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N. 3.248 - ore 17:00 - Martedì 21 Settembre 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Scala ancora posizioni, nella “World’s Best Vineyards 2021” - la classifica delle cantine più belle del mondo - Antinori nel Chianti Classico, capolavoro progettato dall’architetto Marco Casamonti, alla posizione n. 6, ed unica italiana presente sin dalla prima edizione, nel 2019. Alla posizione n. 61 c’è invece una new entry, Ferrari, la griffe del Trentodoc della famiglia Lunelli, diventata ormai bollicina dall’appeal internazionale. Alla posizione n. 73 troviamo invece Ceretto, una delle realtà più importanti delle Langhe, e, alla posizione n. 83, Gaja, cantina icona di Barbaresco, guidata da Angelo Gaja. Al n. 1 l’argentina l’argentina Zuccardi Valle de Uco. |
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Con un valore di produzione pari a 143 miliardi di euro, di cui quasi 12 miliardi sono legati al segmento del vino, il settore del wine & food in Italia vale, con i suoi 35,5 miliardi di spedizioni, l’8,3% delle esportazioni totali del Paese. È il macro dato che emerge dalla ricerca “I settori del wine & food e la sfida della ripresa” by Pambianco, insieme a Pwc, colosso dei servizi di consulenza di direzione e strategica, revisione di bilancio e consulenza legale e fiscale, presentata nei giorni scorsi a Milano, nella cornice del Palazzo della Borsa, al Wine & Food Summit n. 1, firmato proprio da Pambianco, che ha messo al centro “I settori del wine & food e la sfida della ripresa - Le risposte delle aziende, della ristorazione e del retail nel nuovo contesto competitivo”. La ricerca si è, quindi, focalizzata sul segmento vitivinicolo, ed ha evidenziato come il nostro Paese sia il primo produttore al mondo con il 19% degli ettolitri di vino prodotti, seguito poi da Francia (18%) e Spagna (16%). Italia sul gradino più alto del podio anche in termini di ettolitri esportati, ma in seconda posizione in termini di valore, alle spalle della Francia. Ad oggi Usa, Germania e Uk sono i nostri primi mercati esteri, e insieme valgono il 52% delle esportazioni di vino italiano, con Cina e Russia che rappresentano una grande opportunità di sviluppo. L’ultima evidenza è legata ai canali distributivi ed ai loro cambiamenti nel corso del 2020, con la forte crescita dell’online che, pur valendo ancora il 3%, è cresciuto del 171%. Queste, ed altre evidenze emerse dal lavoro di Pambianco, hanno fatto da fil rouge agli interventi di manager del vino come Alessandro Mutinelli, presidente e Ceo Italian Wine Brands, Sergio Dagnino, Ceo Gruppo Prosit, Beniamino Garofalo, Ceo Santa Margherita Gruppo Vinicolo, Ettore Nicoletto, presidente e Ceo Bertani Domains e Raffaele Boscaini Marketing Director Masi Agricola, ognuno con la sua analisi del momento, analizzando i punti di forza e quelli di debolezza del vino italiano, che pare aver virato verso aggregazioni capaci di stare con maggior solidità sui mercati, senza perdere il legame con le proprie radici, ma neanche il contatto con una realtà dinamica, in cui conquistare le nuove generazioni è sempre più difficile ed importante (tutti gli interventi in approfondimento). |
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È appena iniziato l’autunno, con mezza Europa (ovvero oltre la metà del vigneto mondiale) ancora in piena vendemmia, e già inizia la stagione delle grandi classifiche internazionali dedicate al vino. A suonare la campanella, come sempre, è la “Top 100 Best Buys” 2021 del magazine “Wine Enthusiast”, che mette in fila i migliori vini per rapporto qualità prezzo (al massimo 15 dollari allo scaffale). Come sempre ben nutrita la selezione italiana (l’Italian editor della rivista è Kerin O’Keefe, ndr), con il Belpaese presente con 11 etichette, firmate da cantine come Umani Ronchi, Gorgo, Villa di Corlo, Castello di Gabbiano, Malvirà, Monte Antico, Colosi, Cantina Frentana, Ruggeri, Cantina di Venosa e Stemmari, dietro ai padroni di casa degli Stati Uniti con 38, e alla Francia con 13. Il n. 1 in classifica è il Cabernet Sauvignon 2018 di Chateau Ste. Michelle, dagli Usa. |
