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N. 2.766 - ore 17:00 - Mercoledì 30 Ottobre 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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L’Italia è un museo a cielo aperto, dove in un sito archeologico unico al mondo come quello degli scavi di Pompei, torna la vendemmia, tra i filari del vigneto recuperato e curato dal 1994 dalla griffe del vino campano Mastroberardino. Un progetto di botanica applicata all’archeologia che si è preso cura delle ricerche preliminari, dell’impianto e della coltivazione dei vigneti, che oggi interessano 15 aree, nelle Regiones I e II dell’antica Pompei (Foro Boario, casa del Triclinio estivo, Domus della Nave Europa, Caupona del Gladiatore, Caupona di Eusino, l’Orto dei Fuggiaschi), per un’estensione totale di un ettaro e mezzo, da cui nasce il Villa dei Misteri. |
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L’alcol, nella definizione dell’Oms - Organizzazione Mondiale della Sanità, è una sostanza psicoattiva con proprietà tossiche e che produce dipendenza, generalmente consumato come bevanda. Nel mondo, ricorda ancora l’Oms, si contano 2,3 miliardi di bevitori tra la popolazione che ha più di 15 anni, contro 3,1 miliardi di astemi, e nonostante il consumo di alcol sia ampiamente accettato in tante società, di cui è parte integrante della cultura e della tradizione, il suo abuso è responsabile di oltre 3 milioni di morti ogni anno. Ecco perché, nel 2010, la stessa Oms si è posta l’obiettivo di combattere l’abuso, puntando ad un calo dei consumi medi del 10% a livello globale entro il 2025, nell’ambito di un quadro ben più complesso, che mira, nel 2023, ad inserire nel sistema sanitario nazionale un miliardo di persone in tutto il mondo. Obiettivi ambiziosi, perché i danni causati dall’abuso di alcol sono tanti (esiste un problema sanitario, ma anche dinamiche sociali, di sicurezza, e ovviamente di natura economica) e difficili da isolare e combattere, tanto che l’Oms sta gettando le basi per il documento che verrà presentato alla World Health Assembly n. 73, di scena a Maggio 2020 a Ginevra, con le nuove linee guida che riguardano il ruolo degli Stati nella lotta all’abuso, tra prevenzione e scelte pragmatiche, a partire da quelle messe in campo sin qui, che hanno dato dei risultati, come gli ostacoli alla vendita, i limiti alla pubblicità e la tassazione degli alcolici. Obiettivi nobili, ma presupposti che non sono condivisibili da tutti, specie da quei Paesi, come l’Italia, che ha nel vino una colonna della propria cultura e della propri economia, e che già sta facendo molto, in termini di consapevolezza e lotta agli abusi. “Secondo noi - spiega a WineNews Ottavio Cagiano, direttore Federvini - si parte da presupposti se non sbagliati, quantomeno farraginosi, perché viene dato troppo poco peso alla prevenzione, demonizzando il mondo produttivo e tenendolo fuori dal dibattito con le istituzioni. Mancano poi gli studi scientifici che hanno portato a certi numeri, ed anche la media dei consumi globali, che parla di 40 grammi di alcol pro capite al giorno, ossia due bicchieri di vino, non può essere considerata come una minaccia alla salute pubblica”. |
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Il climate change è un problema globale. Ma, almeno sul fronte del vino, c’è chi ne sta traendo anche benefici. Come spiega a WineNews Stephan Reinhardt, firma del prestigioso “The Wine Advocate”, per il quale segue i vini di Germania, Austria, Svizzera, Ungheria, Alsazia e Valle della Loira, intervistato da WineNews in una degustazione comparativa sul Gewurztraminer alto atesino e alsaziano, nella Cantina Tramin. “Tutti lottiamo contro il cambiamento climatico, ma con il riscaldamento delle temperature, credo che i vini “delle Alpi”, e quindi dell’Alto Adige, o della Svizzera, dell’Austria, ma anche di territori come l’Alsazia, e del centro Europa in generale, stiano diventando sempre più interessanti. Anche grazie al fatto che sta emergendo come i vini aromatici (che caratterizzano la produzione di questi territori, ndr), riescano ad invecchiare a lungo”. |
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Il vino della Basilicata, Regione dall’antichissima storia vinicola (uno dei territori del vino della Magna Grecia, ndr), che guarda al futuro, a confronto con i grandi territori d’Italia, come le Langhe, e del mondo, come la Borgogna e la Champagne, ma anche Portogallo, Russia e Giappone, e poi il vino d’Italia a confronto con le istituzioni, dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, tra gli altri: sono gli atout del Congresso degli Enologi italiani, guidati da Riccardo Cotarella, di scena a Matera, dal 31 ottobre al 3 novembre (e orchestrato con l’Enoteca Regionale Lucana, condotta da Paolo Montrone), che seguirà il fil rouge de “Il vino è cultura”. E non poteva essere altrimenti, da quella Matera capitale della Cultura Europea 2019, e di una Regione che, con 2.000 ettari di vigna, ed una produzione di 86.000 ettolitri di vino, che ruota intorno al Vulture, ma non solo (una la Docg, l’Aglianico del Vulture Superiore, 4 le Doc, Aglianico del Vulture, Grottino di Roccanova, Matera e Terre dell’Alta Val d’Agri, e l’Igt Basilicata) deve, ma soprattutto vuole, puntare sull’altissima qualità dei propri vini, e sull’espressione più identitaria dei suoi vitigni, Aglianico in testa, e dei suoi territori. |
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La tecnologia e la banda larga hanno rivoluzionato il mondo della televisione, ma senza chiudere gli spazi alla fantasia ed ai “piccoli”, al contrario: alle spalle, e sulla scia, di giganti come Netflix e Amazon Prime, infatti, è nata una piattaforma dedicata esclusivamente al mondo del vino. Si chiama SommTV, è accessibile a chiunque, ma solo online, ed ovviamente a pagamento, e offre un’interessante selezione di film ben noti, come “Bottle Shock” e “Super Size Me”, documentari e serie auto prodotte sul wine & food. |
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Le sperimentazioni del vino? Adesso, oltre che nei famosi territori vinicoli italiani, si fanno anche nelle grandi città. Come quella di Torino, dove gli iXem Labs del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni del Politecnico hanno realizzato un vigneto sperimentale sui terrazzi della Cittadella Politecnica, che si aggiunge a quelli già istallati a Barbaresco, Gattinara, Montepulciano, Montalcino e Cormons. Un altro passo di sviluppo tecnologico per l’agricoltura 4.0 che permette di avere sempre il controllo della situazione. Si tratta di un campo di prova a chilometri zero che ospita sensori per la misura delle condizioni climatiche alle quali la vegetazione è esposta: pluviometri, anemometri, termometri, barometri, igrometri, i cui dati sono consultabili in tempo reale e gratuitamente sul sito del laboratorio. |
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“Per diversità di varietà, microclimi, stili produttivi e rapporto con il cibo l’Italia è impareggiabile, rappresenta una sfida continua - racconta il Master Sommelier Tim Gaiser a WineNews - perché ci sono sempre nuovi territori e denominazioni da scoprire e far conoscere ed in questo il ruolo di noi wine educator può rivelarsi fondamentale. Nel lungo termine, l’obiettivo è quello di far conoscere e rendere interessante un determinato vino tra i consumatori, così da farlo arrivare sugli scaffali dei negozi e nelle liste dei ristoranti”. |
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