Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui
|
N. 2.599 - ore 17:00 - Giovedì 21 Febbraio 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
|
|
|
|
|
|
Secondo i dati delle dogane cinesi riportati da Ice Pechino, l’Italia del vino nel 2018 è cresciuta del 4,8% in Cina. Come dire, “avanti piano”, ma le cose non decollano. “Soffriamo di un deficit di conoscenza che si traduce in un deficit di posizionamento e di mercato”, commenta Silvana Ballotta, Ceo di Business Strategies, unica azienda a rappresentare l’Italia al China Wine Summit (Shanghai, 23-24 febbraio 2019). “I cinesi si stanno aprendo al mondo del vino con delle produzioni anche di qualità, ma riconoscono al vino italiano quel patrimonio di storia e cultura che ancora a loro manca, e che noi dobbiamo imparare a raccontare di più”. |
|
|
|
|
Se è vero che, da sempre, il mercato Uk è un trend setter in molti settori, vino compreso, per il vino italiano arriva una buona notizia: secondo un’analisi di Wine Business Solution, per la prima volta le etichette del Belpaese hanno superato quelle francesi nella diffusione nelle carte dei vini di ristoranti e wine bar del Regno Unito (terzo mercato in valore e volume per i vini italiani, ndr). Effetto congiunto della crescita dell’Italia, i cui vini pesano per il 26% sulle liste dei locali inglesi (+2% sul 2018) e della diminuzione dei francesi, passati al 24% (-29% sul 2018). Merito del più vantaggioso rapporto tra qualità e prezzo riconosciuto ai vini italiani, in parte, ma anche ad un’effettiva e crescente curiosità, spiega lo studio, per i tanti vini diversi, che nascono dalle tante varietà autoctone o antiche del Belpaese, e dei tanti territori di cui sono espressione. Sul podio delle carte dei vini inglesi, dopo Italia e Francia, viene la Spagna (13%), con il vecchio mondo produttivo che, insieme, vale oltre il 60% del mercato, seguito nell’ordine da Cile, Australia, Argentina, Sudafrica, Usa e Portogallo, tutti sostanzialmente stabili sulle loro posizioni rispetto al 2018. Nell’analisi, riportata dal portale australiano “Wine Title”, emerge, però, che il prezzo spuntato dai vini italiani, è ancora al di sotto della media, ma anche che, in generale, i prezzi dei vini proposti stanno calando. In media, infatti, una bottiglia di vino nella ristorazione Uk, oggi, costa 34,95 sterline (-11% sul 2018), mentre una di vino italiano spunta un prezzo di 31,7 sterline (+2%). Al top, per quotazioni, nonostante un calo del 12% sul 2018, c’è la Francia, con 48,15 sterline a bottiglia, davanti agli Usa, che seguono lo stesso trend, a quota 40,4 sterline. Di poco dietro agli italiani, i vini della Nuova Zelanda, a 31,6 sterline a bottiglia (-4%), seguiti da quelli made in Argentina, a 29,7 sterline (+7%). Stabile la Spagna, a 28,3 sterline a bottiglia, mentre l’Australia perde il 13%, a 27,9 sterline a bottiglia, davanti a Sudafrica (24,9 sterline, -10%) e Cile (21,8 sterline, -4%). |
|
|
|
|
Continua il percorso per diventare la prima denominazione del vino italiano biologica per disciplinare della piccola, giovane, ma ricca di storia Doc del Valdarno di Sopra, divisa tra le province di Arezzo e Firenze. La riunione di filiera della Toscana ha dato il via libera alla modifica “richiesta da tutti i produttori all’unanimità - spiega a WineNews il direttore del Consorzio, Ettore Ciancico - e ora la palla passa al Ministero. Per noi è una scelta produttiva, ma soprattutto etica, un valore aggiunto che vorremo che dalle aziende, già tutte in regime biologico, passasse al territorio. Dai colloqui informali avuti finora con il Ministero delle Politiche Agricole, però, sembra esserci un atteggiamento poco positivo. Ma un no sarebbe incomprensibile, visto che è una scelta condivisa da tutti i produttori, e nell’interesse anche dei consumatori”. |
