Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui
|
N. 3.396 - ore 17:00 - Domenica 10 Aprile 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
|
|
|
|
|
|
È una festa tutta tricolore quella sul podio del Gran Premio di Melbourne nel Gp Australia: il Ferrari Trento brinda al trionfo della Ferrari con Charles Leclerc, e torna ad “annaffiare” con le bollicine made in Italy le vittorie dei campioni di Formula 1 come spumante ufficiale del più importante Campionato motoristico al mondo nella stagione 2022. Che, con Leclerc che si conferma leader del Mondiale dopo aver dominato la gara nel weekend, si preannuncia spumeggiante e vedrà il made in Italy protagonista, con il brand italiano della famiglia Lunelli da sempre icona dei brindisi dei trionfi sportivi che fanno sognare, come quelli della “rossa” italiana per eccellenza. |
|
|
|
|
Cambiano i mercati, con gli Usa che restano al vertice ma vivono un profondo cambiamento generazionale sul quale il vino, anche italiano, deve fare attenzione. Cambia la geopolitica del mondo, con mercati sempre più difficili da presidiare. Con le fiere sempre più strategiche, soprattutto per le piccole imprese. Ed è anche per questo che proprio gli Usa, su quanto già avvenuto con il Brasile e con la Cina, saranno il prossimo Paese in cui Vinitaly by Veronafiere si radicherà con una sua società. Per continuare a coltivare un mercato, quello statunitense, fondamentale (e con il Canada vale il 24% dell’export italiano), con oltre 1,7 miliardi di export (su 7,1 de 2021, anno del record). Ma ci sono tante questioni da affrontare, e per cui serve un sforzo importante anche delle istituzioni, per continuare a sostenere le imprese nel contrastare il più grande problema di oggi, che è l’aumento dei costi di produzione, in parte dovuto a dinamiche reali di mercato complicate dalla guerra tra Russia e Ucraina, ma in parte anche alla “speculazione contro cui non tanto l’Italia, ma soprattutto l’Europa deve muoversi compatta come ha fatto contro il Covid”, ha detto il Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, sollecitato da un Governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha ricordato come il Veneto, da solo, guidato dal Prosecco (ma non solo), valga oltre 2 miliardi di euro di export: “come dire che, dopo Francia, Italia e Spagna, il Veneto è il quarto esportatore mondiale di vino al mondo”. E, da Verona, una delle capitali del vino del Veneto, riparte, o meglio “parte un nuovo Vinitaly, grazie a tanti investimenti sulle infrastrutture della città che, nei prossimi anni, renderanno questa fiera, che vede in Verona un elemento di identità apprezzato da operatori ed espositori, ancora più centrale per il futuro del vino”. Le fiere, ancora, “saranno sempre più importanti per le tante piccole e medie imprese del vino italiano” ha detto il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese. Anche per presidiare mercati storici, come gli Usa, ma dove tra i giovani i consumatori abituali stanno diminuendo, ha evidenziato uno studio di Osservatorio Unione Italiana Vini (Uiv) e Vinitaly. “E anche per questo come fiera, con tutti gli strumenti possibili, saremo sempre più vicini alle imprese del settore”, ha detto il dg, Giovanni Mantovani. |
|
|
|
|
