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N. 2.578 - ore 17:00 - Mercoledì 23 Gennaio 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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In Gran Bretagna regna il caos, e nonostante la Brexit alle porte l’accordo tra Londra e Bruxelles è più lontano che mai. Ad avere le idee chiare, precorrendo abbondantemente i tempi, è Tim Martin, fondatore dei pub Wetherspoon (900 punti vendita e un fatturato di 1,66 miliardi di sterline): fiero sostenitore della Brexit, dopo aver sostituito, lo scorso luglio, nei propri locali lo Champagne con le bollicine Uk, ora annuncia di voler rimpiazzare l’intera offerta di birra e vino di Paesi europei con prodotti inglesi, americani, australiani e cileni. Via i vini di Italia (su tutti il Prosecco), Francia e Germania, ma anche birre come Tuborg, Erdinger e Staropranem ... |
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Stenta la ripresa dei consumi di vino in Italia, almeno a guardare i dati della grande distribuzione, dove si vende ben oltre la metà delle bottiglie consumate nel Belpaese. Italiani, dunque, disposti a spendere qualcosa in più, ma a patto di bere decisamente meno, e se la bottiglia è ancora il formato di gran lunga preferito, a crescere è soltanto il bag-in-box, che resta ancora di gran lunga, però, minoritario. Se il 2017 ed i primi mesi del 2018, dunque, facevano sperare in un recupero consistente dei consumi, il saldo dellʼanno appena chiuso è una mezza delusione, con un di poco incoraggiante -5,6% in volume, per un totale di poco superiore ai 480 milioni di litri di vino confezionato. A dirlo i dati di Iri, analizzati da WineNews, relativi alle ultime 52 settimane in iper e super mercati e libero servizio piccolo, chiuse al 30 dicembre 2018. A fare da leggero contraltare, si è registrata una crescita dellʼ1,9% in valore, di poco superiore alla somma di 1,6 miliardi di euro, con un prezzo medio al litro, nel complesso, di 3,4 euro, in crescita del 7,9%. A livello di tipologie, seppur tutte in calo, cʼè ancora una netta prevalenza del vino rosso, a 244 milioni di litri (-5,9%) per un valore di 873,6 milioni di euro (+1,8%), con un prezzo medio di 3,6 euro al litro (+8,2%), davanti ai vini bianchi, a quota 207,5 milioni di litri (-5,1%) per 679 milioni di euro (+1,9%) ed un prezzo medio di 3,3 euro al litro (+7,4%). Ancora marginali, almeno in gdo, i vini rosati, che valgono appena 28,7 milioni di litri (-6,5%) per 80,6 milioni di euro, con un prezzo medio di 2,8 euro al litro (+9,7%). Tra i formati, il dominio è ancora quello della bottiglia fino a 0,75 litri, che vale più della metà dei volumi, a 252 milioni di litri (-3%) e tre quarti dei valori, con 1,2 miliardi di euro (+1,8%), oltre ad essere il formato che garantisce, di gran lunga, il prezzo medio al litro più elevato, a 4,9 euro al litro (+5%). Resta importante la quota, in volume, del vino in brik, a 134,8 milioni di litri, nonostante un calo dellʼ8,1% in volume, con un crescita in valore, però, del 4,8%, a 209,5 milioni di euro, nonostante un prezzo medio assai basso, di 1,6 euro al litro (+14%). Lʼunico formato a crescere sia in volume che in valore è il bag-in-box, con un balzo dellʼ8,9% in quantità, a 14,3 milioni di litri, ed un valore che sfiora i 25 milioni di euro (+18,4%), a 1,7 euro al litro in media. |
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Con oltre 100 milioni di ettolitri di vino esportati, per un valore che supera i 30 miliardi di euro, la quota degli scambi internazionali sulla produzione mondiale rappresenta un successo del settore vitivinicolo, ed in questo senso, il nuovo direttore generale dell’Oiv - Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, Pau Roca, nel suo primo discorso alla filiera del vino, ha ricordato la missione dell’organizzazione per il rafforzamento e il mantenimento dell’equilibrio tra i mercati dei consumatori e dei produttori. Senza barriere né conflitti, difendendo anzi pluralismo e diversità, ma sarà fondamentale, nel futuro del vino, anche il ruolo delle nuove tecnologie e delle nuove forme di comunicazione, al centro del prossimo piano quinquennale dell’Oiv, insieme a sostenibilità, digitalizzazione e sviluppo. |
