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N. 3.821 - ore 17:00 - Giovedì 26 ottobre 2023 - Tiratura: 31.192 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Poche regioni, come la Sicilia, l’isola più grande del Mediterraneo, dalla Valle dei Templi alle città d’arte, dal mare splendido ai borghi, fino alle cantine, con le loro storie, riescono a concentrare varietà, bellezza, storia e vino. Per questo non stupisce che il viaggio alla scoperta di Palermo, Catania, Messina e le altre città siciliane, tra cantine, aziende agricole, ristoranti e naturalmente pasticcerie, sia il principale oggetto del desiderio del turista enogastronomico. A dirlo sono i dati elaborati dal “Rapporto sul Turismo enogastronomico italiano 2023”, a cura di Roberta Garibaldi (in approfondimento). | |
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| | Come da previsioni, la vendemmia 2023, in Unione Europea, è in calo, e visto le importanti eccedenze che si trovano nelle cantine di tanti Paesi Produttori, non è un male. I numeri, a uve ormai in cantina ovunque, dicono di una produzione complessiva di 150 milioni di ettolitri, in calo del -5,5% sulla media quinquennale, con Francia (in crescita), Italia e Spagna a formare il podio, e fort cali in Paesi come Austria (-6%), Grecia (-23%), Croazia (-31%) e Slovacchia (-20%), tra inverni secchi, grandine e primavera piovosa. A dirlo le stime del Copa-Cogeca. “Da diversi anni il settore si trova ad affrontare sfide importanti, non ultime le conseguenze della pandemia di Covid, gli eventi climatici e il forte aumento dei costi di produzione, a cui si aggiunge un significativo aumento dei tassi di interesse. Ciononostante, i coltivatori europei continuano a dare risultati e a dimostrare la loro capacità di recupero”, ha commentato Luca Rigotti, al vertice del Gruppo Vino del Copa-Cogeca, nonché di Alleanza delle Cooperative Italiane, e della realtà trentina Mezzacorona. Guardando ai dati dei singoli Paesi, nel 2023, alle la Francia è diventata il primo produttore europeo di vino con una produzione stimata di 45 milioni di ettolitri, il che significa un aumento del +1,47% sull’anno precedente. Per la prima volta in sette anni, di conseguenza, alle l’Italia ha perso il primato di produttore di vino con una produzione stimata di 43,9 milioni di ettolitri, che rappresenta una perdita del -11,92% sullo scorso anno. alle Le forti piogge primaverili, che si sono trasformate in alluvioni nella regione Emilia Romagna, e i pesanti episodi di peronospora, in particolare nel Centro e nel Sud del Paese, spiegano questo importante calo. Con una produzione stimata di 30,8 milioni di ettolitri, la Spagna, invece, è rimasta il terzo produttore europeo, nonostante la diminuzione della produzione sul 2022 (-14,42%). Condizioni climatiche avverse, con un autunno, un inverno e una primavera secchi, con forti piogge nell’ultima parte della primavera, ondate di calore durante l’estate e grandine, hanno fatto sì che i vigneti spagnoli soffrissero molto in termini di produzione. Con Francia, Italia e Spagna che, insieme, hanno prodotto quasi 120 milioni di ettolitri, l’80% della produzione Ue. | |
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| | Ha condannato i sabotaggi alle importazioni dei vini spagnoli in Francia, Marc Fesneau, Ministro dell'Agricoltura d'Oltralpe. Ribadito i buoni rapporti con la Spagna, sottolineato che immagini come quelle circolate nei giorni scorsi non giovano a nessuno, e che tutti, imprese, viticoltori e politica, vogliono una viticoltura forte, in Francia. E affermando che servono “misure a lungo termine”, per il settore, Fesnau, ribaltando un copione che, da sempre, vede l’Italia citare la Francia come modello, ha dichiarato: “dobbiamo riconquistare i mercati. Spagna e Italia lo hanno fatto, pur in un contesto di mercati in calo. Dobbiamo lavorare, ad esempio con “Business France”, su strategie più mirate. Bisogna guardare a come le persone consumano il vino e pensare a come commercializzarlo. Abbiamo bisogno di una strategia con un piano preciso per tornare a vincere”. | |
