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N. 3.174 - ore 17:00 - Mercoledì 9 Giugno 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Wine Enthusiast, il magazine enoico Usa, la cui corrispondente in Italia è Kerin O’Keefe, ha annunciato la promozione alla guida della Wine Enthusiast Companies delle sorelle Jacqueline Strum, che diventa presidente di “Wine Enthusiast Media”, ed Erika Strum, a capo della “Wine Enthusiast Commerce”, prendendo il posto di Adam e Sybil Strum. Come presidente ed editore di Wine Enthusiast Media, Jacqueline sarà responsabile di Wine Enthusiast Magazine, winemag.com e Thirsty Nest. Erika, invece, sarà responsabile del Catalogo Wine Enthusiast, di gruppi wineenthusiast.com e wineexpress.com, e guiderà il piano strategico di crescita dell’azienda. |
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I consumi globali di alcolici tornano a correre, e per la fine del 2021, secondo le ultime previsioni dell’Iwsr - International Wine & Spirits Research, cresceranno del +2,9%. Per tornare ai livelli pre Covid, però, si dovrà attendere il 2023, mentre il trend resterà positivo fino al 2025. La ripresa sarà stimolata dal recupero repentino dei mercati chiave, dallo slancio garantito dell’e-commerce, dal boom dei ready to drink e dalla continua crescita dei consumi casalinghi, che si fanno però sempre più ricercati. È sempre bene ricordare che il volume totale di bevande alcoliche consumate nel 2020, a livello globale, è diminuito del -6,2%. Nonostante una flessione senza precedenti, il calo è stato comunque inferiore alle previsioni, grazie a diversi fattori che, alla fine, hanno aiutato il settore, come l’accelerazione dell’e-commerce (+45% sul 2019, per un giro di affari di 29 miliardi di dollari nel 2020), la crescita dei ready to drink, i forti consumi domestici nei mercati chiave e una inaspettata resilienza e crescita negli Stati Uniti e in Cina. Un’altra tendenza pre Covid che tornerà ad accelerare il recupero delle bevande alcoliche è la premiumizzazione dei consumi: il vino e gli alcolici di fascia premium vedranno aumentare i propri volumi del +25,6% nel periodo 2020-2025. L’analisi Iwsr, sulle prospettive del mercato globale delle bevande alcoliche, mostra quindi che molti consumatori nei mercati chiave hanno scelto il vino fermo come bevanda preferita da consumare in casa durante il Covid-19. Sebbene il consumo di vino abbia registrato un calo, in mercati come Regno Unito, Australia, Brasile, Canada e Stati Uniti i volumi sono comunque aumentati. Nel solo Brasile, il vino fermo è cresciuto del +28% nel 2020, trainato da un aumento delle importazioni di maggiore qualità e prezzi sempre più accessibili. Al contrario, il vino importato in Cina ha subito un forte calo che contribuirà alla prevista diminuzione dei consumi nel periodo 2020-2025. “In molti mercati importanti il Covid-19 ha accelerato l’impatto e la crescita di quelli che oggi sono i principali fattori trainanti del settore, come lo sviluppo dell’e-commerce, la premiumizzazione dei consumi, l’aumento dei consumi casalinghi, la moderazione e la ricerca della convenienza nei formati dei prodotti”, spiega Mark Meek, Ceo Iwsr. |
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Il valore totale dei primi 10 marchi del vino più preziosi al mondo è diminuito del 10%, passando dai 7,4 miliardi di dollari nel 2020 ai 6,7 miliardi di dollari del 2021, come conseguenza naturale della pandemia di Covid-19, con le restrizioni e la chiusura del settore dell’ospitalità che ha limitato le opportunità di consumo e condivisione. Nonostante un calo dell’11% del valore del marchio a 1,225 miliardi di dollari, Moët et Chandon, nella top ten stilata da “Brand Finance”, si conferma il titolo di brand di Champagne & Wine più prezioso al mondo per il secondo anno consecutivo. Al secondo posto, con un valore di 1,174 miliardi di dollari (-12,9%), il gigante cinese Changyu, terzo Veuve Clicquot, con 855 milioni di dollari (-10,9%). Alla posizione n. 9 un marchio storico del Belpaese, Martini, che vuol dire Vermouth, Prosecco e Asti, per 295 milioni di dollari (-21%). |
