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N. 3.375 - ore 17:00 - Mercoledì 16 Marzo 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Il Sassicaia della mitica annata 1985 della Tenuta San Guido, i grandi Barbaresco e Barolo di Gaja, Luciano Sandrone, Pio Cesare e Rinaldi, l’Amarone Classico delle Valpolicella di Bertani, e ancora il Flaccianello della Pieve di Fontodi, il Brunello di Montalcino di Biondi Santi, Il Poggione, CastelGiocondo (Frescobaldi) e Banfi, e grandi vini del Sud, come il Taurasi di Feudi di San Gregorio e non solo: sono tante le griffe italiane protagoniste, con Bordeaux e Borgogna, della più grande asta enoica on line in Francia, firmata da iDealwine, n. 1 d’Oltralpe. 9.000 bottiglie, un catalogo da 1,5 milioni di euro (chiusura tra il 22 ed il 24 marzo). |
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L’ultimo “avvertimento” è della fine di febbraio 2022, ed a darlo è stato l’Ipcc-Intergovernmental Panel for Climate Change, l’organismo delle Nazioni Unite che studia i cambiamenti climatici, secondo cui l’entità degli effetti del surriscaldamento del Pianeta sono maggiori di quanto stimato nelle valutazioni precedenti, già alquanto preoccupanti. Un quadro in cui il cambiamento climatico e la qualità delle uva appaiono sempre meno compatibili, perciò diventa indispensabile trovare nuove interpretazioni delle tecniche colturali che consentano di gestire gli effetti del Climate Change e di farne, al contempo, un’occasione per rinnovare gli schemi produttivi preservando la qualità del vino in un contesto nuovo. C’è bisogno, in sostanza, di un “Giro di vite”, per dirla con il titolo scelto dalle Donne della Vite per il convegno di scena a Bari nella cornice di Enoliexpo 2022. Anche si riuscisse a invertire la rotta e a contenere il riscaldamento globale in 1,5°C nei prossimi 20 anni, secondo l’Ipcc le conseguenze ambientali, sociali ed economiche saranno gravissime e irreversibili e impatteranno in particolare sul Sud dell’Europa, dove si concentra la viticoltura. Gli effetti sulle piante, sulla qualità delle uve e quindi dei vini è già evidente, ed a breve arriverà il preconizzato declino della produttività dei vigneti. “La vite migrerà nel Nord Europa, dove l’incremento della temperatura si configura come un’opportunità”, spiega Vittorino Novello, vicepresidente Commissione Viticoltura Oiv. Per far fronte a questa nuova situazione, assimilabile a quella dei climi caldo-aridi, “è necessario evitare la standardizzazione dei modelli viticoli - spiega Antonio Carlomagno, agronomo Agriproject - e progettarne di sostenibili in particolare per quanto attiene all’efficienza dell’acqua e alla tutela della fertilità del suolo”. Ma c’è anche un altro risvolto - sociologico - dei cambiamenti del clima e cioè il mutare in parallelo del vino stesso, del suo contenuto in alcol, dell’acidità e in generale dell’idea stessa dell’evoluzione e longevità dei top wine, riconosciuto aspetto della qualità enologica. E quindi del contemporaneo cambiare del pensiero sulla qualità e di conseguenza della critica enologica e degli orientamenti dei consumatori (continua in approfondimento). |
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Stop ai vini europei verso la Russia, ma, di fatto, soltanto formalmente, nella stragrande maggioranza dei casi. Come previsto e riportato da WineNews, la quarta ondata di sanzioni decise dall’Ue contro il Cremlino per l’invasione dell’Ucraina (che riguarda anche il comparto finanziario, metallurgico e non solo), inserisce tutta la produzione enoica del Continente nelle sanzioni, ma poi ne esclude la maggior parte, visto che ad essere bloccati saranno solo il prodotti dal valore superiore a 300 euro per “articolo”, come si legge nel regolamento e 2022/427. Una soglia che, dunque, lascia fuori la maggior parte della produzione europea e dell’Italia, primo fornitore di vino della Russia (con 149 milioni di euro nel 2021 secondo i dati Istat, che arrivano a 345 aggiungendo i vini italiani che arrivano da triangolazioni con altri Stati, secondo Nomisma Wine Monitor). |
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Chissà se Angelina Jolie e Brad Pitt hanno mai preso in mano un paio di forbici e raccolto qualche grappolo tra i filari di Miraval, in Provenza. Per molti vip, del resto, il vino è uno dei tanti capricci, o meglio ancora un investimento sicuro. Per altri, e il mondo del calcio ne è pieno, è, invece, una passione vera, a volte un ritorno alle origini. Tra di loro, Andrea Barzagli, Campione del Mondo nel 2006, una carriera tra Palermo e Juventus, ma le radici in Toscana, a Fiesole. Appesi gli scarpini al chiodo, si è ricostruito come viticoltore, a Faro, neelle terre di Messina, dove dimorano, a 500 metri sul livello del mare, i vigneti di Le Casematte, l’azienda fondata nel 2008 dal commercialista Gianfranco Sabbatino, che, qualche anno dopo, ha coinvolto proprio Andrea Barzagli. Una storia che l’ex calciatore ha raccontato al “Camplus Firenze”, dove è salito in cattedra per insegnare agli studenti le giuste tecniche di degustazione del vino. Oltre a Barzagli, la squadra di calciatori e allenatori vigneron può contare su fuoriclasse come Damiano Tommasi, Andrea Pirlo, Hernanes e Andrès Iniesta, e mister come Nevio Scala, Luciano Spalletti Alberto Malesani, oltre agli indimenticabili Paolo Rossi e Nils Liedholm. |
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“È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto salva filiere Made in Italy, dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura, che stanzia 1,2 miliardi per investimenti nelle filiere Made in Italy come richiesto nella lettera appello della Coldiretti al Premier Mario Draghi nel corso della mobilitazione degli agricoltori in tutta Italia”. A dirlo il presidente Coldiretti Ettore Prandini dopo la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 61 del 14/03/2022. |
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La stagione 2022 della Formula è già alle porte, nonostante le ripercussioni della guerra in Ucraina, che hanno portato alla cancellazione del Gran Premio di Russia e al licenziamento del pilota russo Nikita Mazepin dalla scuderia americana Haas. Scelte dure, ma che non hanno fermato la corsa alla solidarietà. Ferrari Trento, la griffe della Famiglia Lunelli e brindisi ufficiale della Formula 1, ha deciso di mettere all’asta su “F1 Authentics”, il sito ufficiale di memorabilia del circuito, i “Ferrari F1 Podium Jeroboam” autografati dai piloti vincitori. Fino al 23 marzo, sotto il martello virtuale andranno i 3 Jeroboam firmati dai vincitori dei Gran Premi di Portogallo, Spagna e Austria della stagione 2021, con i proventi che saranno devoluti al Comitato Internazionale della Croce Rossa per l’emergenza Ucraina. |
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Le riflessioni di Silvano Brescianini, presidente del Consorzio (e Barone Pizzini), e dei vertici di cantine che hanno fatto la storia di uno dei territori più importanti della spumantistica italiana, come Cristina Ziliani (Berlucchi) e Maurizio Zanella (Ca’ del Bosco). Tra studi approfonditi su suoli, climi e vitigni, alla ricerca di una sempre maggiore distintività e qualità nel calice, con la coscienza di poter crescere “solo” in valore, e non nelle quantità. |
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