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WineNews
N. 4.160 - ore 17:00 - Mercoledì 26 Febbraio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
opinion leader e professionisti del vino
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La News
“World’s Best Sommeliers’ Selection” 2025
Dai Barolo delle griffe Marchesi di Barolo e Ceretto (presente anche con il Barbaresco) al Brunello di Montalcino della storica Argiano, dai bianchi dell’Alto Adige di Franz Haas ai Trentodoc di Ferrari e Rotari (Gruppo Mezzacorona), dalla Valpolicella con Guerrieri Rizzardi al Gavi de La Scolca, dal Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg di Nino Franco al Taurasi di Cavalier Pepe, dal Sapaio di Podere Sapaio e l’Hortense di Tenuta Fratini da Bogheri, al Sagrantino di Montefalco di Tenute Lunelli: sono solo alcuni dei 26 vini italiani tra gli oltre 100 selezionati dai migliori sommelier stellati nella “World’s Best Sommeliers’ Selection” 2025.
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Primo Piano
Cantine caccia di export manager. Ed “il commerciale” guadagna di più della produzione
Il mondo del vino italiano attraversa un periodo di profonda trasformazione e l’analisi della retribuzione dei professionisti del settore può essere un pretesto per analizzare i principali trend e cambiamenti che investono l’industria che, nel 2024, ha confermato di stare attraversando una fase complessa. Così il report realizzato dalla divisione Wine di Michael Page Italia, e analizzato da WineNews, racconta di un comparto che nello Stivale investe molto nel reparto commerciale, soprattutto nell’export e nel marketing, ma meno, invece, per quanto riguarda la parte produttiva, dove agronomi ed enologi sono mediamente, peraltro, le figure che guadagnano di meno e tra i pochi ruoli a non beneficiare di bonus aziendali (in approfondimento le cifre). “Questo perché non hanno obiettivi tangibili legati alla marginalità come invece hanno i commerciali - spiega, a WineNews, Pierluigi Catello, manager per la divisione dedicata alla ricerca e selezione di profili per le imprese vinicole in Michael Page - e visto il difficile 2024, tante aziende hanno cercato di compensare le flessioni registrate investendo in figure professionali in grado di aumentare il fatturato. E chi porta alla crescita del fatturato è una persona che vende”. Le aziende vinicole italiane hanno, infatti, concentrato i loro sforzi sul potenziamento dei mercati esteri, tanto che il ruolo più ricercato dalle imprese è l’Export manager: “molti pensano che assumere un professionista di questo tipo sia garanzia dell’aumento del fatturato - dice Catello - ma non è sempre così. C’è una corsa alla ricerca di questa figura, ma non è detto che porti benefici immediati, serve tempo. Avere tanti contatti non significa vendere e magari i buyer interpellati hanno già altri brand nel portafoglio e non vogliono spostarsi su altre aziende”. Ma trovare un professionista in grado di internazionalizzare il marchio dell’azienda non è facile: “in un contesto in cui tanti cercano la stessa figura la migliore offerta economica può fare la differenza, così come la flessibilità sul posto di lavoro. Ma nel mondo del vino c’è chiusura verso l’esterno. Chi assume vuole persone che già lavorano o hanno lavorato nel settore. E questo è un limite perché i professionisti ci sono, ma non così tanti”. Altre figure più cercate sono Area e Marketing manager, Brand manager e direttore marketing.
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Gli ingredienti del vino sconosciuti ai più
Dal 2023, il Regolamento Ue 2117/2021, impone l’elenco degli ingredienti in etichetta, una novità che di fatto prenderà corpo con i vini prodotti dalla vendemmia 2024. Rimane l’interrogativo su come reagiranno i consumatori alla lettura di quello che c’è dentro il vino, tecnicismi e parole ovviamente poco note che possono disorientare chi acquista una bottiglia di vino, in un periodo, tra l’altro, delicato per i consumi. A fare chiarezza arriva uno strumento che vuole essere una “bussola” per orientarsi su quello che mettiamo nel calice. Si chiama “Gli ingredienti del vino”, un ebook (by Oicce) i cui autori sono Alberto Cugnetto, Simone Giacosa e Pierstefano Berta e che, con informazioni chiare, punta ad eliminare le diffidenze che possono arrivare davanti a nomi tecnici di ingredienti sconosciuti ai più.