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Unire lo sconfinato patrimonio storico e artistico che trapunta l’Italia con la non meno importante offerta enogastronomica è, a detta di molti, “l’uovo di Colombo” del Belpaese. Strategia su cui ora punta forte Orvieto, capitale del “Rinascimento” dell’Umbria, e terra di un vino, l’Orvieto, che continua il suo percorso per tornare ai fasti di tempo, quando questo vino, che D’Annunzio definì “sole d’Italia in bottiglia”, era già amato dagli Imperatori e dai Papi, come Paolo III Farnese e Gregorio XVI, e che proprio grandi artisti rinascimentali come Pinturicchio e Signorelli chiesero come vitalizio tra la fine del Quattrocento ed il Cinquecento, nei lavori per gli affreschi del capolavoro d’arte romanico-gotico che è il Duomo. Nasce con i piedi ben piantanti nella storia, dunque, ma con lo sguardo al futuro, il progetto “Orvieto, città del gusto e dell’arte”, il cui primo ciclo sarà di scena dal 27 settembre al 3 ottobre 2021, tra itinerari e passeggiate enogastronomiche e grande cucina stellata (i dettagli nell’approfondimento), ma il cui orizzonte è molto più avanti nel futuro, come spiegato da Dominga Cotarella, alla guida di Famiglia Cotarella, una delle cantine più importanti del territorio e tra le ideatrici, insieme al Consorzio dei Vini di Orvieto, al Comune, al Consorzio “Way of Life”, al Gal Trasimeno Orvietano e con il supporto della Coldiretti. |
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Che il periodo della pandemia abbia coinciso, nel mondo del vino, con il boom dell’e-commerce, è ormai acclarato. Ma un ulteriore conferma di questo fenomeno arriva anche dal premio “Startup Award 2021“ di CrowdFundMe - unica piattaforma di crowdinvesting quotata a Piazza Affari, che ha visto trionfare Winelivery, l’app per la consegna a domicilio, in 30 minuti alla temperatura di consumo, di vino e bevande, che, dal suo debutto ad oggi, in meno di 4 anni, ha moltiplicato il suo valore del 1900% (da 1,2 a 24,4 milioni di euro). |
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Dopo la “Tuber Primae Noctis”, che la notte scorsa ha visto il Tuber Magnatum Pico celebrato aspettando lo scoccare della mezzanotte in cui prende avvio la “cerca” per i trifolao di tutto il Piemonte, è iniziata oggi, 21 settembre, la nuova stagione di raccolta del pregiato tartufo bianco aspettando la “Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba” n. 91 (9 ottobre-5 dicembre) nelle Langhe Patrimonio Unesco. Dopo il fermo biologico imposto dal 1 al 20 settembre di ogni anno, per evitare un eccessivo sfruttamento dell’ambiente in un momento fondamentale per la maturazione dei corpi fruttiferi, ad anticipare il primo giorno d’autunno è un vero e proprio “Capodanno del Tartufo”, festeggiato stanotte brindando con le bollicine del Consorzio Alta Langa Docg, a Moncalvo, in terra astigiana, rinsaldando il legame tra Langhe, Roero e Monferrato. |
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A WineNews, Daniele Simoni, ad di una delle più importanti realtà europee del vino, che, dopo Montepulciano e Valdobbiadene, ha investito in Puglia. Acquisendo un’azienda e vigna già certificata biologica, sulla scia del successo internazionale marchio Masso Antico che copre le più importanti denominazioni pugliesi e si concentra soprattutto sul Primitivo del Salento. “Per crescere ancora serve il controllo totale della filiera produttiva”. |
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