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N. 2.561 - ore 17:00 - Venerdì 28 Dicembre 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Il Tignanello di Antinori con 75.522 voti, il Sassicaia di Tenuta San Guido con 56.926, il Villa Antinori Rosso Toscana con 55.420, l’Amarore della Valpolicella Costasera con 47.457 ed il Campofiorin, entrambi di Masi, con 46.961, il Montepulciano d’Abruzzo dal Tralcetto di Zaccagnini con 43.129, il 60 Sessantanni Old Vines Primitivo di Manduria di Cantine San Marzano con 41.543, il Valpolicella Ripasso Superiore Ripassa di Zenato con 40.168, il Brunello di Montalcino di Castello Banfi con 40.161, l’Amarone della Valpolicella di Tommasi con 38.716: ecco la “top 10” dei vini italiani più “popular” di Vivino, app n. 1 del settore, con 31 milioni di utenti nel mondo. |
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Vini “pop”, accessibili a tutti, e vini da sogno, per poche tasche o per chi ha una grande passione. L’Italia enoica ne ha per tutti. E allora, ci siamo divertiti a guardare quali sono i vini più venduti nel 2018 su Vivino, app leader del settore, che da qualche tempo, oltre a raccogliere le recensioni degli utenti, è diventata anche un canale di vendita on line. E all’ultimo aggiornamento 2018, di ieri (la classifica viene aggiornata ogni giovedì, ndr), emerge che, nella fascia sotto i 15 euro, più venduti sono, nell’ordine, il Pfefferer 2017 di Colterenzio, il Valpolicella Ripasso Superiore Ripassa di Zenato 2015, lo Scaia Bianco 2017 di Tenuta Sant’Antonio, il Mundus Primitivo di Manduria 2016 di Pietra Pura, ed il Lugana I Frati 2017 di Cà dei Frati, per stare sui primi 5. Tra i 15 ed i 30 euro, il più venduto è il 60 Sessantanni Old Vines Primitivo di Manduria 2015 di Cantine San Marzano, davanti all’Edizione Cinque Autoctoni 2015 di Farnese, al Montepulciano d’Abruzzo Marina Cvetic 2015 di Masciarelli, all’Amarone della Valpolicella La Groletta 2015 di Corte Giara (Allegrini), al Bolgheri Il Bruciato 2016 della Tenuta Guado al Tasso (Antinori), al Franciacorta Cuvée Prestige 2015 di Ca’ del Bosco, al Brunello di Montalcino 2013 di Castello Banfi, al Bolgheri Rosso 2016 de Le Macchiole, al Sanct Valentin Sauvignon 2017 di San Michele Appiano ed al Pigaia 2015 di Serafini & Vidotto. Nella “top 10” tra i 30 ed i 60 euro, invece, guidano il Passito di Pantelleria Ben Ryè 2016 di Donnafugata, lo Sfursat 5 Sfursat 2015 di Nino Negri, l’Amarone della Valpolicella Classico Vigneto Monte Sant’Urbano 2013 di Speri, l’Amarone della Valpolicella Classico 2013 di Zenato, il Cervaro della Sala 2016 di Castello della Sala (Antinori), il Mille e un Notte 2014 di Donnafugata, il Fiorduva Costa d’Amalfi 2016 di Marisa Cuomo, l’Es Primitivo di Manduria 2016 di Gianfranco Fino, l’Amarone della Valpolicella Classico Costasera 2012 di Masi e l’Amarone della Valpolicella Classico 2013 di Tommasi. Oltre i 60 euro a bottiglia, stando solo sugli italiani, il più venduto è l’Amarone della Valpolicella Classico 2009 di Quintarelli, davanti al Barolo Riserva Monfortino 2008 di Giacomo Conterno, al Sassicaia 2015 della Tenuta San Guido, al Tignanello 2015 di Antinori ed al Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2006 di Ferrari. E tanto Champagne. |