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Al di là delle tensioni politiche di queste ore, Italia e Francia sono, da sempre, competitor nei calici e nelle tavole del mondo. Due Paesi per cui il vino è patrimonio culturale e orgoglio nazionale, e che sono in lotta spalla a spalla sui mercati del mondo. Ma che, pur con una viticoltura assai diversa, condividono l’impostazione basata sull’origine del vino, che ha fatto scuola in Europa, e la sta facendo anche nel Nuovo Mondo. E proprio su “Il luogo, marchio del gusto”, sarà incentrata l’edizione n. 2 degli “Incontri Giulio Gambelli”, firmati da Podere Forte, cantina di primo piano nel cuore della Val d’Orcia patrimonio Unesco, guidata dall’imprenditore Pasquale Forte, che sta puntando anche a Montalcino, intanto con l’acquisizione del palazzo cinquecentesco che fu la residenza storica del Vescovo della Città del Brunello, magari, da rumors WineNews, in attesa di un ettaro a vigneto, ad altissima vocazione. E dopo aver messo nel 2018 intorno ad un tavolo produttori top di Borgogna, Barolo, Montalcino e non solo, e grandi nomi dell’agronomia, dell’enologia e del giornalismo internazionale, nel 2019 (28-30 marzo), tra gli altri, ci sarà niente meno che Aubert de Villaine, co-proprietario di una delle cantine più prestigiose del vino mondiale, Domaine Romanée-Conti. |
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Vino e arte che si intrecciano, per comunicare l’anima del mondo enoico: nel cuore dell’Emilia Romagna la griffe Umberto Cesari lancia l’edizione n. 3 del suo Art Contest, di scena ogni quattro anni che valorizza l’eccellenza dell’opera e la qualità del vino, dedicato ai giovani artisti emergenti. Il vincitore, dopo aver conquistato la giuria tecnica, e poi gli utenti del web, vedrà la propria opera inedita sulle etichette della linea MOMA, acronimo di MyOwnMAsterpiece, dedicata interamente proprio all’arte. |
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Nasce un’“alleanza” tra l’Italia e la Spagna per la promozione del settore enoturistico tra i due Paesi: a firmare l’accordo di collaborazione sotto l’egida del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo, saranno il presidente del Movimento Turismo del Vino italiano Nicola D’Auria e Josè Antonio Vidal, presidente della Aee, l’Associazione spagnola dell’enoturismo, domani al Fitur, l’evento di Madrid che tradizionalmente apre la stagione delle più importanti fiere internazionali dedicate al settore turistico.“Una grande opportunità di crescita ma allo stesso tempo un punto di partenza per il futuro lavoro di strutturazione del sistema enoturistico nazionale, per il quale vogliamo essere un punto di riferimento con le 900 cantine che rappresentiamo”, ha detto D’Auria. |
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Dal forum Cia-Agricoltori Italiani a Firenze, Michele Morgante, docente di genetica dell’Università di Udine. “Oggi c’è spazio sia per nuovi vitigni, che per migliorare quelli esistenti, le due cose non sono in antitesi. Ma poter migliorare quelle esistenti, per un Paese come l’Italia, sarebbe fondamentale, e la tecnica lo consentirebbe, seppur in tempi diversi da varietà a varietà. Ma ci sono difficoltà normative, e credo che in questo senso serve l’impegno di tutti gli interessati per far cambiare le cose, a favore di produttori, consumatori ed ambiente”. |
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