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N. 3.730 - ore 17:00 - Martedì 20 Giugno - Tiratura: 31.127 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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“Guardare fa bene. Mangiare è meglio”: questo il motto di “Netflix Bites”, il primo ristorante pop-up della piattaforma di streaming Netflix, che aprirà i battenti a Los Angeles il 30 giugno. Ancora top secret il menu, ma si conoscono già i nomi degli chef, protagonisti di alcuni degli show di cucina più noti su Netflix, come Curtis Stone e Dominique Crenn (star di “Iron Chef: La sfida estrema”), Ann Kim (“Chef’s Table”), Jacques Torres (“Nailed It!”) e Nadiya Hussain (“I Segreti di Chef Nadiya”). Il locale, che avrà sede allo Short Stories Hotel, sarà aperto per cena tutti i giorni della settimana e anche per il brunch nel weekend. |
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I distretti dell’agroalimentare italiano continuano a crescere nelle esportazioni, con il vino in testa. E se il distretto in assoluto più importante per valori rimane quello dei Vini di Langhe Roero e Monferrato, con 2,09 miliardi di euro esportati nel 2022, con una crescita sul 2021 del 3,9%, su un totale vinicolo di oltre 6,6 miliardi di euro (+9,4%), seguito, rimanendo nel comparto di vinicolo, dal distretto dei Vini del veronese, con 1,2 miliardi di euro (+6,7%), il maggior contributo alla crescita in valori complessiva, con un totale di 570 milioni di euro in più sul 2021, arriva dal distretto del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, con un export di 1,03 miliardi di euro (+25,3%), ma molto buone sono anche le performance del distretto dei Vini dei colli fiorentini e senesi, che hanno toccato quota 912 milioni di euro (+11,6%). Emerge dal Monitor dei Distretti Agro-Alimentari Italiani al 31 dicembre 2022, curato dalla Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo. Secondo cui le esportazioni dei distretti sono arrivate a superare nettamente in 25 miliardi di euro (25,7), con un +12,8%, ed una crescita complessiva, dunque, leggermente inferiore al +15,3% del totale nazionale, di cui i distretti rappresentano il 44% in termini di valori esportati. Trainante il comparto dei prodotti alimentari trasformati, cresciuto del 17,7% nel 2022, a fronte di un indice dei prezzi esteri che, nello stesso periodo, ha registrato un + 13,1% sul 2021. A livello complessivo di distretti, il Piemonte guida la classifica, non solo con quello dei vini, n. 1 assoluto, ma anche con quello di Dolci di Alba e Cuneo, al n. 2, con un valore di 1,7 miliardi di euro, davanti a quello Alimentare di Parma (1,4 miliardi di euro) ed a quello delle Conserve di Nocera (1,3), in top 5, appena davanti, come detto, a quello dei Vini del Veronese, al n. 6. E se il vino come filiera è la più preziosa, e pesa per il 26% del totale in valore, a seguire c’è quella della pasta, con 4,4 miliardi (+19,3%). Tra i mercati di destinazione, anche nel 2022 la Germania rappresenta il primo acquirente per i distretti agro-alimentari, con un totale di 4,6 miliardi (+8,7%), davanti a Stati Uniti, con oltre 3,2 miliardi di euro, e Francia con 2,9 miliardi. |
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Nelle cantine italiane, a maggio 2023, sono stoccati 52,9 milioni di ettolitri di vino, 4,9 milioni di ettolitri di mosti e 56.000 ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione (Vnaif). Sul 31 maggio 2022, si osserva un valore delle giacenze superiore per i vini (+4,4%), inferiore per i mosti (-6,7%) e i Vnaif (-36,6%), in linea con in mesi precedenti. Ecco i dati che emergono da “Cantina Italia”, l’ultimo report redatto dall’Icqrf (l’Ispettorato Centrale Qualità e Repressione Frodi del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare) sulla base dei dati contenuti nei Registri telematici del vino. Il 55,2% del vino è detenuto nelle regioni del Nord, prevalentemente nel Veneto, dove è presente il 23,8% del vino nazionale. Il 52,7% del vino a giacenza è Dop, con una leggera prevalenza per i vini rossi (50,9%). Il 27,0% del vino è Igp, con prevalenza del rosso (61%). |
