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N. 2.839 - ore 17:00 - Lunedì 17 Febbraio 2020 - Tiratura: 31.110 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Nonostante i consumi globali di bollicine abbiano subito un rallentamento nel 2018, la categoria è già pronta a ripartire, con le previsioni dell’Iwsr - International Wine & Spirits Research che parlano di una crescita media annua del +1,2% nel periodo 2018-2023, con l’Italia pronta a scalzare la Germania come primo consumatore a volume di sparkling, mentre Giappone ed Australia sono le mete da tenere d’occhio per i produttori di Champagne e Prosecco. A valore, invece, il primo mercato sarà ancora quello degli Stati Uniti - davanti a Francia, Gran Bretagna, Italia e Germania - che continueranno a crescere, ad un ritmo del 3,5% annuo, fino al 2023. |
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Dal Campanile di Giotto alla Torre del Mangia, da Piazza della Signoria a Piazza del Campo, il Chianti Classico, semplicemente uno dei territori del vino più belli del mondo, corre tra la Firenze del Rinascimento e la Siena del Medioevo, per i 70.000 ettari di boschi e colline, e 7.200 ettari di vigneti tra piccoli borghi, pievi e castelli che disegnano la bellezza del Gallo Nero. Territorio antico, dove le vigne e le cantine trasudano storia, tra antichi castelli e moderne cattedrali enoiche, tutte tessere di un disegno che rapisce. Un territorio, il Chianti Classico, che è storia secolare e vivente di grandi dinastie del vino, dagli Antinori ai Corsini, dai Frescobaldi ai Ricasoli, per citare le più celebri, ma anche presente fatto di tante realtà diverse, grandi e piccole, antiche e nuove, che non solo lo mantengono, ma lo rendono sempre più bello, proiettandolo nella modernità. Territorio che vive un grande presente, che nei numeri vuol dire una leggera crescita delle vendite nel 2019 sul 2018, che sembrano avere il vento in poppa anche nel 2020 (+10% a gennaio sullo stesse mese 2019), prezzi delle uve in crescita del 10%, e soprattutto le due tipologie più preziose, Gran Selezione e Riserva, che valgono il 42% in volume ed il 55% in fatturato, con un valore dell’economia del territorio del Chianti Classico stimabile in 800 milioni di euro, di cui la metà dalla produzione vinicola imbottigliata. Un territorio antico, dunque, con un presente solido, e che, dalla “Chianti Classico Collection”, oggi e domani, a Firenze, alla Stazione Leopolda, con oltre 200 produttori ed i loro vini, pensa al suo futuro. Che, secondo i produttori, è fatto di sempre maggiore qualità, di una più dettagliata territorialità dei vini, e anche di un racconto ancora più forte sui mercati del mondo (130 i Paesi raggiunti dalle bottiglie del Gallo Nero), che dice forte e chiaro che il Chianti Classico è oggi uno dei vini più importanti del mondo, che non teme confronti con nessuno. A dirlo i leader del Consorzio del Gallo Nero, e di cantine come Antinori, Dievole, Fontodi, Castello di Ama, Barone Ricasoli, Nozzole (Folonari), Isole e Olena, Badia a Coltibuono, Villa le Corti-Principe Corsini, Fonterutoli (Mazzei), Bindi Sergardi, Bibbiano, Rocca delle Macìe e Lamole di Lamole, |
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Gli Usa salvano il vino italiano ed europeo da ulteriori dazi. Almeno per ora. È la decisione comunicata dallo United States Trade Representative che, per il settore del vino, lascia inalterato, sostanzialmente, il quadro attuale, con dazi al 25% per i vini fermi di Francia, Spagna e Germania. Ma l’incertezza resta, perché nel quadro della disputa tra Boeing ed Airbus, l’amministrazione americana avrà ancora, nei prossimi mesi, la possibilità di introdurre “dazi a carosello” su diverse merci Ue. Così, per ora, a tirare almeno un sospiro di sollievo sono sia i produttori d’Italia che quelli del resto d’Europa, ma anche importatori, distributori e retailer americani, in prima linea nella difesa di un mercato in cui l’Italia, nei primi 11 mesi 2019, ha esportato vino per 1,4 miliardi di euro (+3,7% sul 2018). |
