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N. 4.072 - ore 17:00 - Venerdì 18 Ottobre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Dal Chianti Classico alla Sardegna: Tolaini, cantina storica del territorio del Gallo Nero, guidata dall’imprenditrice italo-canadese Lia Tolaini, è la nuova proprietaria di Pala, uno delle realtà più importanti dell’Isola dei “Quattro Mori”. Un affare, nel segno della continuità (in azienda resteranno lo staff e l'ad, Fabio Angius) guidato dalla passione per la Sardegna che Lia Tolaini ha sottolineato a WineNews, ed anche un riconoscimento alla famiglia Pala, tra quelle che più hanno segnato la crescita qualitativa del vino di Sardegna, e di cui la Banville Wine Merchants, guidata dalla stessa Lia Tolaini, distribuisce da tempo i vini. | |
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| | “Sparkling wine”, in Usa, fa rima con Italia. Perchè negli Stati Uniti le bollicine del Belpaese sono le più gettonate, e gli spumanti italiani hanno superato quelli francesi (e di tutto il resto del mondo) non solo a volume, ma, per la prima volta, anche a valore. Lo rileva l’analisi dell’Osservatorio Unione Italiana Vini (Uiv) - Vinitaly sui dati SipSource (Agosto 2024), di scena a Vinitaly.Usa, a Chicago, il 20-21 ottobre, la prima fiera oltreoceano interamente dedicata al vino made in Italy. “Lo storico sorpasso, registrato attraverso il monitoraggio delle vendite effettive di vino riscontrate dai distributori statunitensi, segna lo switch nella leadership delle bollicine, con l’Italia che vede lievitare le proprie quote di mercato al 35% contro il 31% dei transalpini e il 28% degli sparkling americani. Un traguardo - rileva l’Osservatorio Unione Italiana Vini (Uiv)/Vinitaly - raggiunto, soprattutto grazie all’ascesa inarrestabile del Prosecco, che, non a caso, è riuscito, al contempo, a raggiungere e superare, per la prima volta, lo Champagne (28% vs 26% le rispettive quote di mercato). Il successo della denominazione si riflette nell’andamento dell’intera tipologia sparkling tricolore che, a sua volta, ha superato i bianchi nel product mix dell’offerta enoica italiana e rappresenta oggi il 37% del venduto made in Italy negli Usa (il 35% a volume)”. Tra gennaio e agosto 2024, le bollicine italiane sono le uniche ad aver aumentato i volumi delle vendite negli States (+1,5% contro una media complessiva delle vendite di sparkling in calo del 13%), trainate anche dal successo crescente dei cocktail. “Anche nel testa a testa Prosecco-Champagne - sottolinea l’Osservatorio - quest’anno non c’è stata storia: +2,2% il trend nei primi 8 mesi 2024 per le bollicine più famose d’Italia, -15,3% per il simbolo luxury francese”. A Chicago, al Centro Expo Navy Pier, saranno oltre 230 le aziende partecipanti e più di 1.650 le etichette in degustazione tra vino e bollicine. Anche per coltivare un trend, quello di crescita degli spumanti italiani, che è planetario: nel 2023 sono state vendute in tutto il mondo 936 milioni di bottiglie. Negli ultimi 10 anni le esportazioni sono triplicate, e solo in Usa il valore è cresciuto del 351%. “Ci aspettiamo molto da questa fiera”, commenta l’ad Veronafiere, Maurizio Danese. | |
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| | Che siano gli “Emmy Awards” a Los Angeles, gli “Oscar” della tv; che sia la “Milano Fashion Week” o la prestigiosa alleanza con la Guida Michelin (che vede il Franciacorta diventare da quest’anno “Sparkling Wine Partner”); o il “Festival Franciacorta”, case history virtuosa dell’enoturismo; senza dimenticare gli eventi nei ristoranti di alto livello negli Usa con le “Franciacorta Restaurant Weeks”; la spettacolare “Mille Miglia” o “Orticolario”, evento tra arte e natura a Cernobbio: le bollicine del Franciacorta sono diventate le protagoniste assolute dei brindisi più esclusivi in Italia e all’estero, perseguendo una strategia di marketing basata su un mix vincente di lusso, glamour, celebrities e partnership d’eccezione. Esempio forse unico nel Belpaese di Consorzio del vino che, in pochi anni, è riuscito a costruire un valore inestimabile. | |
