e dal Portogallo (335).
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La Guardiense, la storia di una cantina, dei suoi vini, e di una sinergia che premia il territorio
Storia di una grande cooperativa del Meridione, che ha investito in tecnologia e qualità, per affrancarsi dal ruolo di cantina da grandi quantità di vini sfusi, puntando invece sulle peculiarità del territorio, divenendone locomotiva. Oggi, quella che era nata, nel 1960, da 33 soci, è un attore vinicolo, sociale ed economico fondamentale, con 1.000 viticoltori e 1.500 ettari vitati, dove muove i primi passi il “Progetto Terroir”, nucleo di una vera e propria zonazione. A WineNews il presidente de La Guardiense, Domizio Pigna, e Riccardo Cotarella, enologo consulente della cantina beneventana.
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