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N. 3.093 - ore 17:00 - Venerdì 12 Febbraio 2021 - Tiratura: 3.093 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Non solo Francia, Italia e Spagna, ci sono Paesi che, come anticipa a WineNews Denis Pantini, responsabile Wine Monitor, hanno già messo il 2020 in soffitta. Come la Nuova Zelanda, che ha visto crescere le proprie esportazioni del +4,5%. Non grazie alla Cina, dove anzi le spedizioni sono precipitate, ma agli Usa e alla Gran Bretagna, sull’onda degli ottimi risultati degli sfusi. L’Australia, invece, paga i dazi imposti dalla Cina: alla fine del 2020 il calo delle spedizioni di vino è del -1,6%. Il risultato peggiore è quello del Sudafrica, che ha chiuso l’anno con un crollo dell’export dell’8,6%. Oltreoceano, male anche le spedizioni di vino Usa (-8,5%) e quelle del Cile (-7%). |
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I dati delle esportazioni italiane, forniti come d’abitudine dall’Istat, danno la misura di quello che è lo stato di saluta del tessuto economico italiano, a partire dai settori che più ci interessano, quelli dell’agroalimentare e del vino, analizzati da Banca Intesa Sanpaolo nel “Monitor dei Distretti Agroalimentari”. Da cui emerge che, nel terzo trimestre 2020, i distretti agroalimentari italiani, quelli cioè dove nascono le eccellenze del made in Italy, continuano il sentiero di crescita già intrapreso nella prima metà dell’anno, realizzando oltre 5 miliardi di euro di vendite all’estero (+2,3% sullo stesso periodo del 2019). Una cifra record per le esportazioni distrettuali agro-alimentari italiane, che mai avevano superato i 5 miliardi nel trimestre estivo. Tra le filiere, la più importante in termini di valori è quella del vino, che mostra segnali di recupero importante in concomitanza con l’allentamento, sia in Italia che all’estero, delle misure restrittive decise dai Governi per limitare la diffusione del Covid-19. I dieci distretti monitorati - Vini di Langhe, Roero e Monferrato, Vini del Veronese, Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, Vini dei Colli Fiorentini e Senesi, Vini e Distillati di Trento, Vini e Distillati di Bolzano, Vini del Montepulciano d’Abruzzo, Vini e Distillati del Bresciano, Vini e Distillati del Friuli, Vini e Liquori della Sicilia occidentale - realizzano nel complesso poco più 1,3 miliardi di euro (-0,1% tendenziale). Resta ancora in territorio negativo il bilancio dei primi nove mesi (-2,7%), con un livello di esportazioni cumulato inferiore di 107 milioni allo stesso periodo del 2019. Solo i vini (e i distillati) delle province di Trento e Bolzano chiudono i primi nove mesi del 2020 in positivo, mentre i vini del Piemonte, primo distretto della filiera, sono ancora in territorio negativo. A spingere la crescita dell’agroalimentare italiano sono, principalmente, la filiera della pasta e dei dolci, in crescita del 4,1% nei tre mesi e del 9,9% da inizio anno, e quella delle conserve, cresciuta del +5,6% tendenziale e del +9,4% nei primi nove mesi del 2020. Bene anche i distretti agricoli, quindi dell’ortofrutta, mentre sul lattiero caseario - dal Gorgonzola al Parmigiano Reggiano - grava il peso dei dazi Usa, mentre dal Canada arrivano segnali incoraggianti. |
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Per ora, rimane tutto com’è. I dazi Usa sul vino europeo (o meglio francese, tedesco e spagnolo) rimangono in vigore, come confermato ieri dal rappresentante per il commercio Usa (Ustr), che non proporrà quindi revisioni alle attuali tariffe sulle merci Ue nell’ambito della controversia commerciale tra Airbus e Boeing. Per l’Unione Europea non è una grande notizia, per il vino italiano - che, come annunciato dall’associazione statunitense degli importatori di bevande (Nabi), si salva ancora una volta - sì. Il segnale, comunque è positivo: nessuna revisione al carosello, si spera in vista di una reciproca sospensione dei dazi, come sostiene Unione Italiana Vini (Uiv). Di sicuro, l’arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca porterà ad una distensione dei rapporti tra Usa e Ue, anche sul fronte commerciale. |
