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N. 3.273 - ore 17:00 - Mercoledì 20 Ottobre 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Una meditazione con degustazione nella Vigna urbana di Villa della Regina con i vini Balbiano; visite alle storiche cantine (con 20.000 bottiglie) del ristorante Del Cambio amato da Cavour, a Palazzo Barolo, antica residenza dei Marchesi di Barolo, alle cucine di Palazzo Reale e fino nelle Langhe in cantine come Fratelli Borgogn; ma anche tasting con il sommelier dei vip Filippo Bartolotta, “Winemaker per un giorno” con Mondelvino e “Bolle in Villa”. Ecco alcuni degli eventi della “Vendemmia a Torino-Grapes in Town” in contemporanea con “Portici Divini” nei locali storici della città con i grandi vini del Piemonte (22 ottobre-7 novembre). |
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Here we go again, ci risiamo, letteralmente, e finalmente, in presenza. Dopo il “Vinitaly Special Edition 2021”, che ha simbolicamente riaperto le porte alla normalità nel mondo del business del vino, portando una ventata di aria fresca e sensazioni decisamente positive tra operatori - italiani e stranieri - e produttori, anche il “Simply Italian Great Wines”, cuore pulsante delle azioni di internazionalizzazione messe in campo della Iem - International Exhibition Management by Giancarlo Voglino e Marina Nedic, che non si è praticamente mai fermata, riscopre il piacere della normalità. In uno dei mercati fondamentali per il vino italiano, la Gran Bretagna, dove un po’ tutto, dal fenomeno di Bordeaux a quello di Porto e Marsala, è iniziato. Di Storia ne è passata, ma Londra resta uno degli hub fondamentali per il commercio mondiale di vino. Per quello italiano, è il terzo mercato, dietro agli Usa e alla Germania. Una meta storicamente e geograficamente vicina, divenuta improvvisamente distante, da quando ha deciso, in maniera forse improvvisa, di lasciare l’Unione Europea, con tutte le complicazioni che la Brexit comporta. D’altro canto, la Gran Bretagna resta meta fondamentale, e quando, come è successo al vino italiano, la pandemia e la burocrazia fanno crollare le spedizioni, il settore non può che preoccuparsi. I primi mesi dell’estate - giugno e luglio - sono stati fondamentali per ricucire lo strappo di inizio anno, quando i numeri dell’export enoico italiano erano in enorme difficoltà, in un contesto generale decisamente positivo. A fine luglio, ultimo periodo rilevato da Istat, le spedizioni sono tornate agli stessi livelli del medesimo periodo del 2020: 369,7 milioni di euro, lontani dai numeri del 2019. Da qui in poi, ci sarà bisogno di tornare a crescere, e per farlo è fondamentale riconnettersi con la galassia dei wine merchants, della Gdo e della ristorazione britannica, che domani (21 ottobre), si riunirà a Londra, a Westminster, con il vino italiano, per la tappa di Londra del “Simply Italian Great Wines”: ci saranno masterclass dedicate al Chianti e ai vini delle Marche, al Custoza e al Delle Venezie, ai vini del Collio ed a quelli del Garda, alle produzioni d’Abruzzo e a quelle del Moscato d’Asti, animate dalla wine writer e docente del Wset Emily O’Hare e da giornalista Walter Speller. |
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Un’icona indiscussa, che ha attraversato i secoli confermandosi un mito dell’enologia, con un’allure intramontabile e straordinarie doti di longevità, sintesi, con le sue famose Maison, di storia, cultura, artigianalità, qualità altissima e prestigio, e di un territorio, la Champagne, dove si producono i più importanti vini con le bollicine al mondo. Dalla Francia all’Italia, fino in Usa, il 22 ottobre è lo “#ChampagneDay”, con l’invito del Comité Champagne ad un grande brindisi mondiale, virtuale e in presenza. Italia che è il mercato n. 5 delle bollicine francesi, dopo Usa, Uk, Giappone e Germania, con 6,9 milioni di bottiglie esportate nel 2020 (-17% sul 2019 per 146,8 milioni di euro nell’anno della pandemia), ma con lo Champagne che ha chiuso il primo semestre 2021 con 482.542 ettolitri spediti (+56,7% sul 2020) per 1,39 miliardi di euro (+59,8%). |
