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N. 2.610 - ore 17:00 - Venerdì 8 Marzo 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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14.000 metri quadrati di terreno alle porte di Parigi, parte di Paris Expo, dedicati alla coltivazione e poi alla vendita dei prodotti freschi dell’orto, con un investimento di 5 milioni di euro: sorgerà nella capitale francese, entro il 2020, quella che è presentata come la più grande azienda agricola urbana del mondo. A gestire l’area sarà la società di organizzazione di eventi Viparis, mentre la riconversione dell’area è stata affidata a “Le Perchoir”. A regime, dunque, partirà la produzione di frutta, verdure e legumi con vista Tour Eiffel, nella periferia urbana di una delle città più importanti del mondo, che si tinge di agricoltura. |
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Le autorizzazioni all’impianto dei vigneti non possono essere trasferite da una Regione all’altra, se non dopo 6 anni dalla registrazione dell’atto di conduzione. Al contrario, se uno è proprietario sia del terreno in cui avviene l’estirpo, che dei terreni in cui avverrà il reimpianto, il parametro temporale che impedisce il trasferimento fuori dai confini regionali non vale, ed i proprietari, dunque, “non sono sottoposti a vincoli e possono muovere fuori dal territorio regionale le autorizzazioni di reimpianto a loro rilasciate, secondo le specifiche esigenze aziendali”. È quanto chiarisce, apprende WineNews, una nota della direzione generale delle Politiche Internazionali e dell’Unione Europea del dipartimento Politiche Europee e Internazionali dello Sviluppo Rurale del Ministero delle Politiche Agricole, firmata dal dg Felice Assenza. Un chiarimento importante, dopo che il Decreto ministeriale del 13 febbraio 2018 aveva introdotto diverse novità sulla gestione delle autorizzazioni di impianto dei nuovi vigneti, tra cui, appunto il vincolo di 6 anni di conduzione prima di consentire lo spostamento tra Regioni diverse (sull’esempio tracciato per prima dalla Regione Toscana, ndr), per evitare, come successo nei primi anni di applicazione del nuovo regolamento Ue in materia, la “migrazione di massa” di vigneti da un territorio all’altro, spesso in conseguenza a contratti di affitto stipulati ad hoc, e per contrastare fenomeni elusivi del principio di gratuità e non trasferibilità della titolarità delle autorizzazioni stesse. Un aspetto che è uno dei tanti nodi delicati e mai definitivamente sciolti, portati del Regolamento Ue entrato in vigore nel 2016. Criticità che nasce dal fatto che, in alcune Regioni e territorio, l’1% massimo di aumento del vigneto annuo consentito per ogni Paese Ue, è più che abbondante, mentre in altri, di maggior successo sul mercato, le richieste sono decisamente superiori alle domande. 6.602 sono, per esempio, gli ettari messi a bando per il 2019, ovvero l’1% della superficie vitata in Italia al 31 luglio 2018, come previsto dal decreto n. 6638 del 14 dicembre 2018 del Ministero delle Politiche Agricole. Più o meno, ovviamente, lo stesso plafond che era a disposizione nel 2018, quando arrivarono richieste, a livello nazionale, per 63.500 ettari di nuovi impianti. |
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Nulla di fatto: nonostante l’accelerazione da parte degli uffici del Ministero delle Politiche Agricole per dare il via libera al decreto Ocm Promozione nei Paesi Terzi per la campagna 2019-2020, il settore dovrà aspettare ancora un po’. Non si è trovato l’accordo, infatti, nella Conferenza Stato-Regioni di ieri, che ha rinviato la decisione, per divergenze su alcuni aspetti, ancora da chiarire. Sul piatto, c’è l’assegnazione degli oltre 100 milioni di euro per la promozione del vino italiano nei mercati extra-Ue (71,3 gestiti dalle singole Regioni, 30 dal Ministero delle Politiche Agricole, a livello nazionale)”. Una misura fondamentale per sostenere le esportazioni che, però, nonostante gli sforzi delle parti, continua a vivere percorsi complessi e accidentati. |
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Oltre 6.500 contenuti al giorno veicolati su blog, forum, siti di notizie, social network in tutto il mondo, con oltre la metà delle conversazioni all’estero (55%), soprattutto negli Usa (26%), e con più di 100.000 utenti ingaggiati quotidianamente. Sono i numeri delle Dop e Igp del wine & food italiano su web e social media secondo “Web Dop”, il primo monitoraggio del genere firmato dalla Fondazione Qualivita. Nel complesso, si parla di 51 milioni di utenti raggiunti in 9 mesi, con 1,8 milioni di menzioni veicolate da 968.000 autori sul web. Dai dati, emerge soprattutto il boom social degli ultimi due anni, con un +63% delle Ig italiane con almeno un account ufficiale (436 prodotti nel 2019 contro 268 di due anni fa) e con l’88% dei Consorzi che ha investito risorse sui social media, l’86% sul sito web e il 63% in digital marketing. Il web è visto dai Consorzi come un canale di informazione e diffusione globale, con azioni digitali rivolte anche al target straniero nel 61% dei casi. Tanto che la rete è oggi voce stabile nel budget dei Consorzi, consapevoli che non è un ambito da gestire in modo amatoriale ma merita investimenti. Tra i consorzi di maggior successo sul web, si segnalano Gorgonzola, Grana Padano e Parmigiano Reggiano per il food, e Franciacorta e Brunello di Montalcino per il vino. |
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È Ferrero il marchio del food & beverage con la miglior reputazione del mondo: lo dice la Global RepTrak 100 2019, la classifica annuale che mette in fila i 100 marchi stilata dal Reputation Institute, che considera aziende di tutti i settori. Ma, quello del food & beverage è quello che di fatto premia il made in Italy: dei primi 4 marchi del settore, tre sono italiani. Oltre a Ferrero, al n. 19 in assoluto, c’è Barilla, al n. 31, Kellog’s, al n. 33, e Lavazza, al n. 38. Al n. 39, invece, Lvmh, big del lusso che vanta tra le sue proprietà anche grandi griffe enoiche come Chateau d’Yquem e Dom Pérignon. |
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Un altro passo avanti, decisivo, per il turismo del vino in Italia, settore che muove ogni anno 2,5 miliardi di euro e 14 milioni di persone. La conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera al decreto ministeriale in materia. Tradotto, vuol dire che la strada è spianata perché la legge sull’enoturismo veda finalmente i decreti attuativi e diventi operativa. “Finalmente arriva una puntuale definizione di “Enoturismo”, vengono completate alcune semplificazioni fiscali per le aziende agricole e vengono definiti anche degli standard minimi di qualità dei servizi offerti, e c’è un quadro normativo armonizzato a livello nazionale”, commentano Movimento Turismo del Vino e Unione Italiana Vini, che hanno visto accolte nel testo molte delle istanze in materia portate avanti in sede istituzionale. |
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Tra economia in crescita ed evoluzione del vino e del territorio, le parole di Filippo Mobrici (presidente del Consorzio Barbera d’Asti), del produttore Michele Chiarlo, tra i primi a scommettere con convizione su questo vino-vitigno, e del wine-writer Ian d’Agata, con la Barbera (che si scopre capace anche di vini da grande invecchiamento) nello scacchiere del vino mondiale. |
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