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N. 3.965 - ore 17:00 - Martedì 21 Maggio 2024 - Tiratura: 31.235 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Gli acquisti di chateaux di Bordeaux da parte dei ricchissimi cinesi, negli scorsi anni, erano una notizia all’ordine del giorno. Ma non sono mancate anche vicende turbolente, e ora il Tribunale di Parigi ha deciso di confiscare nove castelli di Bordeaux acquistati da un magnate cinese condannato per riciclaggio di fondi del Governo cinese. Il condannato è Naijie Qu, 63 anni, riporta, tra gli altri, Rfi (Radio France International), un ricco uomo d’affari, appassionato di vini di Bordeaux e a capo del Gruppo Haichang, un conglomerato commerciale e marittimo con interessi nel settore immobiliare, turistico e agricolo con sede a Dalian. | |
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| | Rafforzare una Politica agricola comune (Pac) orientata al mercato che promuova la competitività e riduca la complessità amministrativa; conciliare la tradizione e l’innovazione nella legislazione dell’Ue per adattare i prodotti vitivinicoli alle nuove aspettative, alla domanda e alle tendenze dei consumatori, preservando al contempo la cultura del vino; sostenere la resilienza climatica e la transizione verde definendo i principi della produzione vitivinicola sostenibile, dando priorità alle misure di mitigazione e riconoscendo i servizi ecosistemici; rafforzare il mercato unico dell’Ue e ridurre i costi armonizzando completamente le normative, promuovendo la digitalizzazione e facilitando l’e-commerce per le aziende vinicole; mantenere un’ambiziosa visione di mercato dell’Ue che persegua una strategia commerciale assertiva per ampliare l’accesso al mercato, affrontare le barriere commerciali e proteggere i prodotti vitivinicoli da controversie commerciali non correlate; adottare una politica coordinata in materia sanitaria in Ue, pragmatica e basata su dati scientifici, che distingua tra consumo moderato di vino e abuso di alcol e promuova dialoghi costruttivi: ecco i punti chiave, le sei priorità del “Manifesto sul futuro del settore del vino Ue” pubblicato, oggi, dalla Ceev, il Comitato europeo delle aziende vinicole (e che per l’Italia conta tra i suoi membri la Federvini e l’Unione Italiana Vini - Uiv, ndr), per consegnare un documento programmatico al prossimo Parlamento Ue che sarà rinnovato con le elezioni che prenderanno corpo tra il 6 ed il 9 giugno 2024. Un “Manifesto” che mette al centro un settore importante, che contribuisce con 130 miliardi di euro al Pil dell’Unione Europea, con un valore di mercato di oltre 100 miliardi di euro, 52 miliardi di euro di tasse generate per le casse europee e 3 milioni di posti di lavoro, che ha visto le esportazioni passare da 3,9 miliardi di euro nel 2004/2005 a ben 17,9 miliardi di euro nel 2022/2023, “una pietra angolare dell’economia dell’Ue (che produce il 64% del vino del mondo), in particolare nelle zone rurali dove svolge un ruolo cruciale nella lotta allo spopolamento”, al quale, però, “le sfide climatiche, normative e sociali pongono ostacoli significativi alla sostenibilità del settore, mettendolo a rischio”, spiega la Ceev. | |
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| | Il Piemonte, Regione tra le più importanti d’Italia e del mondo per blasone, storia e valore dei suoi vini e dei suoi vigneti, ha rinnovato i vertici dei Consorzi che tutelano molte delle denominazioni più importanti. Sergio Germano, alla guida della Ettore Germano, è il nuovo presidente del Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, succedendo a Matteo Ascheri, che lo ha guidato per due mandati consecutivi. Novità al vertice anche del Consorzio dell’Asti Docg, con Stefano Ricagno (gruppo Argea), che raccoglie il testimone da Lorenzo Barbero. Conferma, invece, per Maurizio Montobbio alla guida del Consorzio del Gavi. Il tutto giusto un anno dopo il cambio al vertice del Consorzio della Barbera d’Asti e dei Vini del Monferrato, a fine maggio 2023, con Vitaliano Maccario, che ha preso il posto, come presidente, di Filippo Mobrici. | |