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Per contraffare bene qualsiasi cosa ci vogliono una gran fantasia, tecnologie avanzate, molto denaro e antenne sintonizzate sui trend di mercato. Dove c’è un successo, per qualsiasi tipo di prodotto, vino incluso, ci sono margini di guadagno. Ergo la contraffazione, quella di livello, è redditizia. Nel mondo è cresciuta una contraffazione professionale che “tarocca” non solo i fines wines, ma anche vini di prezzo contenuto, ma numericamente molto importanti, come per esempio è accaduto agli australiani Yellow Tail. Si parla di un fenomeno, quello della contraffazione, il cui valore a livello mondiale è stimato in 50 miliardi di dollari per i fine spirits, che è il segmento più colpito, e 15 miliardi di dollari se i guarda ai fine wine. Non solo. Gli strumenti attualmente a disposizione per l’identificazione del vino sono da considerare soltanto “cosmetici”, non efficaci e, probabilmente, la maggior parte dei produttori non ne è del tutto consapevole. A sottolinearlo, a “Wine2Wine”, è stata Maureen Downey, fondatrice di “Chai Vault”, uno dei più esperti autenticatori di vino al mondo facendo il quadro della contraffazione e dello stato dell’arte degli strumenti per ostacolarla (nell’approfondimento). |
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Dalle Cantine Florio a Tasca d’Almerita, da Frescobaldi a Ferrari e le Tenute Lunelli, da Santa Margherita a Masciarelli, da Marchesi Antinori a Varvaglione 1921, sono solo alcune delle più celebri griffe del vino italiano in onda, con le loro storie di “Vino, Arte e Creatività”, su Sky Arte nella seconda stagione di “B.E.V.I” (da stasera, tutti i mercoledì), con 10 nuovi episodi del format prodotto da Artlouder e firmato da Chiara Panzieri e Federico Di Giambattista. Un viaggio alla scoperta di storie imprenditoriali “esemplari”, dal Trentino alla Sicilia. |
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Il vino italiano cavalca la ripartenza su “Le ali della bellezza”, di cui è ambasciatore. E lo fa anche attraverso gli eventi in presenza, come “Merano Wine Festival”, che torna ad essere il “salotto buono” del vino italiano, a Merano, dal 5 al 9 novembre. Con i grandi classici della creatura di Helmuth Köcher, dalla The WineHunter Area, a Naturae et Purae - bio & dynamica, alla Catwalk Champagne, passando ovviamente per masterclass, approfondimenti e premiazioni, come quelle dei “The Wine Hunter Platinum Awards 2021”, andati a cantine che vanno da San Michele Appiano a Bellavista, da Nino Negri a Clerico, da Borgogno a Pio Cesare, da Fino a Fontodi, da Ornellaia a Maso Martis, da Lungarotti a Tommasi (De Buris), da Tenuta Sant’Antonio ad Allegrini, da Vin de la Neu di Nicola Biasi a Castellare di Castellina, da Braida (famiglia Bologna) a Ferrari, solo per citarne alcune. |
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Editorialista, giornalista, commentatore, scrittore di libri e pièce teatrali tra comunicazione del vino, attualità, vino naturale e musica. “Negli ultimi anni il vino naturale ha fatto passi da gigante, è ormai in tutte le carte dei vini, e molte grandi aziende sono state costrette a fare i conti con una realtà nuova, in cui la sostenibilità e la naturalità delle produzioni sono diventati tratti non più di nicchia, e questo è bello, perché non bisogna avere paura della fama, anzi, ma è anche importante non santurarsi, come invece ha fatto qualcuno”. |
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