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N. 2.507 - ore 17:00 - Mercoledì 10 Ottobre 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Cambio al vertice dell’Institute of Masters of Wine: il nuovo chairman della più prestigiosa istituzione dedicata al vino a livello internazionale è il neozelandese Adrian Garforth. Master of Wine e già Ceo di Yealands Wine Group, tra i maggiori produttori ed esportatori di vino in Nuova Zelanda. Garforth diventa il presidente n. 54 dell’Istituto, che conta ormai 380 membri attivi in 30 Paesi di tutto il mondo, prendendo il posto di Jane Masters. Le ultime investiture proprio poche settimane fa: l’Italia scalda i motori ed incrocia le dita, aspettando che i suoi studenti migliori portino a termine il lungo e difficile cammino che li porterà ad essere Masters of Wine. |
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Milano come città del dialogo, capace di fare incontrare le tante anime del mondo del vino e metterle insieme, superando le divisioni ed aumentando appeal e competitività sui mercati internazionali: ecco l’obiettivo del Wine Business Forum, di scena ieri nella cornice dell’edizione “zero” della Milano Wine Week. Focus che ha riunito in 5 tavoli diversi, uno per ogni area tematica (Innovazione, Comunicazione, Finanza e Credito, Retail e Internazionalizzazione) alcuni dei più importanti stakeholder del mondo vinicolo italiano, che hanno raccontato il passato, il presente e le prospettive delle aziende, creando un collegamento generazionale nel settore vinicolo. Un dialogo che ha prodotto un documento finale consegnato da Federico Gordini, presidente della Milano Wine Week, al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e del Turismo, Gian Marco Centinaio, con le considerazioni e le richieste della filiera riassunte dai moderatori delle diverse aree tematiche: Silvana Ballotta, Ceo di Business Strategies per l’Internazionalizzazione, Barbara Lunghi, Head of Primary Markets di Borsa Italiana per la Finanza ed il Credito, Simona Lertora, managing director marketing and business development DHL per il Commercio e la Legislazione, Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, per l’Innovazione e Luciano Ferraro e Nicola Belli, ad Armando Testa, per la Comunicazione. Centinaio ha voluto sottolineare come la città di Milano riesca “a coniugare tutto quello che è il mondo del vino e soprattutto l’eccellenza del vino nel nostro Paese”, definendo il mondo enoico come “un settore in evoluzione, che vuole innovare, che vuole guardare al futuro e soprattutto a quelle che sono le potenzialità che ci sono al di fuori del nostro Paese. Quando si parla di internazionalizzazione, di comunicazione e innovazione, vuol dire che l’agricoltura e in particolare il mondo del vino sono in linea con quello che è l’andamento a livello mondiale. Il nostro impegno deve concretizzarsi in massima attenzione, rispondendo a quelle che sono le esigenze e le richieste del settore - ha concluso il Ministro - per promuoverlo sempre di più e trasformarlo in quella che è l’eccellenza dell’enogastronomia italiana”. |
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Se essere astemi diventa una moda, o quasi. Ci sarebbe da rallegrarsene, specie perché lo spaccato che emerge dalla ricerca pubblicata da “BMC Public Health”, fotografa un calo importante dei consumi di alcol tra i giovani inglesi, forse i più sensibili agli eccessi in tutto il Vecchio Continente, eppure l’idea che non bere vino e birra stia lentamente diventando mainstream non può far piacere a chi nel settore degli alcolici lavora e fattura. La percentuale dei giovani tra i 16 ed i 25 anni che dice di non bere praticamente mai è salita al 29%, dal 18% del 2005, mentre quella di chi ammette di bere più dei limiti consigliati è scesa dal 43% al 28%, con il fenomeno del binge drinking che riguarda “appena” il 18% dei giovani, ma erano ben il 27% dieci anni fa. Insomma, un vero e proprio cambio di passo culturale. |
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Il mondo del food delivery è dominato dalle app, con la tecnologia che permette di tracciare una vera e propria mappa dei gusti degli italiani in materia di take away: a “disegnarla” ci ha pensato Just Eat, piattaforma leader del settore, che ha rivelato come gli italiani siano sì fedeli alla cultura gastronomica tradizionale, ordinando più di tutto la pizza, aprendosi però anche ad hamburger e cucine orientali, dal cinese al giapponese e indiano. I gusti, ad ogni modo cambiano se analizzati con diversi fattori: come quello della città. A Milano, ad esempio vincono sushi e hamburger, con una decisa rimonta della cucina indiana; a Roma invece, regnano il cinese e la cucina italiana. Oppure quello dell’età: i re del food delivery sono i Millennials (tra i 18 ai 36 anni) che rappresentano il 70% del mercato totale, seguiti dalla Generazione X, dai 36 ai 45 anni, il 22% del mercato, e dagli over 45, il rimanente 8%. Ed incide anche il genere: le Millennials donne ordinano più degli uomini della stessa età (75% contro 69%), ma nella Generazione X la situazione si ribalta, gli uomini ordinano più delle donne (rispettivamente 23% e 17%). E ancora, le donne preferiscono di gran lunga il sushi (14%), mentre tra gli uomini regna sovrana la pizza (55%). |
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“Doggy bag” addio: il contenitore per portarsi a casa gli avanzi dal ristorante si rinnova nel nome e nel design. Presentato oggi alla conferenza di Fipe e Comieco, il “rimpiattino” è già approdato in 1.000 ristoranti in tutta Italia, e altri 30.000 sono pronti ad aderire al progetto anti spreco alimentare. Vino compreso: perché il problema degli avanzi che finisco nel cestino riguarda anche il succo di Bacco. “Rimpiattino - commenta il Presidente di Fipe Lino Enrico Stoppani - è un concetto che riporta alla cultura, tutta italiana, del rimpiattare”. |
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No ad un tetto ai pagamenti diretti della Pac post 2020: la richiesta arriva da 14 organizzazioni agricole di 10 Paesi europei, di cui si è fatta promotrice Confagricoltura, con un documento inviato a eurodeputati e stakeholders dei Paesi membri e della Ue. Nel mirino, la proposta della Commissione europea di introdurre la riduzione graduale dei pagamenti diretti che superano i 60.000 euro con un tetto massimo fissato obbligatoriamente a 100.000 euro. Quelle del “capping” e della regressività “sono - si legge nel documento - proposte discriminatorie per le imprese agricole di molti Stati membri, che sono responsabili di una quota significativa della produzione agroalimentare dell’Ue e che si impegnano a fondo per affrontare le questioni ambientali e climatiche”. |
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Da una parte una qualità sempre più alta, dall’altra la sensibilità dei consumatori ai grandi temi dell’ambiente e del rispetto per la terra. Dalla Milano Wine Week la parola ai produttori: Maddalena Pasquetti (I Mandorli, Suvereto), Michele Guarino (Tenuta Lenzini, Lucca), Rita Babini (Vini Ancarani, Faenza) ed Elisa Dilavanzo (Maeli, Colli Euganei). |
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