Il fatturato del vino italiano, nel 2021, ha raggiunto i 13 miliardi di euro, suddiviso tra le 310.000 imprese viticole del Belpaese (46.000 aziende vinificatrici, e il 55% della produzione legato a 518 grandi cooperative), che contano su una superficie vitata di 674.000 ettari (in crescita del +0,4% sul 2020, per una media di 2,17 ettari ad azienda). La produzione, così, è arrivata a quota 50 milioni di ettolitri (+3% sul 2020), di cui il 55% a Indicazione Geografica. Il consumo pro capite si attesta invece a 40,5 litri annui, con le vendite della Gdo in aumento del +5% e l’export ha raggiunto i 7,11 miliardi di euro. Il mercato principale, con 2,75 miliardi di euro, è quello Usa, seguito da Germania, Regno Unito, Svizzera e Canada. Ecco la fotografia dell’Italia del vino scattata da Ismea (continua in approfondimento). |
|
|
|
|
|
“Credo che il vino italiano possa crescere ancora sotto molti aspetti. Quello che vedo, e che penso, è che tante Regioni hanno ricominciato 30 anni fa piantando nuovi cloni di vite, nuovi portinnesti, e ora iniziavo a vederne i risultati, e vedremo un miglioramento qualitativo nei prossimi 20-30 anni. Siamo ad una sorta di “nuovo inizio”. Come negli anni Sessanta e negli anni Settanta i Supertuscans sono stati il motore della crescita, in tempi recenti abbiamo visto una grande crescita in tante parti dell’Italia come Campania, Puglia, in Sicilia: siamo in una sorta di era moderna del vino italiano”. Parole di Bruce Sanderson, senior editor e degustatore dei vini italiani per “Wine Spectator”, a WineNews, da “Opera Wine”, che ha messo sotto i riflettori 130 grandi griffe del vino del Belpaese. Barolo, Brunello di Montalcino, Chianti Classico e Amarone della Valpolicella sono i grandi classici del vino italiano. Ma c’è molto di più. “Il Verdicchio delle Marche - ha aggiunto Alison Napjus, senior editor & tasting director - ha un grande potenziale, così come i bianchi della Campania, e, tra i rossi dico il Sagrantino di Montefalco, e poi ancora i rossi della Sicilia”. “Gli americani amano molto il vino italiano, perchè amano il cibo italiano, che è decisamente “food friendly””, ha chiosato Jeffery Lindenmuth, nuovo executive editor di “Wine Spectator”. |
|
|
|
|
|
La Pio Cesare, fondata ad Alba nel 1881, portata alla fama mondiale da Pio Boffa, leader carismatico prematuramente scomparso nel 2021, e oggi guidata dalla giovane figlia Federica Boffa (che ha ritirato il Premio con il cugino Cesare Benvenuto, da sempre braccio destro di Pio Boffa, ndr), ambasciatrice del vino italiano nel mondo, e Thomas Matthews per la lunga carriera in “Wine Spectator” e per il progetto di “OperaWine”: ecco i vincitori del “Premio Internazionale Vinitaly 2022”, con Sarah Heller, la più giovane Master Of Wine d’Asia, “Wine Communicator of the Year”. |
|
|
|
|
Il vigneto che ha raggiunto il punteggio massimo di 95 punti su 100 è stato il Friulano Hrib dell’azienda La Castellada in Friuli Venezia Giulia, mentre l’azienda con il maggior numero di vigenti è stata Bentu Luna in Sardegna, con cinque vigneti premiati. A dirlo l’Indice Bigot. Nato sotto il segno dell’elaborazione di 9 parametri che tengono conto della letteratura scientifica e dell’esperienza più che ventennale sul campo in Italia e all’estero di Giovanni Bigot, l’Indice che prende il suo nome laurea, per la prima volta, i vigneti con il potenziale qualitativo più elevato per l’annata 2021 (ed oggi a Vinitaly sono stati selezionati i migliori 38 vigneti - sui 734 su cui è stato calcolato - che hanno superato i 90 centesimi secondo l’Indice Bigot, ideato dall’agronomo friulano supportato dal suo team di Perleuve). |
|
|
|
|
|
Le riflessioni di griffe come Cà del Bosco, Ferrari, Maso Martis, Nino Franco, Berlucchi, e Bellavista. Tra visioni di territorio da consolidare, un “fare squadra” ancora da costruire, ma fondamentale, ed un percorso che può passare solo dal miglioramento costante della qualità, dell'immagine e del posizionamento sul mercato della spumantistica italiana, tanto metodo classico che charmat. |
|
|
|
|