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N. 2.530 - ore 17:00 - Martedì 13 Novembre 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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La sostenibilità della produzione del vino è un tema sempre più al centro del dibattito, ma c’è chi si spinge già oltre: è nato così, nel Roussillon, il primo impianto “viti-voltaico”, nei vigneti di Domaine de Nidolères. Con le viti che dimorano sotto pannelli fotovoltaici orientabili, che consentono da un lato la produzione di energia elettrica, e dall’altro di gestire l’esposizione al sole delle uve. È la realizzazione del progetto Sun’Agri 3, partito nel 2009, guidato dall’Inra, con un investimento di 21 milioni di euro. Sotto ai pannelli solari sono stati piantati 4,5 ettari di vigna con varietà come Marselan, Chardonnay e Grenache Gris. |
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Abbondante in volume, come ormai noto, la vendemmia 2018 in qualità si potrà valutare solo tra qualche mese. Ma, intanto, tra i produttori di alcuni dei territori più importanti del Belpaese, c’è un prudente ottimismo per un’annata che appare buona, e che potrebbe rivelarsi grande, in certi casi. Parla di “vendemmia nevrastenica, ma soddisfacente”, Primo Franco, della cantina Nino Franco, tra le griffe del Prosecco Docg, e di “dati analitici ideali, per adesso”, Silvano Brescianini, della franciacortina Barone Pizzini. “La qualità sembra ottima, c’è un eccellente bilanciamento”, dice Paolo Endrici, della cantine Endrizzi, nel cuore del Trentino e del Trentodoc, mentre dalla Valpolicella, Franco Allegrini, alla guida della celebre Allegrini, parla di “una vendemmia con condizioni climatiche ideali”. Sempre in Veneto, per il Soave, l’annata sta “consegnando vini verticali, piacevoli ed immediati”, dice il direttore della produzione di Bertani Domains, Andrea Lonardi, mentre dal Friuli Gianni Venica, della cantina Venica & Venica, si dice contento per un’annata “calda, ma con equilibrio nei vigneti”. Nelle Langhe, Pio Boffa, Patron della storica Pio Cesare, parla di una vendemmia di qualità, “con vini eleganti e pronti alla sfida del tempo”, mentre per Emilia Nardi, delle Tenute Silvio Nardi, tra le chicche del Brunello di Montalcino, “i primi vini hanno bei colori e freschezza acida interessante”. “Non la vendemmia del secolo, ma certamente una buona vendemmia”, invece, quella nel Chianti Classico per Renzo Cotarella, direttore generale di Antinori, mentre a Bolgheri sono in cantina “mosti molto meno alcolici di quelli del 2017 e dai fruttati bellissimi”, spiega Carlo Paoli, direttore della Tenuta San Guido. Per Marco Caprai, produttore che ha rilanciato il Sagrantino di Montefalco nel mondo, “è stata una vendemmia regolare e con vigneti in buon equilibrio”, ed è positivo il commento di Michele Bernetti, della realtà di riferimento delle Marche, Umani Ronchi, “con i Verdicchio bilanciati ed i rossi eleganti”. Di “uve sane e vini adatti all’invecchiamento”, parla Piero Mastroberardino della griffe irpina, mentre dalle falde dell’Etna, Francesco Cambria, della cantina Cottanera, vede “bianchi promettenti, e rossi eleganti e non molto concentrati”. |
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Magari sarà una boutade che finirà dove è nata, ovvero sui social, o forse no. Fatto sta che, per la prima volta, il presidente Usa Donald Trump, in uno scambio di tweet tutt’altro che cortese con il presidente francese Emmanuel Macron (a margine delle celebrazioni per la fine della Prima Guerra Mondiale, a Parigi) tira in ballo ipotetici dazi sul vino. Francese, ovviamente, ma un segnale che deve far drizzare le orecchie anche a tutti produttori Ue, Italia inclusa, visto che le regole per esportare i vini in Usa sono le stesse. “Sul commercio la Francia produce vino eccellente, ma lo stesso fanno gli Stati Uniti. Il problema è che la Francia rende molto difficile per gli Usa vendere il proprio vino in Francia e impone notevoli dazi, mentre gli Usa facilitano i vini francesi e impongono dazi molto limitati. Ingiusto, deve cambiare!”, ha twittato il presidente Usa … |
