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WineNews
N. 3.934 - ore 17:00 - Lunedì 8 Aprile 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti,
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La News
Vino, 25 anni in asta con Pandolfini
Per un anniversario speciale, ci vuole una festa speciale. Che sarà festeggiata con tanti gioielli del vino francese e italiano, che saranno sotto il martello il 10, 11 e 12 aprile da Pandolfini, a Firenze nell’asta “As time goes by”, della casa d’aste fiorentina, per celebrare i suoi 100 anni di attività, ed i 25 nel mondo del vino. Tra i top lot, due singole bottiglie di Romanée Conti Domaine de La Romanée Conti, una di 2007 e una di 2008, con una stima tra 10.000 e 20.000 euro ognuna, sul fronte francese; una magnum del mitico Sassicaia 1985 della Tenuta San Guido, stimata tra 4.000 e 8.000 euro, sul fronte italiano (e molto altro, in approfondimento).
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Primo Piano
L’Italia del vino by Ismea: fatturato a 13,8 miliardi l’export ne vale 7,8, giù la produzione
L’Italia enoica (che è pronta a darsi appuntamento a Vinitaly, dal 14 al 17 aprile, a Verona), sta attraversando un momento di “passaggio”, con tante sfide davanti da affrontare. Ma, allo stesso tempo, può contare su basi solide avendo dalla sua un bagaglio inestimabile fatto di paesaggio, storia, cultura, identità, ma anche di numeri. Perché la viticoltura in Italia è qualcosa di solido e concreto, un volano economico che smuove l’occupazione e porta ricchezza. Numeri che fanno parte della panoramica de “L’Italia del vino” by Ismea (marzo 2024) che fornisce una fotografia dettagliata sul settore nel 2023. Ad iniziare dai 13,8 miliardi di euro di fatturato complessivo, che rappresentano il 10% dell’intero fatturato dell’agroalimentare, o del valore dell’export sceso a 21,4 milioni di ettolitri (-1%) per un valore di 7,8 miliardi di euro (-0,8%) ed un import in crescita a quota 2 milioni di ettolitri (+1) con un’impennata in valore fino a 574 milioni di euro (+22%). Tutto questo grazie a 675.000 ettari di vigneti e 33.000 aziende vinificatrici (oltre il 55% sono cooperative di vino). Un anno, il 2023, che sarà ricordato anche per la scarsità della produzione come conferma il dato dei 38 milioni di ettolitri, il 23,2% in meno nei confronti del 2022. Italia che vanta, comunque, un patrimonio da record fatto di 527 riconoscimenti Dop e Igp (77 Docg, 332 Doc, 118 Igt). Se la produzione ha registrato una forte flessione c’è da dire che, negli ultimi anni, è cresciuta quella di vini Ig e dei bianchi, rispetto ai rossi, con i rosati arrivati al 3%. L’exploit dei bianchi va ricercato nella performance degli spumanti arrivati nel 2023, grazie a 7 milioni di ettolitri, ad una quota del 18% della produzione nazionale. In rialzo anche la superficie vitata arrivata a 675.136 ettari; il vigneto italiano è per il 65% a Dop, 14% a Igp e 21% tra comuni e varietali. Il 46% del totale, e quindi 311.000 ettari, ha usufruito della misura Ocm Ristrutturazione e Riconversione. Il focus sull’export mostra una crescita in valore per i vini Dop (5,2 miliardi, +0,4%) che si prendono la parte più significativa davanti agli Igp (1,67 miliardi, -3,5%), entrambi comunque in calo in volume rispettivamente del -3,2% (10,8 milioni di litri) e del 2,2% (5,2 milioni di litri).
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“Decreto belga”, l’allarme Federvini
Inizia a preoccupare le imprese del beverage il decreto del Belgio che, come riportato da WineNews, nei giorni scorsi, limitando fortemente pubblicità e comunicazione, da un Paese che è il cuore della politica europea, avrebbe effetti probabilmente di portata molto più ampia rispetto alla vicenda ampiamente raccontata dell’etichetta con gli health warnings introdotta nei mesi scorsi dall’Irlanda. A far sentire la sua voce, ora, è la Federvini. “L’impegno del settore per tutelare i minori (su cui si incardina il decreto, ndr) non è in discussione - afferma la presidente Federvini, Micaela Pallini - tuttavia non possiamo non denunciare i rischi di un provvedimento come quello belga e per questo auspichiamo che l’Italia intervenga con decisione e puntualità nella sede prevista, attraverso un parere circostanziato entro la scadenza prevista del 22 aprile”.
