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WineNews
N. 2.611 - ore 17:00 - Lunedì 11 Marzo 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
“Cantina Italia”, calano le scorte
Sono iniziate a scendere le scorte di vino nelle cantine italiane: al 28 febbraio 2019, il “Bollettino Cantina Italia” n. 4 su dati del Registro Telematico, parla di 59,2 milioni di ettolitri, rispetto ai 60,1 del 15 febbraio. Un totale dato da 29,2 milioni di ettolitri di vini Dop, 15,3 di Igp e 14,6 di vini varietali e generici. Un litro di vino italiano su quattro (14,7 milioni di ettolitri) dimora nelle cantine del Veneto, il doppio della seconda Regione più ricca, l’Emilia Romagna (7,5 milioni di ettolitri). Tra i vini a Denominazione, il primato spetta come sempre al Prosecco Doc, con 4,2 milioni di ettolitri in cantina.
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Primo Piano
Germania, cresce l’import di vino, Italia leader. Ma i prezzi restano bassi e pesano i discount
Se tutto sommato il 2018 per il vino italiano è stato positivo in Usa (1,9 miliardi di dollari le esportazioni in valore, +6,8%, per 3,4 milioni di ettolitri, +1,2%, secondo i dati dello US Department of Commerce, analizzati da Ice New York), il saldo dovrebbe chiudersi in positivo anche in Germania, seconda piazza mondiale per le etichette del Belpaese. Secondo i dati Eurostat, analizzati dall’Ice di Berlino, l’Italia ha spedito in Germania poco meno di 500 milioni di litri di vino (in leggera flessione sul 2017), a fronte di un incasso di 886 milioni di euro (+1,2%), nei primi 11 mesi del 2018. Mercato strategico (e vicino) dunque, per l’Italia del vino, che ha una market share del 35% in valore e del 36% in volume, ma non semplice, e dove la questione del prezzo bassissimo è tutt’altro che risolta, visto che il prezzo medio del vino importato in Germania è appena di 1,65 euro al litro, nella media, e addirittura di 1,59 euro per l’Italia (dato 2017). Nel complesso, comunque, quello tedesco è un mercato in crescita, e tra gennaio e novembre ha importato 2,38 miliardi di euro di vino (+2,2% sul 2017), e dietro all’Italia, tra i principali competitor, ci sono Francia (629,9 milioni di euro, +3,7%) e la Spagna (392,5, +5,9%). Ecco lo stato dell’arte, dunque, alla vigilia di Prowein, una delle più importanti fiere enoiche nel panorama internazionale, di scena a Dusseldorf dal 17 al 19 marzo, con l’Italia che, come accade da anni, sarà il Paese con il maggior numero di cantine in expo, mentre la Francia sarà, quest’anno, il “Paese d’Onore”. Analizzando nel dettaglio, l’export di vino italiano, in Germania è fatto al 70% da vini fermi in bottiglia, in quantità, con gli sfusi al 18,2%, e gli spumanti al 9%. In valore, il 40,4% è imputabile a vini rossi Dop e Igp, il 18% ai bianchi a denominazione e indicazione geografica, il 9,5% agli spumanti, il 10% ai vini frizzanti, ma c’è anche una corposa quota, pari al 21%, fatta da vini generici. Un mercato, però dove il 47,5% dei volumi venduti (ed il 33% dei valori) sono mossi dal canale dei discount, mentre supermercati e ipermercati valgono il 24,6% del mercato in quantità ed il 27% in valore, con due sole catene, peraltro, ovvero Aldi (24%) e Lidl (13%) che da sole muovono oltre una bottiglia su tre.
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Alcol, vino e tasse, caos Ue?
La presidenza romena Ue, nella revisione della direttiva 92/83 sull’armonizzazione delle accise e delle tasse sulle bevande alcoliche, ha sul tavolo una proposta che vorrebbe consentire agli Stati membri di adottare un sistema unico di tassazione delle bevande alcoliche. Tradotto, ogni Stato potrebbe decidere di applicare, a livello nazionale, un unico parametro per stabilire l’accisa su tutti i prodotti alcolici (mentre oggi la tassazione è stabilita a volume per i prodotti fermentati, come il vino, e per gli intermedi, a grado per gli spiriti, e a grado plato per la birra). A renderlo noto è il Comité Européen des Entreprises Vin. E questo, secondo alcuni, sarebbe potenzialmente molto penalizzante per il vino, soprattutto nei mercati del nord Europa. A dare o negare la propria approvazione generale alla proposta sarà chiamato domani, a Bruxelles, l’Ecofin ...