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Non è solo il cuore culturale, turistico ed economico di una delle città d’arte più belle al mondo, ma un simbolo del patrimonio storico-artistico italiano e dell’eccellenza made in Italy nel mondo. Il suo Festival Lirico va in scena dal 1913, con 400.000 spettatori ogni anno, generando un indotto sul territorio che supera i 500 milioni di euro. Ma anche su tutto questo, nel 2020, si è abbattuta la pandemia. Ora però l’Arena di Verona è pronta a riaccendere i riflettori internazionali sulla nuova stagione lirica con la Prima con una delle opere più amate al mondo, l’Aida di Verdi, il 19 giugno (stesso giorno di “Opera Wine”, la grande degustazione di “Wine Spectator” con Vinitaly, ndr). E con la Fondazione Arena che ha lanciato la campagna di fundraising #iosonolarena con il progetto “67 Colonne per l’Arena di Verona” che aziende e privati possono “adottare”. E sono tanti nomi del wine & food che lo hanno fatto, a partire da Calzedonia Group (tra i cui brand c’è l’“eno-catena” Signorvino, ndr) e Pastificio Rana, nel ruolo di founder, da Zenato ad Allegrini, da Masi Agricola a Pasqua Vigneti e Cantine, da Tommasi Family Estates ad Ottella, dallo chef Giancarlo Perbellini al Gruppo Veronesi, dal Grana Padano a Bauli, per citarne alcune. In nome della città e del territorio, indissolubilmente legati all’Arena. |
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Un milione e mezzo di dollari per finanziare la ricerca in campo enologico nello Stato di New York. A tanto ammonta la donazione, anonima, raccolta dalla Cornell AgriTech, per migliorare la salute, la qualità, i raccolti e la redditività della filiera vitivinicola dello Stato di New York - dove l’industria del vino dalla coltivazione dell’uva alla vendita sullo scaffale, genera 6,65 miliardi di dollari all’anno - attraverso la creazione di un programma di borse di ricerca per studenti laureati. |
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Vini Fantini (già Farnese), il gruppo guidato da Valentino Sciotti, dalle radici abruzzesi ma che abbraccia tutto il Meridione d’Italia, si allarga alla Sardegna. Dove produrrà una nuova linea di vini Atzei, nel paesino di Mogoro (Oristano), nella subregione dell’Alta Marmilla, con un progetto davvero particolare, per una realtà dalla grande proiezione internazionale, dove sviluppa il 97% dei suoi oltre 80 milioni di euro di fatturato. Dalla collaborazione con una cantina cooperativa di Mogoro, dunque, nasceranno 200.000 bottiglie, tra monovarietali di Monica, Cannonau e Vermentino, ed un blend di Monica, Cannonau e Bovale, Aru, vino di punta del progetto. I protagonisti? “I contadini del territorio”, spiega Sciotti, con la regia dell’enologo capo di Fantini Group, Dennis Verdecchia, e Daniele Manca, giovane enologo sardo ma con esperienze anche all’estero. |
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Parla Andrea Terraneo, presidente dell’associazione che riunisce oltre 100 enoteche di tutta Italia: “c’è prudenza, soprattutto guardando a quello che succederà a settembre e ottobre, sperando che non ci siano nuovi stop, ma anche tanti buoni segnali in vista dell’estate, che già nel 2020 fu molto buona. Funziona l’asporto, sta ripartendo anche la mescita, per ora soprattutto in città, in attesa della ripresa del turismo. Bene soprattutto i vini di fascia medio alta”. |
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