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La Toscana, brand tra i più forti al mondo. Toscana dove il vino supera 1 miliardo di euro di valore alla produzione, con una grandissima quota, dovuta ai vini Dop (ben 56), che valgono da soli, secondo le stime, 793 milioni di euro. Un vino alfiere della bellezza diffusa dei tanti territori, ricchezza che nasce da 59.000 ettari di vigneti dove nascono vini tra i più celebri al mondo (il 95,8% Docg o Doc, su una media del 62%), ed un export che se nel 201, ha sfiorato il miliardo di euro in valore, tra gennaio e settembre 2019 è cresciuto del 6,6% (dati Istat). Da questa solidità di oggi, figlia di un grande passato e di grandi investimenti dei produttori, ma anche delle istituzioni, la Toscana del vino può progettare un grande futuro. Che è fatto di investimenti per la crescita ulteriore della qualità e del posizionamento dei prezzi dei vini di toscana, da investimenti sull’enoturismo, ma anche sulla ricerca. E proprio la “Vision 2030” è stata al centro di PrimAnteprima, nei giorni scorsi a Firenze. “Il nostro sistema vino è in salute - ha detto l'assessore regionale all'Agricoltura Marco Remaschi - ma si può crescere ancora tanto. Puntando, per esempio, sull’enoturismo: la Toscana è stata la prima Regione a fare una legge in materia. La parola Toscana in etichetta? Se i Consorzi lo chiedono, le porte sono aperte”. |
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Nonostante un calo del -2%, Cavit è ancora il brand enoico tricolore più venduto sul mercato Usa, con 3.484 casse di vino (pari a 41.808 bottiglie), importate dalla Palm Bay International, che fanno della cantina cooperativa trentina e dei suoi 5.250 viticoltori (per 6.350 ettari vitati) il quattordicesimo marchio più presente Oltreoceano (dati 2018), ed uno dei soli due marchi non americani nella top 15 dei più venduti. In testa, nei numeri dell’American Association of Wine Economists, c’è Franzia Winetaps, con 23.000 casse (276.000 bottiglie). |
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Nonostante il pericolo - per ora disinnescato - dei dazi Usa, la Brexit ed il Coronavirus, le esportazioni di vino italiano continuano a crescere, e nei primi 11 mesi 2019 il fatturato del vino all’estero tocca i 5,92 miliardi di euro (+2,8%). Ancora meglio fa il Chianti che, come racconta a WineNews il presidente del Consorzio Giovanni Busi da ”Chianti Lovers”, l’anteprima del Chianti Docg, “ha legato la sua crescita al mercato interno, che vale il 30% del fatturato e che, nel 2019, è cresciuto del 6,3% in volume e del 7,3% in valore. Numeri che ci confortano, significa che le aziende oggi producono vini che incontrano le richieste del mercato - e quindi il livello qualitativo del Chianti è decisamente aumentato - e che la nostra comunicazione riesce ad arrivare ad un pubblico sempre più ampio e giovane”. |
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Nella Toscana modello di bellezza ed integrazione, tra architettura e territorio, quella dei castelli medievali e dei palazzi rinascimentali, è in cantina che desgin ed architettura si reinventano, erigendo vere e proprie cattedrali del vino, firmate dai più importanti archistar del mondo, riunite nell’associazione Toscana Wine Architecture e meta ogni anno di milioni di turisti. A WineNews, l’architetto Francesca Chiorino, Lamberto Frescobaldi, Renzo Cotarella (ad Marchesi Antinori), Gennaro Giliberti (Regione Toscana) e Michele Manelli (Salcheto). |
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