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N. 3.905 - ore 17:00 - Mercoledì 28 Febbraio 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Per il rilancio di Bordeaux, l’ultima idea arriva dal “Collectif des Viticulteurs 33”, che ha messo sul tavolo una proposta radicale per scacciare una crisi che sembra senza fine. Ovvero “un’evoluzione immediata dell’offerta”, già a partire dalla vendemmia 2024, dividendo la produzione in due grandi “poli”: da una parte, “Aoc Cru Bordeaux” e “Cru Bordeaux Superior”, per permettere “di mantenere ciò che funziona, migliorarlo e rafforzarlo”; dall’altra, la “Igp Bordeaux Atlantique”, che manterrebbe lo stesso areale geografico dell’Aoc, ancorato a Bordeaux, al tuo territorio e al suo brand, ma spingendo, sfruttando la maggiore libertà concessa, sull’innovazione.
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| | Rafforzato il ruolo dei Consorzi di tutela, che vedranno rafforzate alcune prerogative, come l’estensione da 3 a 6 anni per i piani di regolazione dell’offerta o la possibilità di redigere clausole di condivisione del valore lungo la filiera per i propri membri; più protezione, sia on line, attraverso Euipo, ma anche in etichetta, con l’obbligo, per esempio, di indicare la presenza di un ingrediente Igp o Dop utilizzato nella preparazione del prodotto, e con tutele rafforzate per evitare casi come i “Prosek” fatto in Croazia; più semplificazione, con tempi più rapidi per esempio, per le richieste di modifica dei disciplinari, che passeranno al vaglio della Commissione Europea solo se implicano restrizioni alla concorrenza nel mercato unico, mentre tutte le altre modifiche sono gestite esclusivamente a livello nazionale; più trasparenza, con i Consorzi che, inizialmente su base volontaria, dovranno redarre un rapporto di sostenibilità che spieghi ciò che svolgono in termini di sostenibilità ambientale, economica, sociale e di rispetto del benessere animale; sono alcune delle novità introdotte dal nuovo Regolamento Ue che regola, grazie ad un testo unico, i settori dei vini, delle bevande spiritose e dei prodotti agricoli e agroalimentari a Indicazione Geografica, approvato oggi 28 febbraio 2024 dal Parlamento Ue in seduta plenaria (520 voti a favore, 19 contrari e 64 astenuti), a cui ora manca solo il via libera del Consiglio Europeo, che potrebbe arrivare entro la fine marzo 2024. Una riforma che riguarda 3.410 prodotti Dop e Igp a livello Ue tra cibo, vino e spirits (di cui 890 italiani), per un valore alla produzione di 80 miliardi di euro (di cui 20,2 made in Italy). “Un ulteriore traguardo in difesa delle nostre eccellenze è stato raggiunto oggi. L’obiettivo del nuovo regolamento è quello di difendere i prodotti certificati dai tentativi di imitazione ed emulazione. Dobbiamo continuare a puntare sulla qualità e l’eccellenza che ci caratterizza da sempre e sulla distintività che rende così particolari le nostre produzioni agroalimentari al punto da diventare uniche sul mercato globale”, ha commentato il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida (in approfondimento i commenti, positivi, di Fondazione Qualivita, Origin Italia, Federdoc e non solo).
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| | Continua il “pressing” verso l’Europa da parte del mondo dell’agricoltura, dopo il Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura dei 27 Paesi Ue, svoltosi a Bruxelles (città presa d’assalto dalle proteste) e dedicato alla Pac. E che continua a scatenare reazioni, dalle istituzioni fino alle associazioni di categoria, nonostante il Commissario Ue all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, abbia aperto al cambiamento della Politica Agricola Comune. “Sentiamo dire spesso “vediamo cosa dice l’Europa”. Do una notizia: in Europa aspettano di sapere cosa dice l’Italia, che è un Paese fondatore e centrale”, ha detto il Ministro Lollobrigida in conferenza stampa al Ministero. Ma da Coldiretti, Cia-Agricoltori Italiani e Fedagripesca Confcooperative non mancano le richieste all'Europa, da una revisione della Pac fino a risposte e tempi rapidi.
