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N. 4.199 - ore 17:00 - Lunedì 14 Aprile 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Il Veneto è regione leader nei vitigni Piwi, con 630 ettari coltivati a vitigni resistenti, 94 produttori e 173 etichette in commercio, pari al 38% del totale nazionale. Seguono l’Alto Adige (53 produttori e 119 vini in commercio), il Trentino (37 produttori e 61 vini), la Lombardia (34 produttori e 49 vini) e il Friuli Venezia Giulia (21 produttori e 41 vini). A dirlo è il progetto Imvibior, una ricerca condotta da “Dimensione Agricoltura”, con l’Università degli Studi di Padova, Agridinamica e l’azienda vitivinicola Ca’ da Roman, in collaborazione con l’Associazione Piwi Veneto (in approfondimento). | |
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| | Non sembra aprirsi sotto i migliori auspici la “Semaine des Primeurs” de Bordeaux, storica iniziativa dell’Union des Grand Crus de Bordeaux che, da oggi al 17 aprile, vedrà concentrate su di sé le attenzioni della critica e del trade mondiale su quello che, al netto di tutte le difficoltà di cui in questi mesi vi abbiamo raccontato, resta il più importante distretto mondiale per la produzione di vini rossi fermi del mondo (ed il cui export, da solo, vale oltre 2,05 miliardi di euro, dato 2024, il 19% del totale francese, nonostante un -8,4% sul 2023). Che però, da qualche anno, paga lo scotto di uno scenario economico mondiale profondamente mutato, soprattutto in Asia, la cui domanda, cresciuta in maniera importante, aveva fatto lievitare nettamente le quotazioni dei vini degli Chateaux, a prezzi di fatto andati fuori mercato negli ultimi anni. Così, dopo i rilasci dell’annata 2023, spesso con ribassi sui prezzi tra il -30% ed il -40%, il trade mondiale, perché le vendite tornino a crescere, si aspetta un ulteriore ribasso importante, in media del -31%, sui prezzi dello scorso anno. Almeno secondo i “founding members” di “Wine Lister”, la realtà specializzata nell’analisi del mercato dei fine wines, oggi di proprietà del gruppo Le Figarò. Da capire, in attesa dei primi rilasci, come risponderanno i produttori. Considerando anche che la produzione della vendemmia 2024 di Bordeaux è stata piuttosto scarsa, fattore che, di certo, non aiuta a contenere i prezzi delle bottiglie. Ma che la questione dei prezzi sia centrale, soprattutto per far riavvicinare i consumatori meno maturi, è evidente dal fatto che “prezzi più bassi” siano stati la voce più votata (10 voti) se si chiede al trade cosa potrebbe aiutare la ripresa dell’appeal di Bordeaux. Seguita (con 7 voti) da eventi interattivi e da una comunicazione diversa, e ancora (5 voti) da un diverso stile dei vini, più facilmente approcciabili, da etichette più moderne e così via. Resta fondamentale, poi, il valore dei brand: tra i 40 che danno maggiore “confidenza” al trade, ci sono tutti i grandi nomi, con la Top 10 che, in ordine, è formata da Petrus, Les Carmes Haut-Brion, Montrose, Lafite, Lafleur, Pichon Comtesse, Cheval Blanc, Margaux, Canon e Mouton Rotschild (continua in approfondimento). | |
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| | Calano ancora, ma continuano a restare alte, ben più di una vendemmia media, le giacenze di vino italiano, che, al 31 marzo 2025, erano di 52,8 milioni di ettolitri (-0,7% sulla stessa data 2024), a cui aggiungere 4 milioni di ettolitri di mosti (-9,5%) e 152.596 ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione (+63,9% sul 2024). È la fotografia scattata, nell’aggiornamento del Report “Cantina Italia” by Icqrf, appena pubblicato sul sito del Ministero dell’Agricoltura. Che conferma i trend ormai storici: il 58,6% del vino è detenuto nelle regioni del Nord, prevalentemente nel Veneto; il 55% del totale è Dop, il 26,1% Igp, mentre il resto è costituito da vini generici e varietali. Con le prime 20 tra Dop e Igp (su 526) che fanno il 57,85% delle giacenze. | |