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| | | Partire alla riscoperta della storia, della cultura e delle eccellenze gastronomiche del Belpaese seguendo il fil rouge del vino, che si fa medium (e pretesto) per perdersi nella bellezza dell’Italia: dopo 31 anni Cantine Aperte, main event dell’enoturismo italiano, ideato dal Movimento Turismo del Vino, ha ancora molto da dire ai tanti wine lover che, il 25 e 26 maggio, avranno a disposizione eventi in tutte le regioni. Dai picnic ai trekking, dai Dj set ai concerti rock anni ’50, dallo street food agli show cooking, dai percorsi di birdwatching a quelli archeologici, sono decine le proposte per tutti i gusti e tutte le inclinazioni. Anche questa edizione di “Cantine Aperte” sarà all’insegna del bere bene, per sostenere il consumo responsabile e consapevole del vino, coniugando il piacere della degustazione ad attività storico-culturali e naturalistiche, il tutto mixato con l’inconfondibile accoglienza dei produttori. Da Stajnbech a Bortolomiol in Veneto a Villa Bossi, Donatella Cinelli Colombini e Fattoria dei Barbi in Toscana, da Lungarotti in Umbria a Feudi di San Gregorio in Campania, da Cantina Zaccagnini in Abruzzo a Donnafugata, Florio, Feudo Arancio e Baglio di Pianetto in Sicilia, fino a Cantina Contini in Sardegna (solo per citarne alcuni), la lista delle cantine è in continuo divenire. | |
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| | | Saranno 48 ore intense, le prossime, per i grandi collezionisti e per gli appassionati dei vini più prestigiosi d’Italia e di Francia, spesso in grandi formati e di vecchie e rare annate. Domani, 22 maggio, sotto il martello va il catalogo dei 339 lotti messi insieme da Wannenes, con il Sassicaia grande protagonista, ma non solo. Ben 1.150, invece, i lotti che saranno battuti da Bolaffi (tra cui Henri Jayer, Romanée Conti, Monfortino, Ornellaia e non solo) tra il 22 ed il 23 maggio. In entrambi i casi con la formula, sempre più in voga, del “web live”. | |
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| | É da sempre uno dei prodotti-simbolo della tradizione gastronomica d’Oltralpe, eppure il foie gras - ottenuto attraverso la pratica dell’alimentazione forzata di oche e anatre - è inaccettabile per il 74% dei francesi (+3% sul 2022), secondo il recente sondaggio dell’Institut Français d’Opinion Publique. Eppure, nonostante la netta maggioranza dei cittadini francesi si schieri contro, la Francia è attualmente il maggior produttore e consumatore al mondo di foie gras, con circa 18.000 tonnellate di prodotto consumate all’anno. Per questo l’associazione animalista internazionale Animal Equality ha chiesto al Governo italiano di supportare la richiesta di un divieto europeo dell’alimentazione forzata. I francesi non sono gli unici a contestare la pratica dell’alimentazione forzata: anche in Spagna (82%), Belgio (70%) e Italia (74%) la maggior parte degli intervistati si dice contraria. | |
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| | | A WineNews, le parole di Federico Varazi, neo presidente della Banca del Vino di Pollenzo, e già vicepresidente Slow Food Italia, alla guida di una realtà che quest’anno compie 20 anni, che più volte ha cambiato pelle, e oggi conta più di 800 soci. “Vogliamo legare sempre di più il futuro della Banca a quello di Slow Food e Slow Wine, con un impegno su più fronti per il vino buono, pulito e giusto, ampliando anche la rete delle sedi periferiche che già esiste”. | |
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