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N. 3.059 - ore 17:00 - Mercoledì 23 Dicembre 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Il Brunello di Montalcino, con le due grandi annate, 2016 e 2015 (soprattutto nella versione Riserva), con ben 37 vini su 100 (e 7 tra i primi 10, compresi tutti i primi 6), superstar della “Top 100 wines of Italy 2020” by James Suckling (con il podio formato dai Brunello di Montalcino 2016 di Livio Sassetti, Castiglion del Bosco e Giodo di Carlo Ferrini e della figlia Bianca, nella foto), davanti al Barolo con 17 etichette. È il verdetto della classifica 2020 dedicata all’Italia, con tanti grandi nomi del vino del Belpaese, firmata da uno dei più influenti critici internazionali, attivo e seguito soprattutto in Asia, ma non solo. |
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Gaja che balza alla posizione n. 3 (dalla 34 del 2019), Sassicaia alla n. 4 (dalla n. 7), Ornellaia alla n. 6 (dalla 91), Masseto alla n. 9 (dalla 72), il Solaia di Antinori alla n. 13 (dalla 72): è in queste progressioni la sintesi dell’anno d’oro, questo paradossale 2020, per il fine wine d’Italia, vere e proprie stelle del mercato secondario secondo il benchmark Liv-Ex, che ha appena stilato la sua Power 100 del 2020 (che vede al vertice due grandi nomi di Borgogna come Domaine Leroy e e Domaine Leflaive), insieme al magazine Uk “The Drinks Business”, e che WineNews è in grado di anticipare. Una “Top 100” realizzata considerando i volumi ed i valori mossi da ogni singolo brand, il prezzo medio, la variazione delle quotazioni ed il numero di singoli vini (etichette ed annate) sul mercato (l’analisi riguarda il periodo tra il 1 ottobre 2019 ed il 30 settembre 2020), che conta tanti italiani come non mai: 17, in crescita di 9 rispetto al 2019, l’aumento maggiore (mentre Bordeaux, comunque il territorio più presente, che si ferma a 37, in calo di 5, e con la Borgogna a 24, con 10 brand in meno). Compresi i due brand che, in assoluto, a livello mondiale, hanno scalato più posizioni dal 2019, ovvero la piemontese Luciano Sandrone, salita dalla posizione 277 alla 62 (+215), e la Tenuta Greppo di Biondi Santi, culla del Brunello di Montalcino (oggi del gruppo francese Epi, ndr) passata dalla 219 alla 55 (+164). Scorrendo la classifica, per l’Italia, al n. 35 sale il Tignanello ancora di Antinori (unica realtà d’Italia con due brand in “Top 100”, ndr), davanti a “Mr Monfortino” Giacomo Conterno, al n. 51, e davanti a Biondi Santi, al 55. Al n. 62 c’è Luciano Sandrone, davanti ad un’altra griffe del Piemonte e del Barolo come Bartolo Mascarello, al n. 63, seguito a pochi passi da uno dei grandi nomi del Brunello di Montalcino, come Casanova di Neri, al n. 67. Al n. 71 una delle cantine più celebri del Chianti Classico, come Fontodi, davanti ad un’altra griffe di Montalcino, Poggio di Sotto del gruppo Collemassari di Claudio Tipa, al n. 74, e ad un altro top brand delle Langhe, come Vietti. Ancora, posizione n. 88 per la toscana Tua Rita, davanti a Bruno Giacosa al n. 89, e all’icona dell’Amarone della Valpolicella, Quintarelli, al n. 95. |
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“Farò quello che raccomando di fare al resto del Paese. Compirò 80 anni la notte di Natale. La passerò cenando tranquillamente con mia moglie. E con una chiamata su Zoom con le mie tre figlie, così potremo chiacchierare. E magari condividere un calice di Prosecco con loro. Quindi, metterò in pratica ciò che ho predicato al pubblico americano”. Parole del più seguito immunologo degli Stati Uniti, Anthony Stephen Fauci, a “PBS NewsHour”, trasmissione di approfondimento giornalistico della tv Usa, in onda dal 1975. Con Fauci che, per qualche istante, è diventato “brand ambassador” delle bollicine più famose d’Italia. “Una soddisfazione, oltre che un colpo di fortuna, ma soprattutto è l’ennesima conferma che questo vino è conosciuto e apprezzato da tanti”, ha commentato a WineNews il presidente del Consorzio del Prosecco Doc, Stefano Zanette. |