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| | | Niente, in tempi come questi dove le nubi di crisi economiche, guerre (vere e commerciali) e grande incertezza si addensano ad ogni orizzonte, può essere di buon auspicio come il “Sol Levante”, simbolo di quel Giappone che, da oggi, è vetrina per le eccellenze del mondo, con Expo Osaka 2025, dove sono attesi 30 milioni di visitatori, e dove fa bella mostra di sé anche il Padiglione Italia, disegnato dall’architetto Mario Cucinella, moderna interpretazione della Città Ideale del Rinascimento, con il suo teatro, i portici, la piazza e il giardino all’italiana, luoghi tipici dell’identità urbana e sociale dell’Italia e incentrato sul tema “L’Arte Rigenera la Vita”. Arte che è anche quella enogastronomica, con il Giappone che è il più importante mercato asiatico per il wine & food tricolore, con 1,9 miliardi di euro di export nel 2024 (+14% sul 2023). Eccellenze che saranno sotto i riflettori, nei prossimi mesi, come successo oggi, nell’inaugurazione del Padiglione, con il brindisi ufficiale firmato dalle bollicine del Trentodoc di Ferrari Trento, e la cucina regionale firmata da Eataly, con il wine & food protagonista insieme all’arte, in un padiglione in cui sono esposte opere come l’“Atlante Farnese” e “La Deposizione” di Caravaggio, “Ito Mancio” di Tintoretto e quattro disegni del “Codice Atlantico” di Leonardo da Vinci. | |
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| | | Prima motivazione di viaggio per chi viene a visitare l’Italia, motore che muove un’economia, tra quella diretta e l’indotto, di oltre 580 miliardi di euro, pari al 19% del Pil (dati: The European House Ambrosetti), ma anche patrimonio inestimabile di saperi e sapori diffuso in tutta Italia, l’agroalimentare italiano, nelle sue mille declinazioni, sarà al centro della “Giornata Nazionale del Made in Italy”, voluta dal Ministero del Made in Italy, che cade il 15 aprile di ogni anno, nel “compleanno” di Leonardo Da Vinci, il “genio italiano” per eccellenza. | |
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| | Una svolta a suo modo storica e che ha fatto parlare non poco. Il celebre concorso della “Regina del Vino” (Deutsche Weinkönigin) della Germania diventa “neutro” e apre anche agli uomini, cambiando nome in sua “Maestà del Vino”. La notizia viene di fatto confermata dal German Wine Institute (“Deutschen Weininstituts” - Dwi) in considerazione del fatto che, quest’anno, per la prima volta, ci sono due candidati uomini in rappresentanza delle regioni vinicole Rheinhessen e Middle Rhine. Con loro le undici donne delle altre regioni della Germania del vino, per la finale che è in calendario il 26 settembre. Se a spuntarla sarà il candidato maschile conquisterà il titolo di “Re del vino” tedesco o “Principe del vino”, e trascorrerà un anno in tournée partecipando a qualcosa come 200 eventi in Germania e su palcoscenici internazionali. | |
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| | | Il momento è complesso, ma “il vino deve continuare a credere e investire, le crisi sono passeggere in tutti i settori”. Sui dazi di Trump e la diplomazia europea ed italiana, “faccio l’imprenditore e sono ottimista di natura”. Lo ha detto, a WineNews, da Vinitaly 2025 a Verona, l’imprenditore Sandro Veronesi, patron del Gruppo Oniverse (di cui fa parte Signorvino) e produttore con le cantine del gruppo Oniwines. “Se aggiungerei qualche “gioiello” nei luoghi più iconici del vino italiano? Me lo auguro. Dipende se i gioielli si rendono disponibili e se si trovano ancora”. | |
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