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N. 2.735 - ore 17:00 - Martedì 17 Settembre 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Il Borro, la griffe del Valdarno Superiore di proprietà di Ferruccio Ferragamo, che fa del rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema un proprio caposaldo (è interamente biologica dal 2015, ndr) ha annunciato l’acquisizione della proprietà confinante Vitereta e l’apertura de Le Aie del Borro, 20 nuove suite all’interno della Tenuta. Situata nel Comune di Laterina, Vitereta è una delle tenute storiche del Valdarno aretino, appartenuta alla famiglia Del Tongo dal 1973, con una superficie totale di 346 ettari, di cui 40 vitati (che porta il totale a 85) e 150 di terreni seminativi, la ottocentesca Villa Clerici Bernetti, la Tabaccaia e alcuni poderi. |
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Il vino italiano è il grande vincitore, in termini di popolarità, tra i wine lovers del web: non che sia uno sorpresa, ma anche le ricerche registrate dal portale “Wine-Searcher”, tra i più visitati da chi compra vino online, confermano il buon momento delle produzioni enoiche tricolori. Se si prende in considerazione la globalità delle ricerche, la share è del 16,44% (se si restringe l’analisi ai soli appassionati Usa scende al 15,63%). Ma c’è un però: i retailers non sembrano proprio rendersene conto, visto lo squilibrio tra ricerche e offerte, pari solo al 12,75% delle bottiglie vendute online sul mercato Usa, mentre la quota dei vini americani, a livello globale, è addirittura del 22,4%, a fronte però del 14,9% delle ricerche totali. Un limite di vecchia data, visto che già nel 2014 le ricerche dei vini italiani da parte dei wine lovers Usa, su un portale molto utilizzato per fare acquisti, e non solo per soddisfare la propria curiosità, rappresentavano il 14,75%, a fronte di una share di offerte del 13,41%. Ancora lontana, e anche questo aspetto non sorprende troppo, la Francia: finora, nel 2019, le ricerche relative a etichette d’Oltralpe sono state pari al 47,16% del totale (48,1 milioni su 102 milioni di ricerche totali), mentre le offerte rappresentano una quota di appena il 30%. Dietro a Francia, Italia e Stati Uniti, ci sono Spagna, Australia, Portogallo, Cile, Argentina, Germania e Nuova Zelanda. Tuttavia, sembra che l’Australia supererà presto la Spagna, mentre la Germania ha superato l’Argentina. Gli Stati Uniti sono ovviamente la principale fonte di ricerche (quasi un terzo del totale), seguiti da Regno Unito, Cina, Hong Kong e Francia. Ad offrire un affascinante spaccato di quanto siano ossessionati dal vino i diversi Paesi, le ricerche pro capite su “Wine Searcher”, che in Usa coinvolgono il 10,3% dell’intera popolazione del Paese, una cifra particolarmente alta se si considera che il 30% degli americani non beve; quindi la Gran Bretagna (12,75%), mentre la Cina ha un’incidenza decisamente marginale (0,45%), la Francia non supera il 6,42% ed Hong Kong, con appena 7,5 milioni di abitanti, arriva addirittura all’80%. |
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Tra una crisi politica e l’altra, in Italia il patrimonio enogastronomico rimane un punto fermo. Cambiano le agende di Governo, ma la voce del settore rimane la stessa: la ristorazione deve diventare colonna portante del tessuto economico e sociale del Belpaese. La cultura gastronomica italiana, per associazioni come Fipe, deve essere parte integrante del Nuovo Umanesimo. Un desiderio espresso, a WineNews, dal presidente Fipe Lino Stoppani: “il Governo Conte ha l’opportunità di fare ciò che nessun altro ha avuto il coraggio di fare, valorizzare un’eccellenza italiana che ci rende famosi in tutto il mondo. La ristorazione, celebrata dai media e spettacolarizzata all’inverosimile, è mortificata da regole inique: mi auguro che il Nuovo Umanesimo immaginato dal Presidente del Consiglio ne tenga conto”. |
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Fornire cibo a prezzi accessibili; puntare su produzioni alimentari che contribuiscano al perseguimento degli obiettivi climatici, ambientali e di biodiversità, in particolare riducendo l’uso di pesticidi, fertilizzanti e prodotti chimici in Europa, facendone un pilastro del Green Deal europeo; concludere le trattative per una Pac post 2020 ambiziosa in termini di sicurezza alimentare e obiettivi ambientali e climatici, che incentivi l’adozione delle tecnologie digitali e garantisca che il settore possa rimanere competitivo, fornire un reddito equo e sostenere i giovani agricoltori; rafforzare il sistema delle indicazioni geografiche, fondamentali per il mantenimento di elevati standard di qualità alimentari, oltre che garanzia per il patrimonio culturale, gastronomico e locale europeo nel mondo; una nuova visione per le aree rurali; promozione degli standard di qualità europei in tutto il mondo. C’è tutto questo, e molto altro, nella lettera che la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha inviato al nuovo Commissario all’Agricoltura, il polacco Janusz Wojciechowski, sugli obiettivi della Commissione Ue per i prossimi cinque anni, con al centro il “Green Deal” europeo, di cui l’agricoltura sarà, per forza di cose, un pilastro. |
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“Con un balzo del 58% delle frodi a tavola, che colpiscono i prodotti simbolo della Dieta Mediterranea come l’olio, è necessario procedere al più presto alla riforma della Legge sui reati in campo agroalimentare per sostenere gli ottimi risultati dell’attività delle forze dell’ordine con norme adeguate a colpire chi specula sulla salute dei cittadini”. A dirlo la Coldiretti, dopo la scoperta da parte dei Nas di Firenze, di una truffa con riciclaggio e ricettazione di ingenti quantità di olio di semi etichettato fraudolentemente come olio extravergine di oliva. |
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“Con la vittoria di Trump al Wto trema l’Italia che è, dopo la Francia, il Paese più danneggiato nella black list di prodotti sulla quale applicare un aumento delle tariffe all’importazioni fino al 100% del valore attuale (per un totale di 4,5 miliardi di euro, ndr) elencati dal Dipartimento del Commercio statunitense (Ustr), nello scontro sugli aiuti al settore aeronautico che coinvolge l’americana Boing e l’europea Airbus”. A dirlo la Coldiretti, nel commentare la decisione del Wto che ha approvato la richiesta Usa di imporre tariffe su alcuni beni europei nell’ultimo capitolo della disputa Airbus-Boeing. Rischiano di pagare un conto salatissimo i prodotti del made in Italy agroalimentare, a partire dal vino, che con un valore delle esportazioni di 1,5 miliardi di euro nel 2018 sarebbe il più colpito, e poi olio d’oliva, pasta e formaggi. |
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Il presidente del Consorzio del Gallo Nero, Giovanni Manetti: “l’obiettivo è arrivare alle Menzioni Geografiche Aggiuntive su tutte le tipologie, Gran Selezione, Riserva e Annata, ma stiamo valutando se farlo progressivamente, partendo dal vertice della piramide produttiva, il confronto su questo è ancora aperto”. Mentre il Chianti Classico è sempre più capace di esprimere longevità, “caratteristica tradizionale e direi principale dei nostri vini”, che fa la differenza nel mercato dei vini di alta gamma. |
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