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Quando hai a che fare con il mondo del vino, ti ritrovi ad assaggiare migliaia di bottiglie, a percorrere migliaia di km tra i vigneti dei suoi territori, ad incontrare migliaia di persone che ne sono l’anima. Ad accomunarci tutti, è il fatto che, una volta tornati a casa e trovato spazio in cantina al nuovo vino che abbiamo portato con noi, quella bottiglia sarà per sempre la nostra “memoria”. “Non è un mistero, sono “enologicamente” nato nel territorio del Brunello - racconta il direttore WineNews, Alessandro Regoli - ma sono molti i vini, le persone e gli assaggi che, in oltre 30 anni di carriera professionale, mi risvegliano tanti ricordi (da leggere, nell’approfondimento). Stappare i vini di una vita, quelli legati agli eventi più belli e alle persone con cui li abbiamo condivisi, è l’invito che WineNews rivolge ai suoi lettori in questo insolito Natale. Ma soprattutto - continua Regoli - vorrei tornare, e far tornare tutto lo staff di Winenews, presto ad incontrare i protagonisti di questo mondo, ad assaggiare le sue etichette, a raccontare i suoi territori, personalmente e non più solo virtualmente. Sono un simbolo dell’Italia, i nostri “Michelangelo”, i nostri “Leonardo”, i nostri “Dante”, che torneremo a vivere e il mondo tornerà a visitare” (ph: Musee de L’Orangerie, Parigi, “Grande nature morte” di Pablo Picasso). |
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I consumi di vino fuori casa crollano del -74% nella sole feste di fine anno, e a -40% nel 2020 sul 2019 (da 2,3 a 1,4 miliardi di euro). E ancora peggio va agli spirits. Fotografia di un quadro difficilissimo, aggravato dal “Dl Natale” che ha dato il colpo di grazia nel periodo dell’anno in cui si concentrano i maggiori consumi. A dirlo la Federvini su dati TradeLab. “Dati che ci fanno preoccupare e che indubbiamente incidono sui fatturati delle aziende - ha dichiarato Sandro Boscaini, presidente Federvini - ma vogliamo guardare al futuro con ottimismo e voltare pagina”.
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Al netto dell’importanza dell’origine del vino, in tanti mercati come quello americano e quello inglese, ovvero il primo ed il secondo in valore per il vino italiano, il varietale è a tutt’oggi uno dei criteri principali di scelta sul mercato, come dicono tanti studi e indagini. E ora, la Doc Maremma Toscana, nei suoi vini a denominazione, di vitigni potrà indicarne due. È una delle principali modifiche del disciplinare di produzione (come l’aumento della base ampelografica e l’introduzione della Riserva) che hanno ottenuto il via libera definitivo dall’Unione Europea. “Saremo i primi in Toscana, in un vino Dop, ad avere la possibilità di utilizzare in etichetta l’indicazione di due varietà (tipologie bivarietali) - commenta Francesco Mazzei, presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana - molto richiesta soprattutto su mercati come Usa, Uk e Nord Europa”.
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A WineNews il presidente dell’Associazione delle Enoteche Italiane, Vinarius. “Chi ha liquidità, spende in etichette importanti il budget allocato per le cene al ristorante, ma chi ha meno entrate deve ridurre la spesa, anche dei regali. Che diventano meno costosi, e allora magari si passa dal Franciacorta al Prosecco. Continuano a tenere denominazioni come Brunello di Montalcino e Amarone della Valpolicella”. |
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