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N. 2.670 - ore 17:00 - Lunedì 3 Giugno 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Ha un gusto fortemente italiano la Auction Napa Valley 2019, tra i più grandi eventi “charity” legati al vino del mondo, che ha raccolto 12 milioni di dollari (tra gli ospiti, la pop star Katy Perry, nella foto). Top lot quello offerto dalla Continuum Estate (Mondavi), aggiudicato per ben 530.000 dollari che, tra la Sistina e gli Uffizi, prevede degustazioni e cene private con i produttori in cantine come Casanova di Neri, griffe del Brunello di Montalcino, Podernuovo a Palazzone di Giovanni Bulgari, la Tenuta Ornellaia a Bolgheri, e ancora le cantine della famiglia Frescobaldi, Castello di Nipozzano, storia del Chianti Rufina, e Castelgiocondo e Luce, a Montalcino. |
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La Cina del vino, con tutte le sue incertezze e difficoltà, va conquistata prima di tutto facendo educazione a quello che l’Italia enoica, e affermando i top brand, capaci di far parlare del Belpaese del vino, e di aprire il mercato di quella che, a detta di tutti, sarà presto la prima piazza del commercio enoico mondiale. È l’obiettivo del road show a Shanghai e Hong Kong, dal 4 al 6 giugno, dei Grandi Marchi, che mette insieme 19 dei più prestigiosi nomi del vino italiano (Alois Lageder, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Antinori, Argiolas, Col d’Orcia, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca d’Almerita, Tenuta San Guido e Umani Ronchi, capaci di esprimere un fatturato di 560 milioni di euro e un valore delle vendite all’estero pari al 6% dell’intero export enologico tricolore), tutti insieme presenti per accendere i riflettori sul vino di qualità del Belpaese, in un mercato in cui l'Italia enoica vale appena il 6%. E per cercare di invertire una tendenza che, nel primo trimestre del 2019, ha visto le importazioni complessive di vino in Cina crollare sia in volumi, a quota 156 milioni di litri, il -22,3% sullo stesso periodo del 2018 (200 milioni di litri), che in valori, crollati a 782 milioni di dollari, contro i 980 milioni di dollari del primo trimestre 2018 (-20,19%), come raccontano i dati di China Customs, con l’Italia, a -25,7%, pari a 41,3 milioni di dollari di vino esportato nel primo trimestre 2019, mentre peggio hanno fatto sia la Spagna (-32%, a 36,02 milioni di dollari) che, soprattutto, la Francia (-30,88%, a 195,02 milioni di dollari). Cina in cui, peraltro, vola il vino sfuso, importato dal Paese del Dragone per essere imbottigliato “in loco”, e passato da 31 milioni di litri nel 2000, a 176 milioni di litri nel 2018, secondo i dati della World Bulk Wine Exhibition di scena nei giorni scorsi a Yantai, dal cui porto passa l’80% di tutto il vino sfuso che entra nel Paese. Con la Cina che è il Paese del mondo con la crescita maggiore nelle importazioni di vino non imbottigliato, e si posiziona già al n. 5 dietro a Germania (615 milioni di litri), Francia (543), Uk (500), e Usa (251), con i primi fornitori assoluti che sono Cile, a 93 milioni di litri (+66% tra il 2017 ed il 2018), ed Australia (45,9 milioni di litri, +22,8%). |
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La costiera sorrentina diventa una “cucina a cielo aperto”: a Vico Equense torna “Festa a Vico”, ormai evento must della gastronomia italiana, con tanti chef stellati ed emergenti alla corte del padrone di casa Gennarino Esposito, due stelle Michelin al Torre del Saracino, ma anche kermesse dall’animo popolare, con un’attenzione particolare alla beneficenza e l’incasso della manifestazione che andrà a finanziare i progetti di cinque diverse Onlus. Dopo la serata della “Repubblica del Cibo”, stasera va in scena la “Cena delle Stelle”, appuntamento con i grandi chef stellati del Belpaese, che firmeranno una cena per 200 commensali: ai fornelli Bruno Barbieri, Matteo Baronetto, Antonino Cannavacciuolo, Giorgio Locatelli, Giancarlo Perbellini, e domani chiusura con il “Cammino di Seiano”, tra stellati e street food “a tema”. |
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Château Mouton Rothschild, Château Lafite Rothschild, Dom Pérignon Brut, Château Margaux, Petrus, Sassicaia della Tenuta San Guido, Château Latour, Château Haut-Brion, Domaine de la Romanée-Conti Romanée-Conti, Château d’Yquem: sono i 10 vini più cercati del 2019 (fino ad ora), secondo il portale “Wine-Searcher”, il n. 1 in tema di ricerca e comparazioni dei prezzi dei vini a livello mondiale. Una “top 10” tutta francese, con l’eccezione Sassicaia, tra le superstar di sempre del Belpaese enoico, e che negli ultimi due anni ha fatto incetta di premi e riconoscimenti. Ma il portale australiano, che ha compiuto 20 anni, ha stilato anche la sua classifica dei vini più ricercati di sempre. Grosso modo gli stessi, segno che, alla fine, le etichette del mondo protagoniste del “mito enoico”, sono poche, e sempre le solite. E così, i “most wanted wines of all time” sono, nell’ordine, Château Lafite Rothschild, Château Mouton Rothschild, Château Margaux, Petrus, Château Latour, Dom Pérignon Brut, Château d’Yquem, Château Haut-Brion, Château Cheval Blanc ed il californiano Opus One. Una lista “all time” in continuo aggiornamento, ovviamente, in cui, sempre all’insegna della continuità, spiega “Wine Searcher”, potrebbe entrare presto, neanche a dirlo, il Sassicaia, attualmente al n. 15. |
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Se il paesaggio agricolo è spesso sinonimo di bellezza, armonia, intelligenza e operosità dell’uomo, succede che campi e vigneti possano diventare terreno di “scontro politico”, in maniera becera e negativa. E così, nei giorni scorsi, ha fatto notizia la maxi svastica nazista, “disegnata” sulle colline di San Damiano d’Asti, tra i luoghi simbolo della Resistenza piemontese. Uno sfregio, al paesaggio e alla storia di quei luoghi, fatto subito rimuovere. “Speriamo che cose del genere non si ripetano”, ha commentato il sindaco Davide Migliasso. Speranza più che condivisibile. |
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Il 1 giugno è stato celebrato in tutto il mondo il latte, con il World Milk Day, iniziativa lanciata dalla Fao, l’Organizzazione per l’alimentazione delle Nazioni Unite, già nel 2001, a sottolineare l’importante contributo del settore lattiero-caseario alla sostenibilità, allo sviluppo economico, ai mezzi di sussistenza e alla nutrizione. E i numeri di Doxa, che ha indagato il rapporto degli italiani con l’“oro bianco”, evidenziano innanzitutto come le famiglie italiane spendano 6,5 miliardi di euro all’anno per il latte che resta la bevanda più acquistata in assoluto. Ma, nonostante il primato, gli italiani bevono meno latte di quanto consigliato: la media pro capite è di 115 millilitri al giorno, contro i 375 consigliati dalle linee guida ministeriali. |
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Tra varietà di territori, climi, vitigni, dinamicità dei produttori, lo sguardo sul futuro dei protagonisti della filiera, dalla vigna alla critica. A WineNews le riflessioni di Giovanni Manetti (Fontodi e presidente del Consorzio Chianti Classico), Gian Paolo Gavioli (Caviro), Marco Sabellico (Gambero Rosso), Gianluca Bisol (Bisol) e Tommaso Marrocchesi Marzi (Bibbiano).
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