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N. 2423 - ore 17:00 - Venerdì 15 Giugno 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Amati soprattutto dai giovani e soprattutto oltreconfine, con un vero e proprio boom sui mercati, dalla Francia (primo consumatore al mondo) agli Usa, dalla Germania all’Uk, dal Canada al Sudafrica, i rosè, rosati e chiaretti da vitigno autoctono a Denominazione (20 milioni di bottiglie, con l’Italia quarto produttore al mondo, in una chart guidata ancora dai francesi) rappresentano una tipologia in consolidata ascesa. A rappresentarli i Consorzi di Bardolino, Valtènesi, Vini d’Abruzzo, Castel del Monte e Salice Salentino che hanno stretto un Patto di Intesa per promuoverli, e che saranno a Rosèxpo, il Salone internazionale dei vini rosati a Lecce (23-24 giugno). |
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Quando il Ministro della Sanità francese Agnès Buzyn, a febbraio, disse che “scientificamente, il vino è un alcolico come un altro. Si lascia pensare alla popolazione francese che il vino abbia benefici che altri alcolici non hanno, ma è falso”, i produttori d’Oltralpe, una lobby di cui è difficile non tenere conto, si sollevò con veemenza, rimarcando differenze culturali e storiche. Eppure, nella logica esclusiva della salute pubblica l’alcol è alcol, e come tale va trattato. Lo sanno bene in Scozia, dove dopo anni di trattative è entrato in vigore il Minimum Unit Pricing, estrema ratio di un Paese di appena 5,3 milioni di abitanti, che nel 2016 ha contato ben 1.265 morti relazionati all’abuso di alcol. Se non è un’emergenza sociale, poco ci manca. E non riguarda solo la nazione britannica, al contrario. L’Oms - Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, nel suo “Piano d’azione globale per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili 2013-2020” considera l’uso dannoso dell’alcol come uno dei quattro fattori di rischio più importanti per le malattie non trasmissibili e richiede una riduzione di almeno il 10% nel consumo dell’alcol. Ciò che consiglia di fare l’Oms è proprio questo: aumentare le accise, considerato uno degli interventi più efficaci che i Governi possono utilizzare. È il principio che verrà presentato dall’Oms all’High Level Meeting delle Nazioni Uniti, di scena il 27 settembre, insieme anche alla possibilità di imporre divieti o restrizioni alla pubblicità degli alcolici nei diversi media, oltre a quella di attuare o imporre restrizioni sulla disponibilità fisica degli alcolici nei punti vendita, ad esempio riducendo gli orari di vendita. Senza dimenticare le attività di prevenzione ed i limiti di età, non sempre rispettati. Un monito anche per il vino? Senza dubbio, ma si tratta pur sempre di linee guida, che i diversi Governi dovranno avere premura di adeguare e declinare nel rispetto delle proprie peculiarità storiche, culturali, economiche e sociali, con un occhio alle strumentalizzazioni, perché il pericolo potrebbe essere quello di un aumento o dell’introduzione di nuovi dazi su vino, birra e superalcolici importati “travestiti” da misure in difesa della salute pubblica. |
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Vale ancora poco (849 milioni di euro), l’e-commerce del food & grocery in Italia (con il vino che, si stima, vale meno di 200 milioni), ma è uno dei comparti più dinamici, e nel 2018 vedrà una crescita del 20-30%, per l’Osservatorio eCommerce B2C di Netcomm e Politecnico di Milano. E per il vino ci sono grandi prospettive, poiché, secondo il portale tedesco Idealo, è disposto a comprare vino on line il 25% degli under 44, e ben il 75% degli over 45, ovvero la fascia di età in cui, secondo i recenti dati Istat (analizzati da WineNews), si concentra ancora la gran parte di chi lo consuma in Italia. E intanto, c’è chi esplora nicchie, come Tannico, n. 1 in Italia, che, al via dell’estate, ha lanciato il servizio “Yacht & Sail”, che promette la consegna direttamente a bordo delle barche nei porti italiani. |
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Dalle vette delle Dolomiti patrimonio dell’Unesco, al mare, in una delle spiagge simbolo della “bella vita” italiana: cambia location, ma sempre di gran fascino, VinoVip, prima edizione “estiva” dell’evento di “Civiltà del Bere” a Cortina d’Ampezzo, negli anni dispari, a Forte dei Marmi, il 18 giugno. Protagonista, sempre il meglio della produzione enoica italiana con le sue più celebre griffe - ben 53, dalla A di Antinori alla Z di Zenato, passando per la Tenuta San Guido, Berlucchi e Bertani Domains, Bisol e Bortolomiol, Famiglia Cotarella e Dievole, Cantine Due Palme e Cantine Ferrari, Feudi di San Gregorio e La Vis, Librandi e Marchesi di Barolo, Masciarelli e Masi, Mezzacorona e Pasqua, Petra e Pio Cesare, Planeta e Rocca delle Macìe, da Santa Margherita a Settesoli, da Tasca d’Almerita a Tommasi, Umani Ronchi e Velenosi - riunite ne Il Grand Tasting alla Capannina di Franceschi, versione “vista mare” del celebre Wine Tasting delle Aquile di Cortina, sulla balconata della storica discoteca amata dai vip. Come la madrina d’eccezione: l’attrice-produttrice di vino Stefania Sandrelli. Prima però, spazio al confronto, nel convegno “Wine & Money, prospettiva globale” nell’ottocentesca Fondazione Villa Bertelli, e la consegna del Premio Pino Khail 2018. |
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Era il 15 giugno 1868 quando Antonio Carpenè dette il “la” ad uno dei più grandi fenomeni enoici di sempre: la spumantizzazione di un vitigno autoctono veneto, la Glera, primo passo della nascita del Prosecco, oggi la bollicina più bevuta al mondo. Sono passati 150 anni, e Carpenè Malvolti è ancora la casa del Prosecco e una delle cantine simbolo del territorio: un secolo e mezzo festeggiato con un francobollo celebrativo, della serie “Le Eccellenze del sistema produttivo ed economico”. |
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Una “Cucina a vista” in cui si alterneranno gli chef stellati della Capitale e non solo, da Maurizio e Sandro Serva a Roy Caceres, da Gianfranco Pascucci a Massimo Viglietti, da Daniele Usai a Kotaro Noda, per citarne alcuni e nei calici gli Champagne delle cinque Maison più importanti al mondo, Dom Pérignon, Krug, Veuve Clicquot, Moët & Chandon e Ruinart. Ecco “Vinòforum Lo Spazio del Gusto”, di scena a Roma (fino al 24 giugno), “il cui plus - spiega il ceo Emiliano De Venuti - è offrire al pubblico l’opportunità di degustare i piatti dei maestri della cucina a prezzi accessibili”. Ma, ad attendere gli eno-appassionati, ci saranno soprattutto, come sempre, oltre 2.500 etichette presentate da 500 cantine italiane e internazionali, tra la Vinòforum Academy e la novità Wine & Gourmet Arena. |
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Il vertice del gruppo n. 1 del vino italiano: “speriamo nella vendemmia 2018, che per ora promette bene. Le locomotive sul mercato sono sempre le bollicine. Mercati: la Brexit non preoccupa, in Cina serve tempo, ma non dimentichiamo l’Italia, per noi primo mercato, e Paesi come gli Usa ed il Canada”. |
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