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Le bollicine, nelle feste di fine anno, vivono il loro momento più importante. E a mettere in fila i “10 Most exciting sparkling wines of 2018” ci ha pensato la rivista Uk Decanter, la voce più autorevole sul vino che ha segnato le fortune dello Champagne prima, e del Prosecco poi. E così, tra Francia e Inghilterra, passando anche per il Portogallo, per l’Italia, il magazine segnala il Ca’ di Rajo Prosecco Conegliano-Valdobbiadene Superiore, ma anche il Franciacorta 2008 de Il Mosnel, ed il Trentodoc Perlé Zero Cuvée Zero 11 2011 di Ferrari, alfieri di un’Italia spumantieria che, nel mondo, si segnala sempre più per la qualità espressa dai diversi territori, ma anche per una crescente capacità delle sue bollicine di reggere alla prova del tempo. |
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Il Masseto è il vino più costoso del Belpaese, il Vin Santo Occhio di Pernice di Avignonesi è il preferito dalla critica internazionale: ecco il bilancio 2018 di Wine Searcher, storico portale Usa dedicato al vino. Sul podio dei “Best Italian Wine”, quelli capaci di conquistare i punteggi dei wine critic di tutto il mondo, insieme all’Occhio di Pernice salgono il Barolo Riserva Monfortino di Giacomo Conterno ed il Masseto, quindi il Sorì San Lorenzo di Gaja e, al quinto posto, il Sassicaia di Tenuta San Guido. Scorrendo la classifica, troviamo il Solaia dei Marchesi Antinori (8), il Barolo Rocche del Falletto di Bruno Giacosa (14), il Sorì Tildin di Gaja (15), il Barolo Monprivato di Giuseppe Mascarello e Figlio (20), il Brunello di Montalcino Cerretalto di Casanova di Neri (22), il Brunello di Montalcino Riserva di Tenuta Greppo - Biondi Santi (23) ed il Brunello di Montalcino Riserva Vigna di Pianrosso Santa Caterina d’Oro di Ciacci Piccolomini d’Aragona (24). Per quanto riguarda invece i “Most Expensive Italian Wine”, dietro al Masseto, a 644 euro a bottiglia, il Toscana Igt di Case Basse di Gianfranco Soldera (508 euro) ed il Brunello di Montalcino di Tenuta Greppo - Biondi Santi (474 euro). |
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Che sia in agriturismo in campagna, con 250.000 persone per Coldiretti, o al ristorante, per 6,3 milioni di persone secondo Fipe, o nelle piazze di città e borghi, l’Italia si prepara al brindisi di Capodanno. Dove salterà gran parte dei 240 milioni di bottiglie di spumanti stimati per le feste da Uiv e Ismea, mentre, nel mondo, per l’Ovse, i vini fermi italiani tengono il passo delle bollicine: 220 milioni di bottiglie che, con le 70 milioni di vino frizzante, raggiungeranno un giro d’affari al consumo di 5 miliardi di euro. |
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Bene gli incentivi per impianti di biogas realizzati dagli agricoltori e la proroga del bonus verde per i giardini, così come l’estensione della vendita diretta dei prodotti agricoli (ora possibile anche con prodotti comprati da altre aziende agricole), il taglio delle accise sui piccoli birrifici e l’equiparazione, a livello fiscale, tra familiari che coadiuvano il coltivatore diretto e titolari dell’impresa coltivatrice diretta; male, però, la mancanza di investimenti per i giovani, la mancata proroga degli sgravi contributivi per gli agricoltori under 40, e le poche risorse per il Fondo di Solidarietà Nazionale: sono alcuni dei punti positivi e negativi della Finanziaria del Governo 5 Stelle-Lega, analizzata dalla Coldiretti. |
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A WineNews il wine writer e divulgatore Ian D'Agata alla guida della scuola 3iC e del Progetto Vino&Food del Festival Collisioni di Barolo: “c’è però ancora tanto da fare, ma siamo messi meglio che in passato, perché la reputazione del vino italiano cresce, e c’è la consapevolezza che dobbiamo lavorare tanto sulla conoscenza delle particolarità dell’Italia del vino.
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