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N. 2.797 - ore 17:00 - Venerdì 13 Dicembre 2019 - Tiratura: 31.103 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Cresce, ma frena la sua corsa l’export del vino italiano. Almeno a guardare l’andamento dei primo 9 mesi 2019, sperando che la fine dell’anno, magari, dia una scossa positiva. Secondo i dati Istat, tra gennaio e settembre, dal Belpaese è partito vino verso i mercati del mondo per un valore complessivo di 4,6 miliardi di euro, in crescita del +3,8% sullo stesso periodo 2018. Un dato positivo, dunque, nel complesso, ma che mostra un rallentamento, per esempio, sul +5,4% che si era registrato fino a maggio. Il Veneto (+3,5%) è dominatore assoluto, davanti a Piemonte (743 milioni di euro, +5,2%) e Toscana (734 milioni, +6,6%), che crescono più della media.
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La grande categoria degli organic wine, ossia i vini biologici, sta vivendo un lungo e solido momento di crescita, spinta da una rinata e sempre più condivisa sensibilità per i grandi temi dell’ecologia e del rispetto per l’ambiente, a partire dall’agricoltura, e dalla svolta verso consumi più salutari che coinvolge interi settori commerciali. Un’evoluzione che porterà i consumi a sfiorare il miliardo di bottiglie nel 2023: secondo l’analisi Iwsr - International Wine & Spirits Research per SudVinBio, che organizza il salone Millésime Bio (dal 27 al 29 gennaio 2020 a Montpellier), saranno 976 milioni, per la precisione, il 34% in più delle 729 milioni consumate nel 2018, per una quota sui consumi enoici complessivi che passerà al 3,5%, dall’attuale 2,6%, per un giro d’affari, sempre nel 2018, di 3,3 miliardi di euro nei primi cinque mercati del mondo (Stati Uniti, Francia, Italia, Germania e Cina). Il 2023 porterà anche il sorpasso della Francia sulla Germania: Oltralpe si consumeranno il 20% delle bottiglie bio, nel Paese teutonico il 17,6% e negli Usa il 9,3%, pari a 91 milioni di bottiglie. Tra i Paesi con la superficie vitata certificata biologica, la Spagna toccherà i 160.000 ettari, il triplo di quanti ne aveva nel 2013, con la Francia a 115.000 e l’Italia a 96.000 (anche se il dato aggiornato per il Belpaese parla di 105.000 ettari vitati bio, ndr). Tra le diverse categorie, gli sparkling biologici sono cresciuti sui mercati principali del 19,1% tra il 2013 ed il 2018, e la previsione di crescita è dell’8,2% annuo nei prossimi cinque anni, mentre entro il 2022 il 10% di tutto il vino consumato in Gran Bretagna sarà prodotto biologicamente. Numeri che assumono un valore ancora più grande nella cornice di un panorama dei consumi che, sempre secondo le previsioni Iwsr, cresceranno di appena un +0,5% nei prossimi cinque anni. Al di là dei mercati più importanti, poi, crescite importanti sono attese anche in Paesi come Sudafrica (+13% l’anno), Norvegia (+13% l’anno), Spagna (+12% l’anno), Cina (+8% l’anno) e Italia (+5% l’anno). Una vera e propria rivoluzione, legata essenzialmente a due target di consumatori: i Millennials ed i wine lovers delle grandi città, ossia i più sensibili alle novità ed alle mode. |
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La sostenibilità di un territorio vitivinicolo si concretizza quando tutte le sue anime investono concretamente in questa direzione: imprese, rappresentanze di filiera, istituzioni. E di questo, nella già virtuosa Toscana, emerge il “modello Montepulciano”. Un territorio, quello del Nobile, dove è nata la prima cantina totalmente off-grid d’Europa, Salcheto, e che ha abbracciato il concetto di sostenibilità a 360 gradi, come raccontano i dati del Consorzio del Nobile di Montepulciano guidato da Andrea Rossi: negli ultimi 10 anni gli investimenti diretti in sostenibilità delle cantine hanno superato gli 8 milioni di euro. E ora, dalla partnership tra Consorzio, Comune e non solo, nel territorio saranno piantati 1.200 alberi in 3 anni, per la costruzione di un Parco da destinare a fini sociali, con un occhio particolare ai bambini e alle scuole. |
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Per la prima volta la Treccani accoglie la cultura delle Indicazioni Geografiche e dei prodotti tipici italiani all’interno del corpus delle sue opere, con la pubblicazione della decima edizione dell’“Atlante Qualivita 2020”, unico volume a livello europeo dedicato alle produzioni certificate. Un riferimento “enciclopedico” realizzato da Fondazione Qualivita in collaborazione con OriGIn Italia e Federdoc, presentato ieri a Roma dalla Ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, per affermare il ruolo delle filiere italiane di qualità come elemento della cultura nazionale, a fianco di un inestimabile valore economico per il Paese. Ne nasce così una sintesi in 860 schede prodotto, suddivise in tre sezioni: prodotti agroalimentari (299 schede), prodotti vitivinicoli (526 schede) e bevande spiritose (35 schede), che descrivono ognuna delle eccellenze italiane attraverso informazioni su metodo di lavorazione, storia, normative, caratteristiche nutrizionali e organolettiche dei prodotti stessi. Senza perdere di vista il valore culturale, testimoniato anche dalle strette connessioni con alcuni riconoscimenti in Italia dell’Unesco, da “La dieta mediterranea” a “Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”. |
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Un euro donato ad un’associazione no-profit, per ogni post a tema brindisi, a patto che le protagoniste siano le bollicine del Prosecco Doc, con tanto di una buona ragione, che sia a sfondo di solidarietà sociale: queste le poche semplici regole di #UnBrindisiPer, la campagna di solidarietà lanciata dal Consorzio del Prosecco Doc su Instagram, dal 16 al 21 dicembre. Il più potente dei social, in questo periodo dell’anno, si riempie di foto di calici e bollicine, e allora perché non usarle per aiutare i meno fortunati? |
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Tra i grandi argomenti analizzati dai trend di Google per il 2019 non c’è il vino, ma analizzando le ricerche della categoria “Alimenti e Bevande” si può ricostruire l’andamento delle ricerche enoiche degli italiani in questi ultimi 12 mesi. Tolti i risultati più generici, come “vino” o “imbottigliamento”, tra gli argomenti più cercati legati direttamente alla sfera enoica ci sono, in ordine, “Montepulciano”, “Chianti”, “Amarone”, “Franciacorta”, “Primitivo”, “Bolgheri” e “Sassicaia”. Tra gli argomenti correlati, invece, la palma va a “Vino Novello”, seguito da “Lugana”, “Vermentino”, “Malvasia”, “Valpolicella”, “Bolgheri”, “Vinitaly”, “Cirò” e “Taurasi”. Vini e vitigni più o meno sugli scudi, che dimostrano un interesse tutt’altro che latente per denominazioni e tipologie a volte meno in vista, ma non per questo meno interessanti, specie, a quanto pare, agli occhi del wine lover del Belpaese. |
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L’Italia delle eccellenze, guardate con ammirazione anche all’estero: la case history di Valoritalia, azienda leader nel settore dei controlli e delle certificazioni, con 221 denominazioni, pari al 42% delle Do nazionali, 17 milioni di ettolitri di vino controllati e oltre 1,2 miliardi di contrassegni assegnati, nelle parole del direttore Giuseppe Liberatore. “Il segreto del successo sta nel cercare il bene dell’intera categoria: collaboriamo con le altre aziende del settore, e ci presentiamo uniti davanti alle istituzioni. Il prossimo obiettivo? L’internazionalizzazione”. |
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