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WineNews
N. 2.899 - ore 17:00 - Mercoledì 13 Maggio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Il peso della ristorazione
Non è un caso che la riapertura dei ristoranti e dei bar sia da giorni al centro del dibattito. Il settore è il motore di tante altre filiere: dalle tavole e dai tavolini, in tempi normali, passa il 35% dei consumi alimentari degli italiani, con crolli di produzione fino al 40% per il settore del vino, mettendo a grave rischio occupazionale parti rilevanti dei 3,6 milioni di lavoratori dell’agroalimentare, oltre ovviamente, all’1,25 milioni di occupati nella ristorazione. Ecco perché avere linee guida certe, ed in tempi brevi, era tanto importante: riaprire il 18 maggio, così, è impresa ardua. Di certo, in questi due mesi, si poteva fare di meglio ed in tempi più brevi.
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Primo Piano
Vino e mercati: segnali di ripresa dall’Asia, ma quanta incertezza in Europa e Nord America
L’Italia, con molta cautela, prova a ripartire, imparando a convivere, in attesa del vaccino, con il Covid-19. La tappa più attesa, anche dal mondo del vino, è ovviamente la riapertura di bar e ristoranti, dove passa una quota fondamentale dei consumi enoici di qualità. È il primo passo verso l’agognato ritorno alla normalità, ma certo non basterà - da solo - a salvare i bilanci di un comparto che lega una buona metà del proprio fatturato all’export (6,4 miliardi di euro nel 2019), molto di più nel caso di tante aziende di primo piano, specie dei territori e delle denominazioni più prestigiose. Dal mondo, a due mesi da quando la pandemia ha assunto dimensioni globali, i segnali che arrivano non sono ancora positivi, tutt’altro, ma qualche spiraglio di luce si fa largo, a partire dall’Asia, dove tutto è cominciato e dove tutto, prima che altrove, sta tornando alla normalità (al netto di magazzini ancora pieni, specie in Cina), aspettando l’Europa ed il Nord America, dove la Gdo e l’online la fanno da padroni (specie in Germania), con i Monopoli di Stato che (in Norvegia, Svezia e Canada) garantiscono una certa stabilità, al netto ovviamente di una inevitabile contrazione dei consumi. Di mercati, tra attualità e prospettive a medio termine, abbiamo parlato con alcuni degli imprenditori del vino più importanti del Belpaese, tutti pronti a ripartire, ma facendo un passo alla volta, calibrato alle possibilità ed alle aperture che ogni Paese sarà in grado di dare. Dall’ad della Marchesi Antinori, Renzo Cotarella, a Michele Bernetti, alla guida della griffe delle Marche Umani Ronchi, da Sandro Boscaini, a capo di Masi Agricola in Valpolicella, a Valentino Sciotti, presidente Farnese Vini, da Massimo Ruggero, ad di Siddùra, nella Sardegna settentrionale, a Sandro Sartor, general manager della Ruffino, da Enrico Viglierchio, ad della Castello Banfi, azienda leader del Brunello di Montalcino, ad uno dei grandi nomi dell’Abruzzo Marcello Zaccagnini, da Diego Cusumano (uno dei grandi marchi della Sicilia del vino) a Beniamino Garofalo, ad del Gruppo Santa Margherita, a Valentina Abbona, export manager della storica Marchesi di Barolo.
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Ristoranti “in piazza”
Al Governo spetta il compito di redigere le linee guida per la ripartenza della ristorazione, ma c’è lo spazio, in tutti i sensi, per le amministrazioni locali, dei borghi e delle città d’arte in particolar modo, per sostenere i ristoratori, custodi di una cultura enogastronomica diventata il migliore spot per il made in Italy nel mondo. Cosa fare? Per prima cosa, secondo WineNews, i Comuni dovrebbero rinunciare agli introiti del suolo pubblico. Un suolo pubblico che, in luoghi grandi e consoni, deve diventare spazio comune per le diverse attività - botteghe, bar e ristoranti, gelaterie, pizzerie, alimentari - delle via e della piazza stessa, e per la creazione di mercati coperti e scoperti delle diverse filiere locali, per tornare a vivere gli spazi della città nella bella stagione, con nuove regole di sicurezza e garantendo il distanziamento sociale.
