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N. 2.676 - ore 17:00 - Martedì 11 Giugno 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Spesso espressione di alta qualità e tipici, i vigneti eroici, coltivati su terreni con una pendenza superiore al 30%, un’altitudine superiore ai 500 metri, su terrazze o in piccole isole, e storici, la cui produzione è precedente al 1960, con forme di cura tradizionale, sistemazioni storiche, appartenenti ad aree iscritte al Registro Nazionale Paesaggi Rurali o Unesco, presto potrebbero godere di una maggiore tutela, e, forse, in futuro di un marchio nazionale a loro dedicato. La Conferenza Stato-Regioni dei giorni scorsi ha trovato l'intesa sul tema, come spiegato dal coordinatore della Commissione Politiche Agricole Leonardo di Gioia. |
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Trump torna a minacciare dazi sul vino, partendo dalla Francia. In un’intervista alla Cnbc, il presidente Usa ha promesso di “fare qualcosa” sul vino francese, perchè secondo la Casa Bianca, “la Francia ci fa pagare molto, mentre noi applichiamo dazi molto bassi ai vini francesi”. Un annuncio un po’ a sorpresa, dopo la recente visita in Normandia di Trump che, incontrando il presidente francese Macron, aveva parlato di “rapporti fantastici” tra i due Paesi. Un annuncio ad effetto, sicuramente, che fa rialzare il livello di guardia a tutti i produttori di vino europei, anche perchè, come ricorda la stessa Bloomberg, una misura del genere avrebbe effetto su tutti i vini made in Ue, visto che la Francia fa parte dell’Unione Europea. A chiedere un aumento dei dazi, ha spiegato Trump (la cui famiglia, con la Trump Winery, produce vino in Virginia, ndr), sarebbero stati gli stessi produttori di vino Usa. Secondo il California Wine Institute, che rappresenta i produttori dello Stato che è di gran lunga il primo produttore di vino in Usa, gli Stati Uniti applicano una tariffa di 5 centesimi di dollaro a bottiglia per i vini fermi, e di 14 centesimi per gli spumanti, mentre i dazi applicati dall’Ue varierebbero dagli 11 ai 29 centesimi. “Le alte tariffe doganali rappresentano la barriera maggiore alle esportazioni di vino Usa”, spiega il Wine Institute. Nel 2018, l’export dei vini californiani, è diminuito del 4,8% in valore sul 2017 (a 1,46 miliardi di dollari) e dell’1,2% in volume (a 375 milioni di litri). Un annuncio da non sottovalutare, per l’Ue, che esporta in Usa un terzo della sua produzioni, per la Francia, che vede negli States uno dei sui principali mercati, e per l’Italia in particolare, che ha negli Usa il suo partner enoico straniero n. 1, e che negli Stati Uniti realizza quasi un quarto di tutto il suo export vinicolo. E se nei mesi scorsi la minaccia di Trump di introdurre dazi sul wine & food europeo per oltre 20 miliardi di dollari era legata alla disputa tra l’europea Airbus e l’americana Boing, questa volta Trump ha chiamato in causa direttamente il vino e, a suo sostegno gli stessi produttori di vino americani, comunque già predominanti sul mercato domestico. Dove le importazioni, nei primi 3 mesi del 2019, hanno fatto già registrare una sensibile diminuzione in valore, del -3,4% (a 1,42 miliardi di dollari).
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Lanciare strategie guardando ai prossimi 20 anni, ragionare sulle filiere, dai campi alla distribuzione, il grande tema dell’etichettatura, della tutela del made in Italy, la rivoluzione di settori in difficoltà come l’ortofrutta, la pesca e l’olivicoltura, la lotta al caporalato. Sono le priorità del Ministro delle Politiche Agricole e del Turismo Centinaio, che oggi, dopo il primo anno a guida del Ministero, ha tracciato bilanci e prospettive. “Ora è il momento di passare alla “fase due” del programma di lavoro, ovvero una fase di ascolto e programmazione per arrivare alla nuova Pac con una visione di medio-lungo termine”. E sul vino, tra criticità sull’Ocm, e decreti attuativi che mancano su Testo Unico ed Enoturismo, Centinaio a WineNews risponde: “ci stiamo lavorando, abbiamo ereditato 83 decreti da fare rimasti in sospeso, e non siamo ancora riusciti a smaltirli tutti”. |
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La Toscana, soprattutto nel vino, mercato dove i brand sono sempre più importanti, è un marchio forte del made in Italy. Che ora sarà tutelato e valorizzato ancora di più dal Consorzio Vino Toscana, evoluzione dell’Ente Tutela Vini di Toscana, che gestirà e tutelerà l’Igt Toscana, la seconda denominazione della Regione in termini produttivi, espressione di 12.400 ettari di vigneto, con una media di 76 milioni di bottiglie prodotte da 1.770 produttori imbottigliatori, per un valore alla produzione di 380 milioni di euro. A guidare il nuovo consorzio è Cesare Cecchi, alla guida della storica realtà di famiglia a Castellina in Chianti, mentre il direttore sarà Stefano Campatelli, già direttore del Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano. “C’è la reale necessità di gestire e tutelare il vino Toscana, riferimento geografico di grande importanza - ha detto Cecchi - nel panorama della produzione vitivinicola nazionale e internazionale; con questo ulteriore deciso passo abbiamo inteso creare un organismo in grado di accogliere tutte le realtà, grandi e piccole, singole e aggregate, che operano nella filiera produttiva del vino Toscana Igt. Auspichiamo che tutti i produttori della Toscana possano riconoscersi in questo Consorzio”. |
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Duro lavoro, sacrificio, passione: nel tennis come in vigna, per diventare campioni a livello mondiale e per produrre il re dei vini, il Barolo, sono caratteristiche essenziali. Nasce da tanti punti di contatto la partnership tra la griffe delle Langhe Damilano e Elina Svitolina, tennista ucraina ai vertici del ranking Wta, nuova testimonial dell’azienda di La Morra e protagonista del cortometraggio firmato da Marco Ponti, che per due giorni ha diretto la Svitolina tra i filari e le botti della cantina Damilano, a La Morra. |
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Si mangia prima con gli occhi, avremmo detto prima dell’avvento dell’era digitale. Nel 2019, quando tutti possiedono uno smartphone possiamo affermare che si scatta una foto prima di mangiare. Sarebbero, infatti, 2 italiani su 3 a fotografare il cibo prima di consumarlo, secondo quanto afferma la ricerca compiuta su un campione di 800 internauti italiani e curata da Wmf, brand tedesco di elettrodomestici da cucina. Per il 91% degli intervistati è fondamentale che un piatto sia, oltre che buono, anche bello da vedere e da fotografare. I soggetti più immortalati dagli scatti di smartphone e reflex varie sono la pizza, fotografata dall’85% degli intervistati, seguita da sushi (66%), pollo (61%), insalata (57%), pasta (51%), burger e panini (46%), uova (39%), bistecca (27%) e avocado (23%). |
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Parola ai vertici ed ai produttori dell’Union des Grands Crus de Bordeaux. Tutt’altro che preoccupati dalla tendenza che premia i “vitigni autoctoni” d’Italia e del mondo, anche perché “Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon sono i nostri autoctoni, la nostra storia”, e fiduciosi in annate di grande qualità in bottiglia pronte per i mercati.
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