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Sono un vino toscano e un’etichetta umbra, il Sassicaia 2017 di Tenuta San Guido e il Torgiano Rosso Rubesco Vigna Monticchio Riserva 2016 di Lungarotti, le eccellenze tra le eccellenze, ex aequo, nella “Top 100” dei migliori vini rossi italiani, stilata, come da tradizione, dal mensile “Gentleman”, del gruppo “Milano Finanza”, che incrocia e somma i punteggi di sei delle più importanti guide italiane: Vini d’Italia (Gambero Rosso), I Vini di Veronelli, Bibenda (Fondazione Italiana Sommelier), Vitae (Associazione Italiana Sommelier), Annuario dei Migliori Vini Italiani (Luca Maroni) e la Guida Essenziale ai Vini d’Italia (Daniele Cernilli). Una classifica che sul podio porta anche il Solaia 2017 della Marchesi Antinori, prodotto con le più selezionate uve Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Sangiovese del vigneto Solaia, nel cuore del Chianti Classico, ed I Sodi di San Niccolò 2016, orgoglio di Castellare di Castellina, dimostrazione della grandezza del “Sangioveto”, in blend con la Malvasia Nera, e non con vitigni internazionali. Per la prima volta, sul podio ci sono gli stessi vini dell’anno precedente, seppure in posizioni diverse. La Toscana, con 31 etichette in classifica, domina davanti a Piemonte e Veneto, appaiate a quota 12. |
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Scoprire il cuore della Valpolicella sui pedali, facendosi guidare da un grande del ciclismo tra le colline dell’Amarone, con il richiamo dei sapori locali a scandire le tappe di un tour enogastromico tra paesaggio e tradizione. Si rinnova, sotto il segno della valorizzazione del territorio, il legame tra il mondo del vino e quello dello sport, con un viaggio in quattro tappe disegnato dell’ex campione di ciclismo Damiano Cunego, vincitore del Giro d’Italia 2004, insieme alla famiglia Tommasi, storica griffe dell’Amarone. |
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La forza del vino italiano sta nella capacità di offrire un’enorme varietà, ad ogni fascia di prezzo. Lo sanno bene i wine lovers Usa, anche i più giovani, che si affidano spesso e volentieri a “VinePair”. Che ha selezionato i 30 vini rossi - divisi in tre fasce di prezzo - per il 2021, con tanta Italia. Ci sono la Barbera 2018 “Briccotondo” di Fontanafredda e il Sicilia Doc “La Segreta” 2017 di Planeta tra quelli per tutte le tasche. E ancora il Palazzo della Torre 2016 di Allegrini, l’Etna Rosso 2017 “Ghiaia Nera” di Tenuta Tascante, il Cerasuolo di Vittoria Classico 2015 di Valle dell’Acate e il Carignano del Sulcis Riserva 2014 “Terre Rare” di Sella & Mosca tra i vini da stappare a cena con gli amici. E tre grandi rossi di Toscana, Piemonte e Veneto: il Brunello di Montalcino 2015 di Col d’Orcia, il Barolo 2016 di Massolino e l’Amarone della Valpolicella Classico 2015 di Allegrini, per chi non ha limiti di spesa. |
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“Il polo gastronomico mette a disposizione degli imprenditori, non solo del vino, che vogliono comunicare con buyer, distributori e clienti, una struttura moderna: una sala streaming per conferenze, call e degustazioni a distanza. Da qui vogliamo dare un segnale di vivacità e tenere alto l’interesse sulle Marche”. Così Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto Marchigiano Tutela Vini, alla presentazione di “Studio Marche” insieme al presidente dell’Istituto, Antonio Centocanti, e al presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli. |
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