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WineNews
N. 3.034 - ore 17:00 - Giovedì 19 Novembre 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Barbera d’Asti, i numeri di un successo
Cresce il valore del vino “pop” del Piemonte: la Barbera d’Asti Docg nel 2019 ha visto attestare a 21 milioni di euro il valore della sua produzione certificata sfusa (+28% in 5 anni), a fronte di 164.000 ettolitri di prodotto a denominazione, frutto del lavoro di oltre 3.000 operatori (circa il 30% di quelli piemontesi). E il prezzo sui mercati, considerando la media 2010-2014 e quella 2015-2019, è cresciuta del 44%. Grazie al lavoro dei produttori, e del Consorzio della Barbera d’Asti e Vini del Monferrato (oggi 300 aziende, raddoppiate sul 2014), guidato da Filippo Mobrici, che “conferma il suo ruolo di aggregatore di interessi”. A dirlo un’indagine di Fondazione Qualivita.
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Primo Piano
La Cina riparte, il vino italiano ancora no: la rincorsa parte da “Wine to Asia”
La Cina sta vivendo una ritrovata normalità, dopo il lockdown di inizio anno, e anche i consumi fuori casa tornano, pian pianino, ai livelli pre crisi. Una buona notizia per il vino, che guarda da anni verso Oriente, ad un mercato che, a ben guardare, fa una fatica enorme a crescere. I consumi sono ancora fermi a 1,2 litri pro capite l’anno - contro i 37 dell’Italia - ed il vino del Belpaese, nonostante i ritmi di crescita impetuosi degli ultimi anni, non si schioda dalla quota del 7% dell’import enoico totale. Il “semestre Covid” (marzo-agosto 2020) ha registrato, per le spedizioni italiane, un crollo a valore del 38%, e allora tornare a correre diventa ancora più importante, correggendo però la rotta, sia in termini di promozione che di marketing, imparando finalmente a mettersi “nei panni” del consumatore cinese, della sua cultura e del suo rapporto con ciò che mangia e beve. Argomenti al centro del webinar “Mercato del vino in Cina: la nuova normalità”, organizzato da Vinitaly e moderato dal responsabile di Veronafiere Asia, Simone Incontro, cui hanno partecipato Leon Liang, ad e Wine Educator Grapea & Co, Alan Hung, ad Pacco Communication, Cynthia Yang, vice presidente Sunlon, JD.com group, e Jim Boyce, fondatore di Grape Wall. Una vera e propria introduzione a “Wine to Asia”, la fiera di scena domani e il 21 novembre a Shenzhen - dove hanno sede oltre alle molto conosciute aziende big tech, anche il 30% degli importatori cinesi di vino, e la vivacità della città è in grado di influenzare i trend della zona che va da Hong Kong a Guangzhou - da Veronafiere in partnership con il partner locale Pacco Cultural Communication. Prima edizione e già “sold out tutti gli eventi in programma”, commenta il dg di Veronafiere Giovanni Mantovani. “Questo la dice lunga sull’attesa di un evento in presenza, anche su un mercato fortemente orientato al digitale e all’online”. Come spiega Simone Incontro, responsabile Veronafiere per l’Asia, “il mercato cinese è in continua evoluzione con i gusti dei consumatori che pian piano si stanno affinando. Certamente la pandemia da Coronavirus ha avuto un impatto sul mercato e molti distributori hanno chiuso o hanno visto una drastica riduzione dei fatturati, tuttavia stiamo riscontrando un’evoluzione dei consumi con la richiesta di nuovi prodotti”.
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OperaWine 10th year anniversary
Tra i tanti, troppi eventi enogastronomici saltati in questo funesto 2020, un posto particolare, nel cuore di ogni wine lover che si rispetti, lo occupa Vinitaly. In tutte le sue sfaccettature, a partire da OperaWine, il tasting delle 100 aziende top del Belpaese scelte dal magazine Usa Wine Spectator, che dal 2012 è diventato il prologo glamour alla fiera più attesa dal vino italiano. Attesa destinata a prolungarsi fino al 2021, ma perlomeno, da Wine2Wine, si sveleranno i 196 grandi produttori di OperaWine 10th year anniversary, edizione speciale per festeggiare i dieci anni del Grand Tasting. Celebrati con una selezione che unisce i nominati 2020, costretti a rimandare al 2021, insieme ad alcune importanti cantine presenti in tutte le edizioni. Presenti - in collegamento dagli Usa - anche le firme di “Wine Spectator” Bruce Sanderson, Thomas Matthews e Alison Napjus.
