Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui
|
N. 2.866 - ore 17:00 - Mercoledì 25 Marzo 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
|
|
|
|
|
|
L’Italia enoica avanza in uno dei mercati emergenti del vino, la Corea del Sud, dove gli Usa sono leader, ma iniziano a doversi guardare da competitor come il Belpaese, la Francia, la Spagna, l’Australia e il Cile. Secondo un’indagine di Mibd, che ha sondato le wine list di 150 ristoranti della capitale, Seoul, le denominazioni italiane più presenti nelle carte dei vini sono Chianti Classico (n. 5), Igt Toscana (n. 6), Brunello di Montalcino (n. 12) e Barolo (n. 14). Tra i singoli brand, il primo italiano è Antinori (n. 8), seguito da Tignanello, ancora di Antinori (n. 10), Tenuta San Guido (n. 12), Castello Banfi (n. 13) e Gaja (n. 15). |
|
|
|
|
L’emergenza Coronavirus, ancora, è soprattutto sanitaria. Ed è difficile capire quanto durerà. Non di meno, si pensa anche all’economia, che è fatta anche di programmazione, e di eventi di business. Che si cerca di mettere o mantenere in un calendario, nella consapevolezza che tutto può cambiare. La vicenda Vinitaly lo dimostra appieno, con l’edizione 2020 che salta, per la prima volta nella storia della fiera di Verona, e con l’appuntamento al 2021 (a Verona, dal 18 al 21 aprile, e con OperaWine il 17 aprile, ndr). Una sosta forzata, quella della più importante piattaforma di supporto al business e di promozione del vino italiano, che ha spinto Veronafiere a guardare oltre. Con investimenti straordinari sugli eventi all’estero dei prossimi mesi, ovvero Vinitaly Chengdu, Vinitaly China Road Show, Wine South America, Vinitaly Russia, Vinitaly Hong Kong, Wine To Asia e le iniziative della Vinitaly International Academy (Via). E, magari, con un evento autunnale anche in Italia, sperando di poter celebrare, in qualche modo, la fine dell’emergenza e il rilancio del Paese anche attraverso il vino, come proposto dal dg di Veronafiere Giovanni Mantovani: “ci mettiamo a disposizione del settore e del sistema della promozione per considerare la realizzazione di un evento innovativo il prossimo autunno a servizio delle aziende. In un post emergenza che per noi si chiama rinascita. L’idea, cui le principali associazioni del settore hanno già espresso piena disponibilità nell’ultima riunione (23 marzo), è incrociare il nostro know-how con le proposte del settore in funzione di un evento da programmare per l’autunno 2020, emergenza permettendo. Potremmo essere il collettore di una iniziativa ancora tutta da costruire e che, tengo a sottolinearlo, non vuole essere un business per Veronafiere. Le parole d’ordine della rinascita, per il settore ma non solo, dovranno essere business e comunicazione: è questo che vogliono i produttori - sottolinea Mantovani - è ciò che vorrà il mercato, è il mestiere che sanno fare Vinitaly e VeronaFiere”. Intanto, sempre in autunno, sono confermate la “Milano Wine Week” (3-11 ottobre) ed il “Merano Wine Festival” (6-10 novembre). A comunicarlo gli organizzatori Federico Gordini ed Helmuth Köcher, in una nota congiunta, arrivata, a poche ore, dall’annuncio del rinvio di Vinitaly 2020. |
|
|
|
|
Nonostante i buoni risultati dell’export del vino italiano 2019 (6,4 miliardi di euro, +3,2% sul 2018), è ormai quasi certezza che il 2020 sarà un anno da segno negativo, dopo anni ininterrotti di crescita. In ogni caso, è da segnalare l’approfondimento sulle performance regionali dell’Istat. Dai dati analizzati da WineNews (vale la Regione da cui viene effettuata la spedizione di vino verso l’estero, ndr), si confermano in crescita Veneto, Piemonte e Toscana, che fanno quasi il 70% dell’intero export enoico del Belpaese, con una crescita, rispettivamente, del +3,2% (per 2,3 miliardi di euro di giro d’affari), del 4,2% (1,05 miliardi) e del +4,4% (1,01 miliardi). Bene anche Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia, Lazio, Abruzzo, Valle d'Aosta, Molise e Campania. In negativo, invece, Calabria, Liguria, Basilicata, Sicilia, Puglia, Umbria, Sardegna, Marche ed Emilia Romagna. |