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Focus
“L’Italia senza vino sarebbe più povera, da ogni punto di vista”
Cosa sarebbe l’Italia senza vino? WineNews lo ha chiesto al Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, nell’intervista “a tu per tu”, realizzata, nei giorni scorsi, al Ministero di via XX Settembre (sul sito il video integrale). La risposta è chiara: “l’Italia senza vino sarebbe una nazione più povera, da tutti i punti di vista. Dal punto di vista economico, perché è un asset strategico della nostra economia, con più disoccupazione, perché al vino e al suo indotto sono legati migliaia e migliaia di posti di lavoro. Sarebbe una nazione con più problemi ambientali - continua Lollobrigida - perché basta guardarsi intorno quando attraversi le colline del Chianti, le terre del Prosecco, dell’Amarone e dovunque ci sono vigneti, e si vede una natura che viene protetta e ben tenuta. Sarebbe una nazione senza un pezzo della sua cultura. E sarebbe un Paese più povero dal punto di vista del benessere alimentare. Dobbiamo lavorare per proteggerlo e per migliorarlo ancora”. Un tema, questo, affrontato insieme a tanti altri. Sullo sfondo, il primo “Wine Ministerial Meeting” organizzato con l’Oiv, che il 12 aprile porterà in Franciacorta la politica mondiale del vino, ma anche la partecipazione del Ministero a Vinitaly, i vini dealcolati, il “neoproibizionismo” e non solo (in approfondimento).
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Cronaca
Napa, una 5 litri da 64.575 dollari
Il mercato dei fine wines viaggia ad una dimensione diversa, tutta sua, tanto che c’è chi è disposto a sborsare una cifra a cinque cifre, e non è certo una novità, per aggiudicarsi un gioiello enoico da collezione. Così è successo per una bottiglia da cinque litri di Chappellet Cabernet Sauvignon del 1969, tra i simboli della Napa Valley, che si è rilevato il top lot dell’asta Fine & Rare Wine Signature di Heritage del 22 marzo strappando un prezzo altissimo, ben 64.575 dollari, come riporta il sito Sonoma Magazine. In totale, l’asta ha fruttato 2,4 milioni di dollari.
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Prosecco Ruggeri
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Wine & Food
Tra tasting, magazine e temporary bar, il food & wine “contamina” il Salone del Mobile
Dai più colti e ricercati magazine internazionali dedicati al cibo ai temporary bar customizzati da street artist, passando per il fittissimo programma di appuntamenti fuori dalla fiera, che inanella aperitivi, party e cene destinate ad architetti, designer e giornalisti di tutto il mondo: il food & wine “contamina” il Salone del Mobile 2024 (16-21 aprile), edizione n. 62, la più importante manifestazione mondiale dedicata al design. Del resto gli appassionati di arredamento e lifestyle coltivano sempre più un lato foodie, in un crossover in cui l’abitare non può fare a meno del cibo e della convivialità. Un’ulteriore dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, che i “fuori salone” e gli eventi collaterali delle fiere di settore sono sempre più importanti, come anche il match con altri comparti del made in Italy, per espandere il pubblico e non limitarsi ad una nicchia di addetti ai lavori.
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Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
Bosca
WineNews.tv
Il vino italiano, il suo posto nel mondo ed il suo futuro, secondo James Suckling
A WineNews, dagli Stati Uniti, le riflessioni di uno dei critici più influenti della scena enoica internazionale, amante del vino made in Italy e selezionatore dei vini della guida “I 100 migliori vini e vignaioli d’Italia” del “Corriere della Sera”, firmata da Luciano Ferraro. Dalla complessità e varietà dei vitigni autoctoni o antichi del Belpaese al successo delle grandi denominazioni e dei Supertuscan, alla forza di un grande rapporto qualità prezzo, alle difficoltà di un mercato del vino che colpiscono non solo le etichette tricolore ma quelle di tutto il mondo.
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