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Altro che Greci: non sarebbero loro ad avere introdotto la viticoltura nel nostro Paese, ma, al contrario, nuovi studi documentano un’Italia meridionale popolata nell’entroterra da chi sulla viticoltura ha fondato una civiltà. È quel terzo centro di domesticazione e di accumulo delle varietà sviluppatosi nel II millennio a.C., che, con dati alla mano, smentisce tentativi anche recenti di raccontare che la vite, da Oriente, sarebbe giunta nella Penisola dalle Alpi. È questa solo una delle ultime scoperte che dalla Basilicata rivoluzionano le teorie fino ad oggi più accreditate sull’origine della presenza della vite in Italia e sulla storia della viticoltura, svelate nel volume dell’Istituto Geografico Militare “Fra le montagne di Enotria. Forma antica del territorio e paesaggio viticolo in Alta Val d’Agri”, edito nel più ampio progetto di ricerca su “Enotria, Grumentum e i vini dell’Alta Val d’Agri”, frutto di anni di lavoro e coordinato da Stefano Del Lungo, archeologo e ricercatore Cnr Ispc, assieme ad Angelo Raffaele Caputo, agronomo e ricercatore Crea Ve, promossa, dal 2008, dal Consorzio di Tutela della Doc Terre Dell’alta Val D’agri Doc, come base per le aziende e le comunità della Denominazione nel percorso di riappropriazione, uso sostenibile e valorizzazione di un terroir vitivinicolo unico. |
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Dopo anni difficili, turismo e ristorazione stanno ripartendo a ritmi importanti. E questo si ripercuote positivamente anche sul mercato del lavoro, tanto che tra giugno e agosto, secondo le stime di Fipe-Confcommercio, ci saranno 353.000 assunzioni, di cui più o meno il 75% nella ristorazione, tra camerieri, baristi e cuochi. Un quadro positivo, dunque, anche se si conferma, tuttavia, la difficoltà a reclutare il personale in oltre il 50% dei casi per la mancanza di candidati e per il profilo delle candidature. |
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Sottoscrivere un “Manifesto” per esporre le proprie ragioni, ed aprire un confronto con istituzioni, associazioni, mondo scientifico, imprese e cittadini per l’avvio di una battaglia, quella contro il “cibo sintetico e artificiale”, “che è possibile vincere anche in una proiezione europea, nella certezza di agire per il bene comune”. Nasce con questi obiettivi la “grande alleanza” contro il cosiddetto cibo sintetico”, di cui fanno parte 39 associazioni tra Assobio, Cia, Cna, Città del Vino, Codacons, Coldiretti, Demeter, Federbio, Fipe, Fondazione Qualivita, Naturasi, Salesiani per il Sociale e Slow Food Italia. Un atto che, secondo i promotori, è “un’assunzione di responsabilità nella ricerca delle ragioni tecniche e valoriali per contrastare rischi reali di desertificazione delle campagne, di speculazione finanziaria e monopolio brevettuale insieme a preoccupazioni per la salute dei consumatori”. |
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Un territorio che valorizza la sua storia enoica, ma guarda al domani, con disciplinari che lasciano grandi spazi di manovra a cantine e produttori. Dalle sponde del lago più grande d’Italia, le riflessioni del presidente e del direttore del Consorzio Vini Garda Doc, Paolo Fiorini e Carlo Alberto Panont, di Giovanna Prandini, alla guida di Perla del Garda, tra le griffe di riferimento del territorio, ma anche di geologi e personalità della cultura e della gastronomia di un terra forgiata dal ghiaccio e del fuoco. |
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