|
|
|
|
|
“Quarantena sì, junk food no. È lo slogan degli italiani che in questo periodo si sono rimessi ai fornelli e stanno facendo ricorso al meglio della sapienza gastronomica nazionale, per tenere su fisico e morale. Tutti cucinano, anche chi si era convertito ai piatti pronti, a Just Eat, a Deliveroo ed altri sistemi di consegna di manicaretti porta a porta. E, costretti dall’emergenza, riscopriamo di avere un grande patrimonio gastronomico. Dimenticato, trascurato, ma profondamente installato nel genoma del Bel Paese e pronto a riaffiorare carsicamente. E forti di questa eredità culturale, ci siamo tutti rimessi a cucinare e non solo. Anche a perfezionare, reinventare e soprattutto abbiamo fatto di questa riscoperta del focolare un rituale domestico”. Lo ha detto, a WineNews, Marino Niola, giornalista, scrittore e professore di Antropologia e Miti e Riti della Gastronomia all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, che, inviandoci una sua riflessione, sottolinea come “nei momenti difficili, quando sembra che tutto vada storto, nulla come i rituali aiuta gli umani a rimanere sé stessi, a non perdersi. Non è un caso che protagonista di questa koinè familiare forzata sia proprio il cibo”. Insomma, riflette il professore, “mai come in questo caso il cibo oltre a nutrire il corpo, rincuora, tonifica la mente, consola l’anima”.
|
|
|
|
|
|
Secondo molti, la Cina, oggi più che mai vicina all’Italia, anche per la comune tragedia del Coronavirus, sarà fondamentale per ripartire. Anche per l’economia del vino. E per le cantine italiane nasce Winease, progetto di Business Strategies, con altri partner cinesi. Una piattaforma per promuovere il vino italiano in Cina e facilitarne le vendite in e-commerce, canale strategico nel Paese del Dragone, con un processo di analisi del prodotto, valutazione delle sue potenzialità con test di mercato con app collegate a WeChat, e attività di promozione dei brand.
|
|
|
|
|
Tra le tante iniziative a sostegno di chi lotta in prima linea contro il Coronavirus che continuano ad arrivare dal mondo del vino e dell’enogastronomia, ce n’è una tutta al femminile, che si muove sull’asse Italia-Cina, i due Paesi, fino ad oggi, colpiti di più e per primi dalla pandemia. A firmarla Le Donne del Vino, perchè da Wuhan a Bergamo, da Shanghai a Milano, da Ancona a Shenzhen, la solidarietà non conosce confini. Si tratta di Project Ganbei, che punta a raccogliere fondi per acquistare materiale sanitario in Cina sotto la supervisione di un team medico, sensibilizzando in particolar modo il settore vitivinicolo. Oltre a raccogliere donazioni per sostenere il lavoro di Protezione Civile, Croce Rossa e Istituzioni sanitarie Italiane. Con l’Ambasciata Italiana in Cina che si occuperà del pagamento delle spedizioni. |
|
|
|
|
|
Il dg VeronaFiere Giovanni Mantovani: “una decisione presa di concerto con le rappresentanze delle imprese, unanimamente convinte che Vinitaly è lo strumento per la promozione del vino italiano nel mondo. Veronafiere investirà di più sugli eventi di fine anno in Cina, Russia, Brasile, e in Usa appena le condizioni lo permetteranno. E pensiamo ad un evento innovativo di business e lettura di mercato a Verona, in autunno, sempre a servizio delle imprese”. |
|
|
|
|