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Focus
Climate change, a Porto le risposte del mondo enoico
La lotta ai cambiamenti climatici riguarda tutti, anche il mondo del vino, riunito da Al Gore, ex Vice Presidente Usa da anni impegnato nella causa ambientalista, a Porto, per la “Climate Change Leadership - Solutions For The Wine Industry Conference”. A tracciare la strada, è stato Miguel Torres, che dal 2007 ha investito 16 milioni di euro nell’obiettivo di tagliare le emissioni di CO2 del 30% entro il 2020. Cristina Mariani-May, a capo di Banfi Vintners e della Castello Banfi nel territorio del Brunello di Montalcino, ha sottolineato invece l’importanza della biodiversità. Ma il vino deve fare i conti con un’infinità di problematiche, come la scarsità idrica, particolarmente sentita a Mendoza, dove Margareth Henriquez, ceo di Krug e della divisione vino di Moet Hennessy (Lvmh), attraverso “studio dei suoli, nuovi impianti in altura ed efficientamento”, è riuscita a tagliare del 15% l’uso di acqua in vigna. Anche il gigante del vino cileno Concha y Toro ha investito in ricerca e sviluppo, con uno stanziamento di 5 milioni di dollari per il periodo 2016-2020, mentre Antònio Amorim, il primo produttore di tappi di sughero al mondo, ha ricordato come dal mondo dei consumi la richiesta di produzioni rispettose dell’ambiente si levi sempre più alta.
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Cronaca
Chianti Geografico, inizia l’era Piccini
È tempo di cominciare una nuova vita per il Chianti Geografico, dopo l’acquisizione da parte di Tenute Piccini, il gruppo guidato da Mario Piccini, con un investimento da 7,2 milioni di euro, come già annunciato da WineNews. Ed ora, con la supervisione di uno dei big dell’enologia italiana, Riccardo Cotarella, l’azienda si appresta ad un restauro del suo cuore produttivo, puntando su Chianti Classico, Vernaccia di San Gimignano e Chianti Colli Senesi. “Un’operazione - ha dichiarato Mario Piccini - che ci riempie di orgoglio, consapevoli dell’importante responsabilità che ci siamo assunti.
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Wine & Food
Vino e territorio, prove di “matrimonio” tra Maremma, Montecucco e Morellino di Scansano
Nella Toscana dei mille campanili, inizia un percorso condiviso tra Maremma, Montecucco e Morellino di Scansano. “Insistiamo tutti sullo stesso territorio - spiega a WineNews Francesco Mazzei, presidente del Consorzio della Doc Maremma, da MareMMA, evento che ha riunito ad Alberese oltre 85 cantine delle tre denominazioni - e penso che sia non solo utile, ma necessario, fare un percorso insieme, siamo tutti figli di questo territorio bellissimo che è la Maremma. Le diverse identità devono rimanere salve, ma c’è una grande opportunità nel fare promozione insieme, anche perché in molti casi chi produce Morellino e Montecucco produce anche Maremma. Che è un territorio moderno, come la Napa Valley, con tante vocazioni diverse, e più vitigni che si esprimono in maniera interessante, e non solo uno dominante”.
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WineNews.tv
Il vino italiano in Cina tra giovani, donne e collezionisti: parla la Master of Wine Sarah Heller
Il punto di vista della più giovane MW d’Asia: “sta diventando un mercato profondo, che vuole conoscere di più il vino. L’Italia, tra le donne cinesi, come Paese del vino, ha una considerazione molto alta, più che tra gli uomini, e promuoverla insieme ad arte e moda, come parte di uno stile di vita affascinante, può funzionare. Tra i collezionisti, in particolar modo ad Hong Kong, il vino di punta ora è il Barolo, anche grazie al suo legame con il tartufo”.
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