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| | | BolognaFiere punta sempre di più sul cibo ed il beverage specializzato, unendo il “bio” del Sana (Salone Internazionale del Biologico e del Naturale) al “buono pulito e giusto” di Slow Food e Slow Wine. E così, nel 2025, la parte agroalimentare del Sana, diventa Sana Food, e sarà di scena in contemporanea con la Slow Wine Fair, dal 23 al 25 febbraio 2025 (mentre Sana Beauty sarà ospitata a Cosmoprof, il 20-23 marzo). Una scelta netta, che ridisegna ancora una volta il sempre mutevole scenario delle fiere italiane, in particolare quelle dedicate a settori trainanti come quelli del wine & food. E che punta su un segmento, quello del bio e del naturale, ancora di nicchia, nel complesso, ma in forte crescita, che, solo in Italia, vale 5,4 miliardi di euro (+18% sul 2022, dati Nomisma). “Slow Wine Fair 2024 è andata molto bene: l’aumento di espositori, di visitatori professionali e di appassionati va di pari passo con l’aumento dei consumi di vino biologico e sostenibile nel canale Horeca in tutta Europa. Nel 2025 la manifestazione sarà ulteriormente arricchita dalla partecipazione dell’agroalimentare di Sana, diventando così ancora più attrattiva per i buyers. BolognaFiere si consolida come riferimento dell’enogastronomia di qualità e attenta ai territori”, ha commentato Giampiero Calzolari, presidente BolognaFiere.
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| | | Il vino italiano a Cuba ha visto, in anni recenti, una forte crescita tanto che il Belpaese, nel 2019, figurava come terzo partner con una valore delle importazioni di oltre 1,1 milioni di dollari. Tra le denominazioni italiane più blasonate c’è certamente il Chianti che rinnova una collaborazione già avviata da anni, grazie all’incontro tra un calice del rosso toscano più conosciuto nel mondo e un sigaro cubano, due icone che si “abbracciano” per un sodalizio che continua a dare i suoi frutti nel Festival “Habanos”, dove il Consorzio Vino Chianti è tornato da protagonista.
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| | Poco più di 3 milioni di dollari raccolti con oltre 160 lotti battuti da Sotheby’s, che andranno a beneficio del territorio della Napa Valley attraverso la Napa Valley Vinters, associazione fondata nel 1944, e che fino ad oggi ha investito più di 230 milioni di dollari in progetti sociali. Tanto ha raccolto l’ultima edizione, la n. 28, della “Premiere Napa Valley Auction”, nei giorni scorsi. A contribuire in modo sostanzioso all’incasso sono stati anche i vini delle tenute californiane della Marchesi Antinori. Che hanno raccolto 54.000 dollari, con il lotto da 120 bottiglie di Cabernet Sauvignon Stags Leap District 2022 S.L.V. Golden Anniversary Vines di Stag’s Leap Wine Cellars, cantina che la famiglia Antinori ha acquisito al 100% nel maggio 2023, e 21.600 dollari con le 120 bottiglie del lotto “Antinori Napa Valley, A27 The Next Generation of Antinori Cabernet Franc Atlas Peak 2022”. | |
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| | | Dalla “Slow Wine Fair” 2024 le riflessioni di piccoli vigneron e produttori più strutturati, che puntano su qualità, artigianalità e identità del vino: Paolo Cianferoni (Caparsa), Heydi Bonanini (Possa), Costante Planeta (Planeta), Marinella Camerani (Corte Sant’Alda), Francesco Bocchino (Tojo), Matteo Garberoglio (Carussin), Marilena Barbera (Cantine Barbera), Giulio Francesco Bagnale (Arteteke) e Nino Barraco (Barraco Vini). | |
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