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| | | Anche l’Alto Adige, territorio tra i più prestigiosi d’Italia soprattutto per la produzione di vini bianchi d’eccellenza (e con il valore dei vigneti che, nella zona del Lago di Caldaro, in particolare, arriva anche a 900.000 euro ad ettaro, secondo il Crea), avrà le sue Uga, le Unità Geografiche Aggiuntive. Il Ministero dell’Agricoltura, infatti, ha dato l’ok ufficiale alle 86 Uga individuate e documentate fin nei minimi dettagli, grazie alle quali “il settore vinicolo dell’Alto Adige compie un ulteriore passo”, spiega il Consorzio Vini Alto Adige, guidato dal presidente Andreas Kofler, e dal dg Eduard Bernhar. Gries, Mazon, Eppan Berg o Brenntal, per fare degli esempi, i nomi delle Uga che in futuro potranno essere indicate in etichetta insieme alla denominazione “Alto Adige Doc” (con una riduzione delle rese del 25%, e solo per i vini realizzati con i vitigni indicati come migliori per quella sottozona. Un ulteriore passo di crescita per la valorizzazione di un territorio che da cui ogni anno partono 40 milioni di bottiglie che vengono vendute soprattutto nel canale Horeca, e in tanti mercati del mondo, con Stati Uniti, Germania, Belgio, Olanda, Uk e Svezia, per un giro d’affari 2023 sui 350 milioni di euro, che, dai dati del Consorzio, dovrebbe confermarsi anche nel 2024. | |
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| | | Dal meglio dell’Italia dei vini “buoni, puliti e giusti” della guida “Slow Wine” 2025 che si racconta a Milano (domani), alle più famose Maison delle bollicine francesi protagoniste alla “Modena Champagne Experience” firmata Società Excellence (con il Lambrusco come partner, 20-21 ottobre), dalle “Exclusive Tasting” nelle cantine delle Langhe che hanno donato i lotti dell’asta “Barolo en primeur” (da oggi al 25 ottobre), ad “Essere vignaioli. Storie di vigne e di vini” nelle enoteche con i vignaioli Fivi (23 ottobre), sono tante le degustazioni nell’agenda WineNews. | |
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| | Nel Belpaese la filiera agroalimentare si distingue per l’elevata numerosità delle imprese nel settore primario e per la loro polverizzazione; inoltre, rispetto alla media europea e ai due mercati di riferimento (Francia e Germania), l’Italia ha anche un maggior peso del settore primario (71% della filiera per numero di imprese, 30% per addetti e 6,6% per fatturato), mentre produzione e distribuzione hanno valori inferiori. Nel contempo, a livello di singola impresa, è nella fase di trasformazione, ossia nel settore industriale, che si concentra la parte preponderante, il 70%, del valore di filiera, anche se questo non significa necessariamente che i margini di profitto siano sempre più elevati. A dirlo, le prime analisi dell’Osservatorio HonestFood, sviluppato in partnership dall’associazione HonestFood e da Liuc Business School (in approfondimento). | |
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| | | La visione di produttori storici, e di chi ci ha investito di recente arrivando da altri territori, e delle nuova governance del Consorzio. Parlano Ottavia Giorgi di Vistarino (Conte Vistarino), Valeria Radici Odero (Frecciarossa), Stefano Calatroni (Calatroni), Paolo Verdi (Bruno Verdi), Paolo Ziliani (Berlucchi), Umberto Callegari (Terre d’Oltrepò & La Versa), Roberto Lechiancole (Prime Alture), Francesca Seralvo e Riccardo Binda (presidente e dg Consorzio Vini Oltrepò Pavese). | |
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