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Focus
Il giro del mondo del vino italiano
Nel viaggio intorno ai mercati esteri del vino italiano, tanti sono gli spunti raccontati a WineNews dagli imprenditori. C’è chi ha particolare dimestichezza con l’Asia e le sue tante sfaccettature, come Valentino Sciotti (Farnese Vini), che cresce in Giappone e Corea del Sud, chi aspetta la ripresa della ristorazione in Germania e la ripartenza della Gran Bretagna, come Renzo Cotarella (Marchesi Antinori), e chi ha trovato risposte importanti dai Monopoli di Stato, come Michele Bernetti (Umani Ronchi). Sandro Boscaini (Masi) ricorda l’importanza di duty free, aerei, navi e treni, anche in termini di prestigio del brand, mente Massimo Ruggero (Siddùra) si aspetta un rimbalzo e consiglia di non abbassare i prezzi, e Sandro Sartor (Ruffino) mette gli Usa al vertice delle preoccupazioni, con i suoi 25 milioni di disoccupati. Se Enrico Viglierchio (Castello Banfi) aspetta che si svuotino i magazzini in Cina, Beniamino Garofalo (Gruppo Santa Margherita) ricorda il blocco delle vendite voluto dai Governi del Centro America, con Marcello Zaccagnini che “benedice” le perdite limitate al 7/8%. Infine, per Valentina Abbona (Marchesi di Barolo) i segnali migliori arrivano dall’Est Europa, ma per Diego Cusumano i mercati, per certe aziende, sono completamente fermi.
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Cronaca
Renzo Rosso (Diesel) entra in Masi
La ripresa sarà dura dopo il Covid, eppure c’è chi guarda al futuro, partendo dal vino. E così, Renzo Rosso, patron del brand della moda Diesel, e già produttore di vino con Diesel Farm, entra nella compagine sociale di Masi Agricola, tra le realtà più importanti del vino italiano (e tra le pochissime quotate in Borsa, sul listino Aim Italia). La maggioranza dell’azienda rimane nella mani della famiglia Boscaini, con il presidente Sandro Boscaini, Bruno Boscaini e Mario Boscaini, che detengono il 24,5% a testa, mentre la Red Cirlce Investment Srl di Rosso acquisisce una quota del 5%.
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Wine & Food
Per il vino Iva al 10% fino al 2023: le richieste della Fivi ai Ministeri di Agricoltura e Economia
Fivi - Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti scrive a Teresa Bellanova, Ministro delle Politiche Agricole, ed a Roberto Gualtieri, Ministro dell’Economia e delle Finanze, affinché intervengano per sostenere il settore vitivinicolo e il settore Horeca fortemente provati dalla situazione di emergenza legata al Covid-19. Sono principalmente tre le azioni che i Vignaioli Indipendenti chiedono: Iva agevolata sul vino al 10% fino al 31 dicembre 2023, Iva relativa alle cessioni di vino diventi esigibile al momento dell’incasso della fattura (e non al momento della consegna o della spedizione), e sospensione del versamento dell’Iva relativa alle fatture già emesse da marzo (che diventa esigibile soltanto all’atto dell’incasso).
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Dalla riapertura dei ristoranti alla regolarizzazione dei migranti: a WineNews Dario Stefano
Tra i parlamentari più vicini al mondo del vino e del cibo, ha firmato la legge sull’enoturismo. “Abbiamo lavorato per garantire una ripartenza della ristorazione che tenga insieme le indicazioni delle autorità sanitarie e le necessità economiche del settore. Le misure di sostegno saranno nel Decreto Ripresa, che muoverà 57-58 miliardi di euro, ma svilupperemo ulteriori strumenti per rispondere alle esigenze che emergeranno. Regolarizzare gli immigrati vuol dire sottrarli alla clandestinità e rispondere alle necessità del mondo agricolo”.
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