|
|
|
|
|
C’è chi si sposta nelle campagne per trovare il bello e la tranquillità della natura, e chi, da sempre controcorrente, sceglie di fare il percorso opposto. Come Bibi Graetz, produttore istrionico e tra le griffe più apprezzate del vino di Toscana, che ha deciso di spostare la sua cantina dal Castello di Vincigliata - con la campagna e le vigne per i due grandi “cru”, eccellenze della casa vinicola Bibi Graetz e dell’intera enologia toscana - ad uno “chateau urbano” nel centro di Fiesole, sul modello delle grandi maison francesi. E così, la dimora di famiglia, la cantina dove nascono Testamatta e Colore, un boutique hotel, una trattoria, un wine bar per tasting and wine experience, troveranno posto in un edificio storico della cittadina, l’Hotel Villa Aurora, dove hanno soggiornato personalità come la regina Vittoria d’Inghilterra, i reali d’Olanda e del Belgio e Margherita di Savoia, con vista sulla conca di Firenze con la Cupola del Brunelleschi, Palazzo Vecchio e tutti i suoi gioielli, e l’adiacente Blu Bar che Bibi Graetz ha acquistato in questi giorni. Il progetto, ambizioso e importante, è affidato allo Studio internazionale TiarStudio dell’architetto Federico Florena. L’obiettivo è concludere i lavori entro il 2020, in tempo per la Festa della Vendemmia.
|
|
|
|
|
|
Villa Le Prata, residenza ottocentesca del Vescovo di Montalcino, è l’ultima tenuta a passare di mano nella terra del Brunello di Montalcino. Tre ettari di vigna, di cui 2,5 a Brunello di Montalcino, era di proprietà della famiglia Losappio, ed ora è stata acquistata per intero da Bernardo Losappio e dalla moglie Anna Vittoria Brookshaw. Affare che, secondo WineNews, rivede a rialzo le quotazioni dei vigneti di Brunello di Montalcino, valutati 1 milione di euro ad ettaro. Solo vini “single vineyard”, progetti legati all’arte e all’ospitalità di alto livello il futuro dell’azienda. |
|
|
|
|
Resta il caos sulle sorti del latte e dei pastori sardi. Una vicenda che, come spiega Carlin Petrini, presidente di Slow Food, denuncia uno stato di sofferenza del sistema agricolo e alimentare, e che potrebbe essere “l’inizio di un nuovo Sessantotto dei contadini”. Intanto, il tavolo di filiera di oggi a Roma non ha portato grandi risultati. Al di là della distanza tra domanda (80 centesimi al litro) e offerta (72), pastori ed industriali non sembrano vicini ad un accordo, mentre il Ministro delle Politiche Agricole Centinaio annuncia di voler mettere in campo risorse per ristrutturare la filiera, e quello dell’Interno, Salvini, ha nominato il Prefetto di Sassari commissario per la filiera del latte ovino. E, intanto, anche i pastori siciliani si sono mobilitati, a Vittoria, per protestare, anche in questo caso, per i prezzi troppo bassi del latte. |
|
|
|
|
|
A raccontarlo Mirko Lalli, di TravelAppeal, e la testimonianza di Annie Feòlde, alla guida, con Giorgio Pinchiorri, della mitica Enoteca Pinchiorri. “Le cose anche sui social funzionano meglio quando l'esperienza condivisa del vino viene fatta sul territorio”, spiega Lalli. “Bellezza, cultura, storia, buona cucina i segreti del successo della Toscana”, sottolinea la chef, che a WineNews racconta: “gli stranieri appassionati di vini italiani, gli italiani di vini stranieri”.
|
|
|
|
|