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Con 2.918.000 spettatori, per oltre il 20% di share, è Linea Verde su Rai1 (ultima puntata l’11 novembre), programma cult che, da oltre mezzo secolo, racconta le eccellenze dell’agricoltura italiana, con Federico Quaranta, Daniela Ferolla e Peppone, a guidare la classifica degli ascolti dei più celebri programmi wine & food della tv generalista, un succulento palinsesto dove WineNews è andata a vedere che cosa “bolle in pentola”. A seguire, con 2.045.000 telespettatori (più del 15% di share) c’è il Tg2 delle 13 con Eat Parade su Rai2 (ultima puntata il 9 novembre), la rubrica condotta da Bruno Gambacorta sul mangiar sano e il bere bene, fresca di festeggiamenti per i 20 anni di storia. In 1.757.000 (oltre il 14% di share) seguono, invece, Melaverde su Canale 5, dove il programma itinerante che racconta la bellezza dei prodotti della terra va in onda ogni domenica (ultima puntata l’11 novembre), condotto da Edoardo Raspelli e Ellen Hidding. La Prova del Cuoco su Rai1? Lo show culinario con Elisa Isoardi raccoglie 1.271.000 spettatori (13% di share, ultima puntata venerdì 9 novembre). Chiude, in ultima posizione, I Signori del Vino su Rai2 che racconta il mondo del vino italiano, con 432.000 spettatori (poco più del 3% di share, ultimo episodio, il 10 novembre), per i conduttori Marcello Masi e Rocco Tolfa. |
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Con lo Châteauneuf-du-Pape 2016 de Le Vieux Donjon al n. 8, ed il Pinot Noir Chehalem Mountains Dopp Creek di Colene Clemens dall’Oregon, al n. 7, continuano a disvelarsi le prime 10 posizioni della “Top 100” 2018 di “Wine Spectator”, la classifica enoica più attesa dell’anno, che già conta un vino italiano, l’Etna San Lorenzo 2016 di Tenuta delle Terre Nere di Marco de Grazia, al n. 9, annunciato ieri, insieme al The Bedrock Heritage Sonoma Valley 2016 di Bedrock al n. 10. Domani toccherà alle posizioni n. 6 e n. 5. |
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Zero tasse, in primis, ma anche un “budget quadriennale di 40 milioni di dollari che investiamo sia nella promozione del vino australiano in Cina, Usa e Gran Bretagna, che nell’enoturismo, un forte interscambio turistico e culturale con la Cina, con tanti giovani che vengono a studiare in Australia, che peraltro i cinesi percepiscono come un Paese che produce qualità, non solo per quanto riguarda il vino”: sono alcuni degli elementi che stanno facendo la fortuna dei vini australiani in Cina, come racconta a WineNews, dalla ProWein di Shanghai, Andreas Clark, Ceo di Wine Australia l’agenzia governativa che si occupa della promozione e della ricerca del vino australiano. Che indica altri due aspetti fondamentali, che in Cina funzionano: “la semplicità dei messaggi, ed il fatto di puntare più sui brand, per ora, che su territori e vitigni”. |
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Dal Merano WineFestival, che si chiude oggi, il sentiment raccontato da tante realtà del Belpaese enoico, dal Piemonte alla Sicilia: la parola a Marchesi di Barolo, Tommasi, Cecchi, Secondo Marco, Argiolas, Adami, Feudi di San Gregorio, Valle dell’Acate, Lungarotti, Zymè, Gianfranco Fino
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