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| | | Il 2023, salvo clamorosi ed improbabili recuperi negli ultimi mesi dell’anno sarà ricordato come un anno in cui, il vino italiano, dopo anni di attacco ai mercati segnati da una crescita importante e costante, avrà giocato in difesa. Come confermano i dati diffusi nel Forum Wine Monitor n. 10, oggi a Bologna, organizzato da Nomisma. Nei primi 8 mesi 2023 le quantità di vini fermi e frizzanti italiani acquistati nei top 12 mercati internazionali (quelli che, per capirci, pesano per oltre il 60% sulle importazioni mondiali di vino) risultano in calo dell’8%. Stessa sorte tocca agli spumanti, la categoria che, nell’ultimo decennio, era invece cresciuta senza soluzione di continuità. Ma non va meglio sul mercato nazionale. Le vendite di vino nel canale retail flettono - nel cumulato fino a settembre - di un calo superiore al -2% a volumi, con riduzioni più elevate in Gdo nel caso dei vini fermi (-3,8%). E le previsioni sui comportamenti di consumo degli italiani per i prossimi 6 mesi - dedotte da una specifica Consumer Survey, condotta da Nomisma - non sono positive: al netto di chi non modificherà gli acquisti di vino rispetto alla situazione attuale (almeno 6 italiani su 10, ma nel contesto di una generalizzata riduzione dei consumi), c’è un 16% di consumatori che prevede di ridurli. | |
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| | | Dopo il vino, nella tenuta toscana “Il Palagio”, Sting e Trudie Styler, si danno all'amaro. Con “Amante 1530”, che la coppia produce con un gruppo di amici imprenditori. Ad elaborare la ricetta l'enologo (e presidente di Assoenologi) Riccardo Cotarella (“un ritorno al passato, il mio primo lavoro da enologo è stato sui vermouth”, ha detto a WineNews), a produrlo la distilleria Pallini guidata da Micaela Pallini (che è anche presidente di Federvini). La presentazione ieri, al Brulghari Hotel a Roma, in contemporanea con New York, Venezia a Los Angeles. | |
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| | L’Abruzzo del vino, nel 2023, ha perso il 70% della produzione per la peronospora. Che vuol dire perdite di 108 milioni di euro sulle uve, 130 milioni sullo sfuso e 520 milioni sull’imbottigliato. Una situazione drammatica, con le imprese in ginocchio. E la filiera, dal Consorzio Vini d’Abruzzo ad Assoenologi, da Cia a Coldiretti, da Confagricoltura alle Cooperative, ma non solo, si è riunita oggi, a Pescara, chiedendo risposte concrete alla politica, minacciando di scendere in piazza, e addirittura di “restituire le tessere elettorali”, dopo che “tutti noi, in questi mesi, abbiamo avanzato specifiche richieste e fornito indicazioni operative”, inascoltate. Tre, ora, le richieste urgenti: la sospensione dei mutui e finanziamenti per almeno due anni, la sospensione e/o riduzione dei contributi Inps, l’azzeramento dei tassi d’interesse per finanziamenti acquisto scorte a reintegro. | |
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| | | “Fivi riconosciuta ai tavoli verdi ministeriali è una vittoria, ma ora la battaglia da vincere è quella della Federazione come ente propositore di una riforma della rappresentanza nei Consorzi di Tutela, affinché anche i piccoli produttori possano avere voce, essendo presenti e molto attivi in tutti i territori”. Così, a WineNews, Lorenzo Cesconi, presidente Fivi-Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, 1.600 produttori da tutte le Regioni per oltre 15.000 ettari di vigneto, aspettando il “Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti” (25-27 novembre, BolognaFiere). | |
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