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Focus
Il mercato Usa del vino si restringe e si concentra
Gli americani bevono meno, e non solo vino. Con un calo dei consumi in volume e valore, delle bevande alcoliche, che colpisce in maniera più o meno forte tutte le categorie. A dirlo i dati sull’intero 2024 di SipSource, il sistema di monitoraggio della “Wine & Spirits Wholesalers of America”. Il totale di vino e liquori, ha registrato un calo del -5,4% in volume e del -4,8% in valore sul 2023, con il vino a -7,2% in volume e -6,3% in valore, mentre gli spirits segnano un -3,7% in volume e -4,3% in valore. L’unica categoria che cresce, e che ormai rappresenta il 14,2% del mercato degli alcolici, è quella dei cocktail premiscelati, a +3,4% in volume e +3,5% in valore. In un mercato previsto stabile, nel 2025, sperando in un ritorno alla crescita nel 2026, ma sempre più concentrato, come dicono i dati del “Wine Handbook” 2024 del Beverage Information Group, analizzati dall’American Association of Wine Economist. Secondo cui, nel 2023 tre big player hanno fatto la metà del mercato del vino in Usa, ovvero Gallo (con il 32,6% della quota di mercato, e che distribuisce anche realtà italiane come Allegrini, Argiano, La Marca, Jermann, Ceci, Pieropan, Poggio al Tesoro, Renato Ratti e Tornatore, tra le altre), The Wine Group (10,3%) e Constellation Brands - che in Italia controlla una realtà di primo piano come Ruffino - con il 6,4%.
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Cronaca
Cento anni dalla nascita di Andrea Camilleri
Tra i più grandi scrittori italiani, amatissimo dai lettori di ogni età ai quali ha regalato il Commissario Montalbano, Andrea Camilleri, gastronomo di assoluto valore, in onore del quale nel 2025 si sono aperte le celebrazioni a 100 anni dalla nascita (il 6 settembre 1925 a Porto Empedocle) promosse dal Fondo Andrea Camilleri, ha raccontato al mondo il piacere della buona tavola e del vino orgoglio della cultura italiana, e, in particolare di quella siciliana. E lo ha fatto facendoci venire l’acquolina in bocca, anche in dialetto siciliano.
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Wine & Food
I consorzi del vino puntano sulla digitalizzazione per essere più connessi con le cantine
I consorzi del vino puntano sulla digitalizzazione per essere sempre connessi con le cantine. E, per favorire il processo, semplificare e gestire in modo efficace la comunicazione con tutti gli attori della filiera, nasce l’app del Consorzio dell’Asti Docg, in collaborazione con Credemtel, società tecnologica del Gruppo Credem, e la sua partecipata Mynet Srl-Società Benefit, dedicata alle aziende per restare aggiornate su tutte le attività consortili, e avere a disposizione uno spazio virtuale per la gestione dei documenti. “Siamo il primo consorzio in Italia a mettere a disposizione dei propri associati un’app per facilitare le comunicazioni interne, informare in tempo reale in merito alle nostre iniziative promozionali, e garantire una gestione più efficiente della modulistica, con meno mail e spreco di carta”, commenta Giacomo Pondini, direttore del Consorzio dell’Asti Docg.
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Castello del Terriccio
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Masottina
Consorzio Vini di Romagna
WineNews.tv
“Il consumo di vino non va demonizzato, l’abuso combattuto. E la Pac va tutelata”
Dalla Slow Wine Fair e Sana Food a Bologna, l’europarlamentare e membro della Commissione Agricoltura, Stefano Bonaccini. “Il vino rappresenta coltura, economia e socialità per il nostro Paese e non solo, e non va demonizzato, mentre l’abuso è giusto combatterlo. Sulla Pac stiamo lavorando, le risorse di uno strumento che oggi vale un terzo del bilancio Ue vanno mantenute, ma non solo: vogliamo introdurre linee specifiche a sostegno, per esempio, dell’assicurazione del rischio”.
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