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N. 2.734 - ore 17:00 - Lunedì 16 Settembre 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Il Sassicaia fa il bis: il simbolo enoico di Bolgheri, creato da Mario Incisa della Rocchetta sul finire degli anni Sessanta e diventato, sotto la guida attenta del figlio Niccolò, ed oggi della nipote Priscilla e della loro famiglia, ormai un canone per l’intera viticoltura del Belpaese, con l’annata 2016 si conferma al vertice dei “Best Italian Wine Awards” 2019, la classifica dei 50 vini migliori d’Italia pensata da Luca Gardini e Andrea Grignaffini. Sul podio anche il Barolo Monvigliero 2015 di Burlotto ed il Terminum 2016 di Cantina Tramin, per una classifica che vede il boom dei vini bianchi (ben 16 etichette) ed il testa a testa tra Toscana e Piemonte (15 a 10). |
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Correva l’anno 1899, anno che vide la nascita di imprese che avrebbero avuto un successo secolare. Mentre a Barcellona veniva fondato il Futbol Club Barcelona, ed a Milano nasceva il Milan, ovvero due delle squadre di calcio più amate del mondo e vincenti di sempre, in Sardegna, ad Alghero, Erminio Sella, nipote dello statista Quintino, e l’avvocato Edgardo Mosca, due piemontesi, che, con un’opera di bonifica maestosa, che molti inseriscono nei libri di scuola, crearono Sella & Mosca, oggi realtà di 650 ettari di vigneto, di cui 560 in corpo unico, uno dei più grandi appezzamenti d’Europa. Un’opera per l’epoca avveniristica, messa in piedi negli anni in cui l’Europa del vino usciva devastata dalla fillossera, con l’idea di Sella & Mosca che era quella di trasformare terre acquitrinose e abbandonate, nella località “I Piani”, in uno dei più grandi vivai per la produzione di barbatelle per le nuove viti. Una tenuta che ha cavalcato la storia del vino italiano e della Sardegna, e che, dal 2016, è sotto l’egida del Gruppo Moretti, tra le realtà più importanti del vino italiano (con cantine come Bellavista e Contadi Castaldi in Franciacorta, e Petra, a Suvereto, in Toscana), dopo essere stata nell’orbita di Campari. Azienda da sempre aperta all’innovazione, dove i grandi vitigni autoctoni della Sardegna convivono con gli internazionali, doppia anima identificata nei due vini icona di Sella&Mosca, il Torbato di Alghero, autoctono quasi sconosciuto e recuperato proprio dalla tenuta, e il Marchese di Villamarina, cabernet sauvignon in purezza. E capace, da sempre, di legarsi alle altre eccellenze del territorio, dallo stilista sardo Antonio Marras, con cui Sella&Mosca ha creato una linea di vini, alla cucina del territorio, all'accoglienza. E se il progetto dell’Agriturismo Villamarina è già in essere, il prossimo sogno, come ha spiegato a WineNews Francesca Moretti, ad del settore Vino del gruppo creato dal padre Vittorio Moretti, è dedicato all’accoglienza di alto livello, altro settore in cui Terra Moretti è “case history” di eccellenza (già con realtà come L’Albereta in Franciacorta e L’Andana in Maremma, ndr): un hotel di lusso progettato da Savin Couelle, architetto francese principe della Costa Smeralda, e già firma del celeberrimo Hotel Cala di Volpe di Porto Cervo. |
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Timidi segnali, ma da cogliere al volo, per ripartire e recuperare il terreno perduto nell’ultimo anno: sono quelli che arrivano dalle esportazioni di vino in Cina, mercato complesso e per l’Italia ancora ostico, che nei primi sei mesi del 2019 sembra aver ritrovato smalto. Come raccontano i dati Istat, elaborati da Ice di Pechino, nel primo semestre 2019, le spedizioni enoiche hanno toccato i 63,5 milioni di euro, in crescita del +4,86% sullo stesso periodo del 2018. Stabile l’imbottigliato fermo, che rappresenta la quota ampiamente maggioritaria, a 49,76 milioni di euro (+0,18%), mentre l’exploit, in una Cina che si riscopre improvvisamente in linea con le tendenze globali, è degli spumanti, che superano i 10 milioni di euro (+42,45%). Che sia finita la spirale negativa? Difficile dirlo, ma le sensazioni tornano positive in Estremo Oriente. |
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La “culla” del Brunello di Montalcino si starebbe guardando intorno per allargare i suoi confini nella terra in cui ha dato vita ad uno dei vini più famosi del mondo: la Tenuta Greppo Biondi Santi, dove nell’Ottocento è nato il Brunello, dal 2017 di proprietà del gruppo Epi della famiglia francese Descours, e guidata dall’ad Giampiero Bertolini, cantina dalla storia leggendaria, tutt’oggi custodita dalla famiglia Biondi Santi, con Jacopo e Tancredi Biondi Santi, si starebbe guardando attorno, per aggiungere altri ettari di vigneto a Brunello ai 25 ettari già di proprietà della tenuta, in uno dei territori più prestigiosi d’Italia, e dove le quotazioni, ormai, si aggirano sul milione di euro ad ettaro. E da quanto apprende WineNews, ci sarebbero già 6 ettari nel mirino, a pochi passi da quelli sotto l’attuale proprietà della Tenuta, in un’operazione che in parte si è già concretizzata e che presto sarà definita completamente. L’obiettivo sarebbe quello di aumentare un po’ la produzione mantenendo lo stesso rigore di sempre nella qualità, passando da una media di 80.000 bottiglie all’anno, ad un potenziale intorno alle 110.000 bottiglie. Rumors appreso oggi in una degustazione d’eccezione: nel calice annate storiche del Brunello di Montalcino Riserva Biondi Santi, come la 1975, la 1983, la 1995, la 2006 e la 2010. |
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Quando il mecenatismo moderno incontra la passione per il grande vino: ha raccolto ben 312.000 dollari l’asta on line dei grandi formati di Ornellaia Vendemmia d’Artista 2016, “La Tensione”, con le bottiglie firmate dall’arte di Shirin Neshat aggiudicate on line da Sotheby’s, divise in 11 lotti, capaci di raccogliere una somma importante, che è stata interamente devoluto alla Fondazione Solomon R. Guggenheim per il programma “Mind’s Eye”, che aiuta le persone non vedenti o ipovedenti a sperimentare l’arte. |
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“Se facessi un sondaggio sul vino chiederei agli italiani cosa comprano e se lo bevono, perchè è la nostra storia. Ed è soprattutto emozione: con una bollicina si fa festa, con un grande rosso si brinda ad una serata romantica, con un bianco, magari, ci si diverte con gli amici”. A dirlo, a WineNews, scoprendosi anche esperta ed appassionata di vino, è Alessandra Ghisleri, una delle più autorevoli sondaggiste italiane, spesso protagonista in importanti talk show politici in tv sulla Rai e La7, e “Prima Donna 2019” del “Casato Prime Donne”, il premio voluto dalla produttrice Donatella Cinelli Colombini, anche alla guida delle Donne del Vino, per celebrare l’eccellenza al femminile in tanti settori, dalla cultura alla scienza, dalla politica allo sport.
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Dai filari della Cantina Marina Coppi, i ricordi della famiglia, ed il tributo di Pier Bergonzi (Gazzetta dello Sport) e dello chef Enrico Crippa. Tra immagini e pensieri, il parallelismo tra il sacrificio che serve nel ciclismo come per fare un grande vino, e per arrivare in alto nella cucina, espressioni diverse della grande ricchezza della provincia italiana.
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