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N. 2.644 - ore 17:00 - Mercoledì 24 Aprile 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Un Monfortino Riserva del 1961 di Giacomo Conterno, due bottiglie di Barolo Bartolo Mascarello del 1964 e 1967, un Giacomo Borgogno Riserva del 1947, un Fontanafredda del 1959: sono solo alcuni dei pezzi introvabili che il 12 maggio, al castello di Barolo, saranno sotto al martelletto dell’annuale Asta del Barolo, la n. 17, che mette in fila circa sessanta lotti, tutti, ovviamente, del rosso che ha fatto grande il Nebbiolo e le Langhe. E c’è di più: il ricavato dell’asta, sarà devoluto in beneficenza, alla Onlus 1Caffè, fondata da Luca Argentero, ispirata alla pratica del “caffè sospeso”, e diventata un’associazione che aiuta le persone in difficoltà. |
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Il viaggio di lusso non è più la vacanza costosa, a 5 stelle, esclusiva, ma una esperienza unica, anche in un luogo già visitato altre volte, in mezzo a migliaia di altri turisti, vivendolo però finalmente per quello che solo quel posto può offrire. Come il rafting tra le vigne del Brunello di Montalcino, una delle tante attività che da fare tra i filari e nelle cantine del Belpaese, mete d’elezione di un turismo che si sposta sempre più spesso, e più volentieri, dalle grandi città ai territori del vino. Prima il week end di Pasqua, adesso il ponte della Liberazione, quindi quello della Festa del Lavoro, tanti sono i momenti per staccare la spina e decidere di godersi una passeggiata tra le viti o una degustazione tra le botti o, appunto, una giornata facendo rafting tra le vigne del Brunello di Montalcino, ma l’attesa è tutta per Cantine Aperte, il 25 e 26 maggio, quando 900 aziende di tutta Italia accoglieranno appassionati e turisti, per la prima volta dall’entrata in vigore della legge sull’enoturismo, che definisce e regolamenta le attività turistiche in cantina, sia in termini di regime fiscale che di standard minimi di qualità dei servizi. Un quadro normativo comune in cui far crescere un settore che si inserisce in un ambito ancora più ampio, quello del turismo enogastronomico che, secondo gli ultimi dati dell’Enit - Agenzia Nazionale del Turismo, è capace di muovere il 22,3% dei turisti italiani ed il 29,9% di quelli stranieri, che mettono il wine & food al primo posto tra i motivi di interesse delle proprie vacanze, spendendo, in media, ben 150 euro al giorno. E l’Italia potrà contare su un altro vantaggio competitivo nella corsa a quello che, a tutti gli effetti, è un motore economico e di promozione dei territori come pochi, e che nel 2018 ha generato 2,5 miliardi di euro: nel 2020, infatti, il Friuli Venezia Giulia sarà teatro della prestigiosa International Wine Tourism Conference, conferenza nata in Spagna nel 2009 che, dal 24 al 26 marzo, con la regia di Promoturismo Friuli Venezia Giulia, ospiterà oltre 300 giornalisti, opinion leader ed esperti di turismo ed enogastronomia per analizzare ed anticipare trend presenti e futuri, ma anche seminari, degustazioni ed educational alla scoperta del territorio. |
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Luigi Veronelli ha impegnato la sua vita nella diffusione del sapere in materia di enogastronomia, in particolare quella italiana, ed è stato innegabilmente uno dei più influenti critici enogastronomici del Belpaese di tutti i tempi. Adesso, a portare avanti il suo lavoro, c’è ancora una volta il Seminario Permanente Luigi Veronelli, con l’Alta Scuola Italiana di Gastronomia, fondata nel 2018, che punta a formare la critica enologica di domani. Partendo proprio da “casa”, ovvero dalla Guida I Vini Veronelli: da “Camminare le vigne: luoghi, persone e cultura del vino italiano”, il primo corso di perfezionamento al via a Venezia, sull’Isola di San Giorgio Maggiore, il 25 maggio, saranno infatti selezionati i migliori, che diventeranno così i giovani nuovi redattori della prestigiosa guida. |
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Il mercato britannico è uno dei più importanti per i vini italiani, rappresenta il primo Paese di destinazione degli spumanti (30% del totale export) e il terzo, dopo Usa e Germania, per i vini imbottigliati (9% del totale). Uno sbocco fondamentale, da cui transitano volumi importanti per Paesi diversi, ma anche una meta sempre più complessa, dove la competizione è altissima, l’incertezza sui rapporti commerciali tra Londra e Bruxelles post Brexit non fa che avvicinare la Gran Bretagna ai Paesi del Commonwealth, e la crescita della produzione interna comincia a farsi rilevante, visto che Inghilterra e Galles, nel 2018, hanno toccato i 15,6 milioni di bottiglie, polverizzando il precedente record del 2014 (6,3 milioni di bottiglie). Il Belpaese, però, non può permettersi passi indietro, perché il fatturato dei vini italiani in Uk, come ricorda l’ultima analisi Ismea, ha raggiunto gli 827 milioni di euro nel 2018 (+1,9% sul 2017), pari al 13% delle esportazioni totali di vino tricolore. L’80% delle spedizioni parte dalle cantine di Veneto, Piemonte, Trentino Alto Adige, Toscana e Lombardia, con l’imbottigliato fermo che rappresenta il 44% dell’import britannico nella categoria, e le bollicine, trainate dal Prosecco, più del 50%. |
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190 miliardi di euro, pari all’11% del Pil: è il valore dell’agribusiness in Italia, che aumenta del 15% con l’indotto. L’export pesa 40 miliardi di euro e cresce a tassi del 7%, grazie alla forza del made in Italy, pur in un mercato polverizzato, che conta 1,1 milioni di aziende e centinaia tra Dop e Igp, che da soli fatturano più di 15 miliardi di euro e fanno da leva per il turismo, come raccontano i dati dello studio Bain & Company, al centro, nei giorni scorsi, del “Milano Agrifood & Travel Global Summit” organizzato da Class Editori e Gambero Rosso. |
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Si chiama MIMA, Museo d’Impresa Mastroberardino Atripalda, e racconta la storia di una famiglia simbolo della viticoltura dell’Irpinia, a cavallo di tre denominazioni (Greco di Tufo, Fiano di Avellino e Taurasi) e attraverso tre secoli, correndo in parallelo con il susseguirsi degli eventi che hanno contribuito a costruire la modernità e definire il tessuto socioculturale italiano: ecco il museo dedicato alla famiglia Mastroberardino, percorso allestito nelle antiche cantine della famiglia ad Atripalda (l’inaugurazione il 15 maggio, ndr), narrato attraverso la documentazione storica che si snoda attraverso tre periodi. Il primo va dal Settecento al 1914, il secondo segue le vicende di famiglia comprese tra il 1914 e il 1932 ed il terzo testimonia gli anni che vanno dal 1933 al 1945, dall’avvento del nazismo alla fine della Seconda Guerra Mondiale. |
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Dall’Armenia al Ghana, dalla Mongolia al Turkmenistan: oltre i mercati classici, la griffe del vino veneta Bottega è pioniera dell’export anche nei Paesi più impensabili. Una strategia, come racconta a WineNews Sandro Bottega, alla guida dell’azienda, che nasce dall’ambizione di “essere globali: sono mete che valgono ancora poco dal punto di vista economico, ma tanto dal punto di vista dell’immagine, perché cinesi, americani ed europei viaggiano molto, e ci trovano ovunque”. |
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