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N. 3.843 - ore 17:00 - Martedì 28 Novembre 2023 - Tiratura: 31.211 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Nel 2022, la produzione venduta di vino nell’Unione Europea è stata di 16,1 miliardi di litri. I tre principali produttori - Italia, Spagna e Francia - mettono insieme l’83% del totale. Italia e Spagna hanno contribuito ciascuna con quasi 5 miliardi di litri (con il 62% della produzione complessiva venduta nell’Unione Europea), mentre la Francia ha prodotto 3,4 miliardi di litri, pari al 20%. L’Italia è stata anche il principale Paese europeo esportatore, con 2,2 miliardi di litri nel 2022, che rappresentano il 30% del totale Ue. Seguono Spagna e Francia: questi gli ultimi dati diffusi da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea. | |
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| | Il mercato del vino sta vivendo un periodo non particolarmente favorevole e di importanti cambiamenti, in cui si assiste a una riduzione dei consumi di vino in tutto il mondo, Italia compresa, ed a una significativa revisione dei comportamenti di acquisto, secondo una survey sui consumatori finali dell’Osservatorio Wine Monitor di Nomisma. Con l’aumento dei prezzi di food e beverage (con il vino aumentato del 3,1% nell’ultimo anno) si sono persi 6.700 euro pro-capite dal 2021 al primo semestre 2023. Nei primi 9 mesi 2023, le vendite di vino nella gdo italiana si sono contratte di oltre il 3% a volume, e l’Horeca, pur registrando tendenze positive, sta rallentando la crescita per il calo dei flussi turistici e del fuori casa. Nel periodo gennaio-settembre 2023 il retail ha registrato un valore di vendite di vino di 65 miliardi di euro, in crescita sul 2022 per effetto dell’inflazione, ma ancora in rosso a volume, seppur si stia iniziando ad intravvedere un’attenuazione del calo del -5,8%, dovuto a un riallineamento post pandemico. In gdo a valore performano meglio gli Igp/Dop (-3,5%) e i bianchi (-3,1%), mentre nei discount i trend migliori riguardano bianchi e vini da tavola (-2,9% e -2,3%) e soprattutto i rosati (+1,8% a volume e +7,8% a valore). Gli spumanti sono gli unici a crescere in gdo anche a volume, anche se a trainare le vendite sono i vini generici che si caratterizzano per un differenziale di prezzo importante sugli Charmat secchi o a marchio Doc e Docg (-30%). Il 76% di italiani che ha bevuto vino nell’ultimo anno lo ha fatto a casa e solo il 24% nei locali. E se tra chi era solito berlo a casa, 1 su 5 ha ridotto o smesso il consumo, fuori casa il 21% ha ridotto i consumi e il 4% ha smesso di consumare vino. Abitudini che, nei prossimi 6 mesi, per 3 su 4 rimarranno stabili e solo per il 5% aumenteranno. E il 24% ha intenzione di acquistare vino direttamente dai produttori e il 9% online, per il fattore prezzo. Queste tendenze, però, non riguardano tutte le generazioni. Gli under 25 approcciano il mondo del vino in maniera completamente differente rispetto alle generazioni che li hanno preceduti: bevono di meno, lo fanno soprattutto fuori casa (38%) e con modalità mixata (75%), ma sono anche più attenti alla sostenibilità e agli aspetti salutistici, denotando un forte interesse verso i no e low alcohol wines. | |
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| | È uno scenario in chiaroscuro, quello della ristorazione italiana in questo 2023 ormai agli sgoccioli. Secondo l’Ufficio Studi Fipe/Confcommercio, se l’occupazione è tornata ai livelli del 2019, il 60% degli imprenditori che lamenta ancora grosse difficoltà nel reperimento di personale. A mancare è soprattutto il personale di sala, e questo che rischia di frenare il percorso di recupero intrapreso, sul quale influisce anche il crescente aumento dei consumi fuori casa: sarà di 89,6 miliardi di euro correnti la spesa prevista per il 2023, contro gli 83,5 miliardi del 2022. A prezzi costanti siamo, tuttavia, ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia. La ristorazione, però, continua ad essere fortemente attrattiva per l’imprenditoria femminile: l’incidenza media delle imprese guidate da donne è del 21,4%. E un’impresa su dieci è amministrata da under 35. | |