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Focus
Wine2Wine 2021, gli appuntamenti da non perdere
Sarà un’edizione particolare, interamente e forzatamente digitale, ma il calendario degli appuntamenti di Wine2Wine 2020, il business forum sul vino di Veronafiere e Vinitaly, “migrato” sulla piattaforma dedicata “VeronaFiere Plus”, dal 21 al 24 novembre, sarà ricco come non mai. Per non perdersi, WineNews, media partner dell’evento, vi segnala i più importanti. Si parte, sabato 21 novembre, primo giorno, con il “Festival del Futuro”, il focus su agricoltura e International Summit sul vino con la Ministra Bellanova, il presidente ICE Ferro, il direttore generale Ismea Borriello, la presentazione dell’indagine dell’Osservatorio Vinitaly sul wine business in era Covid con player del settore esteri e italiani. Il pomeriggio, l’edizione speciale di OperaWine - 10th year anniversary di “Wine Spectator”. Domenica 22 novembre sarà, invece, dedicata al Congresso Assoenologi 2020; lunedì 23 novembre è di scena l’incontro con Uiv, Federdoc, Federvini, Alleanza per le Cooperative, Fivi e Ice, con la presentazione delle stime di chiusura dell’export dell’Italia e dei principali Paesi produttori firmato Osservatorio Vinitaly Nomisma WineMonitor; martedì 24 novembre, infine, la degustazione per top buyer da Tokyo, in collaborazione con l’Ambasciata Italiana & Ice, e produttori come Ferrari - Fratelli Lunelli, Marchesi Antinori e Donnafugata.
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Cronaca
All’asta un Dioniso da 1 milione di sterline
Parlare di vino e aste, di solito, vuol dire parlare di bottiglie rare, di vecchie annate, di vini da sogno. Ma non solo, perchè a volte Bacco entra anche in cataloghi strettamente legati all’arte e alla storia. Talvolta anche da protagonista, come succederà nell’asta che sarà battuta da Christie’s a Londra il 16 dicembre, dedicata alle antichità dell’epoca Classica, dove il pezzo più pregiato, con una stima tra 700.000 e 1 milione di sterline, è proprio una statua romana di Dioniso risalente al II secolo avanti Cristo, scoperta nel 1775 da Gavin Hamilton a Villa Adriana a Tivoli.
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Wine & Food
Banfi, con Unicredit un accordo per garantire solidità al territorio e alla filiera produttiva
L’intreccio tra finanza e vino, in un momento economico tanto fragile come quello che stiamo attraversando, si fa sempre più stretto. Ma non è un rapporto univoco, in cui il sistema bancario scende in campo a supporto delle aziende. Al contrario, l’azienda può diventare il perno di un modello circolare, in cui a guadagnarci sono tutti gli attori della filiera produttiva del vino e del territorio, con la banca che, per una volta, si “limita” a fare da tramite. È il caso dell’accordo stretto tra Unicredit e Banfi, una delle realtà di riferimento per tutto il Brunello di Montalcino. Al centro, c’è un plafond di 6 milioni di euro, che UniCredit Factoring mette a disposizione dei fornitori di Banfi, dando così loro la possibilità di finanziare il proprio capitale circolante grazie ad un accesso semplice ed immediato alla liquidità.
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Folonari
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Monte Zovo
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WineNews.tv
Dal food delivery alla filiera agroalimentare: la ristorazione in crisi secondo Davide Paolini
Ai nuovi lockdown regionali il mondo della ristorazione risponde con scoramento e food delivery, “che però sono solo un palliativo”. E se in estate c’è stato qualche segnale di ripresa, “la fuga verso l’esterno, lontano dalle città, premierà le tavole meno impegnate e genuine”. Ma nell’immediato futuro, “quando ci sarà una ripresa, a pagare saranno soprattutto i modelli di business più nuovi, legati esclusivamente al guadagno. I grandi stanno già pagando, perché già prima spesso non erano sufficienti gli introiti dei posti a sedere per chiudere i bilanci in positivo”.
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