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| | | “A bad day in Florida is still better than a good day anywhere else”, ovvero “una brutta giornata in Florida è comunque meglio di una bella giornata da qualunque altra parte”. Adagio americano che descrive, in qualche modo, la reputazione di uno degli Stati Uniti che, per il vino italiano, può dare ancora grandi soddisfazioni: si tratta di una delle aree in rapida crescita degli States, non solo in termini di popolazione, ma anche di consumo di vino. La Florida è il secondo Stato degli Usa per consumo di vino, con 305,5 milioni di litri, ma il consumo pro capite - 2,12 litri per persona all’anno, all’undicesimo posto negli States - ha ampi margini di crescita. A raccontare dettagliatamente lo spaccato dello Stato più assolato degli Usa, a “Wine2Wine”, Erin DeMara, professionista del vino e della ristorazione da 29 anni, che lavora nel 1821 Fine Wine & Spirits, importatore specializzato sull’Italia in Florida. Che conta oltre 47.000 locali per mangiare e bere, e 2.322 ristoranti italiani. Locali in cui le vendite di vino italiano sono a +8% su base annua, e se la Toscana domina nei rossi, crescono i bianchi come Falanghina, Vermentino e Grillo, intorno ai 15 dollari a bottiglia. Anche se Pinot Grigio, Chianti e Prosecco sono i best-seller (continua in approfondimento). | |
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| | | Una bottiglia di Domaine de la Romanee-Conti Romanee-Conti Grand Cru 1987 a 9.000 euro, sul fronte francese, mentre per l'Italia spicca una bottiglia di Brunello di Montalcino Riserva 1955 di Biondi-Santi, annata mito, vino tra i 12 migliori del XX secolo per “Wine Spectator” a 1.300 euro, così come è leggenda l’annata 1985 del Sassicaia, vino rosso tra i migliori di sempre per Robert Parker, fondatore di “The Wine Advocate”: sono gli high-lights dell’asta di Finarte, il 30 novembre, a Milano, con tanti lotti direttamente “ex cellar” da importanti cantine del Belpaese. | |
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| | Per aver “raccontato la ricchezza e la poliedricità di questo territorio con le conoscenze del tecnico e la capacità narrativa del buon giornalista, accompagnando il pubblico nel mondo del vino con competenza e attenzione ai particolari”, alla scoperta “di un vino dalla tradizione antica e di uno spumante Metodo Classico “vulcanico” capace di esprimere in maniera unica e singolare il territorio nel quale ha profonde radici”, e che, “oggi, grazie al loro impegno e alla loro professionalità, gode di crescente popolarità”, è andato ad Alessandro Regoli, direttore e fondatore WineNews e allo staff della testata giornalistica on line il Premio “Giornalista Lessini Durello” 2023 del Consorzio del Lessini Durello, guidato da Diletta Tonello, insieme ai Premi “Ambasciatore Durello” al sommelier Massimo Zardo e “Ristoratore Durello” a L’Oste Scuro di Verona. | |
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| | | Mentre i critici ed esperti internazionali come Ian D’Agata, Walter Speller, Othmar Kiem, Michaela Morris, tra gli altri, raccontano nel mondo l’annata 2019, nel “Brunello Day” 2023, tra Canada, Uk, Svizzera, Cina, Giappone e Usa, noi raccontiamo la storia di un territori diventato grande anche grazie ai tanti “primati” mondiali raccolti da aziende di primissimo piano, con la voce dei produttori, grazie al quale il brand Montalcino è diventato famoso nel mondo, ed il valore del Brunello e dei suoi vigneti cresciuto tantissimo. Per tutti.
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